Capita a Roma, che il tiramisù sia spesso seguito da un complemento di specificazione. Il tiramisù di Pompi.
Un tiramisù che divide, per buona parte degli indigeni è senza discussioni “er mejo tiramisù de Roma“, ma stando a un agguerrito manipolo di intenditori della capitale gode di un credito che fa sembrare razionale anche chi compra i numeri del Lotto vincenti dai santoni televisivi.
Sostiene il manipolo che quando i romani lo delibano non sentano i sapori, soltanto il gusto della loro stessa convinzione che quel dolce sia proprio speciale.
Nonostante ciò, e nonostante la rivelazione “guarda che è un prodotto industriale neanche troppo riuscito” abbia interrotto più di un’amicizia, il tiramisù di Pompi –classico, alla fragola, banana e cioccolato, al pistacchio, alla nocciola, gusto pinacolada (solo d’estate) o senza glutine– smuove le folle, crea problemi alla circolazione, manda i vigili urbani dallo psicoterapeuta.
Cinquant’anni e non sentirli: 7 punti vendita nella capitale e tonnellate di tiramisù venduto ogni anno.
A sentire il solito manipolo di detrattori è solo perché a Roma manca una vera concorrenza.
Se fosse davvero così allora Pompi dovrebbe iniziare a preoccuparsi.
Perché ora c’è ZUM (Zucchero, Uova e Mascarpone). Perché il tiramisù di ZUM è buono, artigianale per davvero (ogni singolo elemento è preparato nella cucina in Piazza del Teatro di Pompeo, savoiardi compresi), gli ingredienti sono scelti con cura proverbiale, vedi le fragole di Terracina.
Zum accontenta i palati esigenti anche nel design, è un locale gradevole e moderno, originale in particolare il bancone fatto di lamiere sagomate.
Dalle vetrine occhieggiano torte, gelati su stecco e ovviamente tiramisù di ogni gusto e misura, assemblati al momento, con le creme che vengono preparate almeno tre volte nel corso di una giornata.
Avete presente i tiramisù (magari con scaglie di cocco) che stanno nel banco frigo del supermercato in offerta causa imminente scadenza? Vi siete mai imbattuti in quella consistenza gessosa, in quel sapore uniforme e dolciastro? Ecco, il tiramisù di Zum è il contrario, specie nella versione più apprezzata con la crema, i biscotti Gentilini e la crema di nocciole Novi.
Da provare anche con caffè, cioccolato extra fondente e rum, o ancora la variante estiva con la buccia candita di limone e il limoncello, dal gusto fin troppo alcolico.
Va da sé che Zum, aperto in un periodo di massima attenzione al sostenibile, proponga confezioni eco e compostabili.
Il nuovo locale può creare problemi a Pompi o in un mercato ampio come quello di Roma il problema della concorrenza diretta non esiste?
Vedremo, di sicuro il dolce che oggi è una voce fissa di tutti i repertori di cucina italiana ha trovato a Roma un indirizzo imperdibile, che grazie alla febbrile ricerca di ingredienti freschissimi e alla lavorazione accurata, trasforma il tiramisù nel simbolo di una golosità artigianale e più consapevole.
Non potevo lasciarmi sfuggire la ricetta del tiramisù di Zum, siete pronti con carta e penna?
— Montate velocemente in una ciotola 2 kg di mascarpone (è una bella dose ma vi serve per dare consistenza al dolce, e poi siete bravi con le divisioni), Zum consiglia Mila o Sterilgarda.
— Prendete 13 uova e dividete i tuorli dagli albumi.
— Aggiungete 150 grammi di zucchero nei tuorli e altrettanti negli albumi, montate entrambi.
— Quando i tuorli saranno spumosi e più chiari, aggiungete il mascarpone e montate velocemente.
— A questo punto unite la montata di albumi con una lecca pentole, con delicatezza. La crema è pronta, consumatela responsabilmente (si scherza).