A leggere gran parte degli articoli a tema gastronomico dedicati a Venezia pare che la città sia solo un susseguirsi di bacari (per i non residenti: piccole osterie dove assaggiare cicheti, cioè spuntini, bocconi, assaggi di delizie lagunari, da accompagnare ad un calice di vino o ad uno spritz).
Ora, se è vero che il numero di bacari è notevole – tanto che c’è chi organizza anche un bacarotour, un giro che nel migliore dei casi si conclude con una felice e godereccia ubriacatura dei partecipanti e nel peggiore con una segnalazione alle forze dell’ordine per disturbo della quiete pubblica e magari anche atti osceni in luogo pubblico – è anche vero che Venezia è fatta di ristoranti più o meno costosi, osterie, pasticcerie, panifici – sempre meno – e luoghi dove la gente comune fa la spesa.
Nonostante le apparenze, insomma, non siamo a Disneyland.
Ecco allora qualche suggerimento per vivere la città oltre i bacari, per scoprire delizie introvabili e angoli poco conosciuti.
Partiamo dalle pasticcerie, chè a Venezia non si fa nemmeno in tempo a dimenticare l’ultima fetta di panettone che già è tempo di frittelle e galani in vista del Carnevale.
Avvertenze per i non veneziani: se volete trovare i luoghi elencati, evitate di girare per la città con una mappa in mano e lo sguardo smarrito di un cucciolo che non trova più i genitori.
Sembrerete turisti e rischierete il trattamento riservato agli allocchi. Perdetevi pure e poi, piuttosto, chiedete: qualche cittadino cortese che non vi risponda in dialetto e che non dica che venite dalla campagna si trova sempre.
PASTICCERIA TONOLO
Calle S. Pantalon, Sest. Dorsoduro
Generazioni di studenti universitari e di dipendenti regionali e politici veneti hanno varcato la soglia di quella che è forse la migliore pasticceria della città. Due vetrine linde e semplici, che più classiche non si può: Tonolo è praticamente il filo di perle e il tubino nero dell’arte dolciaria messi insieme.
Scordatevi tavolini e comodità: qui lo spazio è poco e per avere una pastina si deve lottare. Aperta nel dicembre 1953, ha gestione familiare.
Al banco è una successione di capisaldi: frolle, petit four, pasticcini secchi, greche, cestini di crema pasticcera e frutta, croissant, bigné, sacher, millefoglie e meringate, krapfen e poi ancora biscotti veneziani (bussolà, buranei), focacce.
Pochi effetti speciali e fuochi d’artificio fatti per stupire e basta: da Tonolo a vincere sono la concretezza e la tradizione. Se ci andate a Carnevale è obbligatorio un assaggio multiplo di frittelle: veneziane (senza crema, con uvette e pinoli), con crema e con zabaione.
In tutti gli altri giorni, magari verso l’orario di colazione, provate a ordinare: se riuscite a raggiungere il bancone senza farvi largo a colpi di machete, siete degli eroi.
PASTICCERIA ROSA SALVA
Calle Fiubera e Mercerie, Sest. San Marco; Campo San Giovanni e Paolo, Sest. Castello
Un’istituzione in città. Le origini risalgono al 1870 e a un capostipite di una generazione di pasticceri-cuochi-imprenditori che negli anni ha regalato alla città banchetti, catering, delizie dolci e salate per mondanità e privati.
Tre le sedi veneziane e una a Mestre. Tra tutte, preferite le prime due elencate: avrete maggiore freschezza e un servizio più gentile.
Qui la classicità ha una veste moderna ma non troppo: dimensioni un po’ più ridotte delle classiche paste (trovate anche i mignon), e aspetto molto raffinato ma senza eccessi. Dalla pasticceria secca alle torte c’è praticamente tutto: bignè, greche, fiamme, sacher, tiramisù, rotoli di pan di Spagna, zaleti e altri illustri esponenti della tradizione veneziana.
A mezzogiorno trovate anche una scelta di piatti salati.
Attenzione alle frittelle: le veneziane hanno un buco al centro. Direte: sono ciambelle. Neanche per sogno: assaggiatele e poi fatemi sapere. Affollatissimo all’ora di pranzo e in pausa caffè.
PASTICCERIA DAL MAS
Lista Di Spagna 149 150/a, Sest. Cannaregio
La posizione è strategica: a pochi minuti dalla stazione ferroviaria, è il ristoro per chi ha affrontato un viaggio in treno (magari con Trenitalia, e qui ci vorrebbe un intero vassoio di dolci) un benvenuto come si conviene.
A gestione familiare (la famiglia Balestra è proprietaria da una cinquantina d’anni), offre un tripudio di goloserie tradizionali per la colazione (oltre ai croissant, provate gli zaleti, il pan dei Dogi, le sbreghettine), oltre a torte che sono esemplari raffinati di strati tirati con il righello.
Dopo la vostra scorpacciata, uscite dalla porta ed entrate in quella a fianco.
Dal Mas si sdoppia infatti in cioccolateria: mousse monoporzione, minisacher, cannoli, una successione di macarons ordinati come nemmeno una mazzetta Pantone riesce a fare (al cocco, alla fragola, al frutto della passione, alla nocciola, alla gianduia, al caffè al cioccolato fondente…).
Fatene scorta prima di prendere il treno del ritorno: il pericolo è quello di finirli ancora prima di arrivare al binario.
MARCHINI TIME
Campo San Luca, Sest. San Marco
Campo San Luca, pieno centro storico. Il rischio di una pasticceria acchiappaturisti e ad alto tasso di scortesia è altissimo. E invece ecco la famiglia Vio (Marchini era il nome della primissima gestione).
Giancarlo Vio, il titolare, un omone gentile, inizia a lavorare a 14 anni: “è stato un colpo di fulmine” dice. Da allora è diventato un imprenditore instancabile e inarrestabile, sostenuto da moglie e figlie.
L’offerta è vastissima: frolle con crema, fette monoporzione, sfoglie, bignè e meringhe, dolci tradizionali veneziani. Gestione veloce, ordinata e cortese.
PASTICCERIA NOBILE
Cannaregio 1818, Sest. Cannaregio
Piccola digressione toponomastica: un tempo chi impastava il pane a Venezia si chiamava pistór. E il caso (!) vuole che la pasticceria Nobile si trovi proprio in calle del Pistor, in Strada Nova, direzione Rialto.
Bancone lungo, praticamente assenza di posti a sedere (a Venezia è una costante) e una carrellata di classici del mattino: croissant, sfoglie alle mele, girelle. Fette di torta (sacher, petit four) e dolci veneziani di dimensioni considerevoli: bussolà, pinza in stagione, pan dei Dogi, esse).
Accanto al dolce, il salato: le pizzette hanno un grande successo tra i clienti. Io sospendo il giudizio, ma è perché sono di gusti difficili.
PASTICCERIA RIZZARDINI
S. Polo 1415, Sest. San Polo
Lasciato Campo San Polo e puntando verso Rialto ad un certo punto, sulla destra, noterete un’insegna vecchio stile. Oddio, in questi giorni è probabile che il vostro naso si accorga della Pasticceria Rizzardini prima dei vostri occhi: il profumo di frittelle è talmente intenso da farvi dimenticare tutte le altre pastine del bancone (gli abiti ringraziano).
Visto che è Carnevale, ve ne concediamo solo una, allo zabaione. Perché poi bisogna concentrarsi sul resto: lasciate pur stare i krapfen (un po’ troppo carichi) e se riuscite ad evitare la selva di cartelli che molto diligentemente (forse troppo) cataloga ogni tipo di dolce, assaggiate in particolare le frolle.
Anche qui formati e tipi sono molto classici. Venezia è un’isola anche per questo.
PASTICCERIA BALLARIN
Cannaregio 5794, Sest. Cannaregio
Superato il nuovo Coin Excelsior, in una calle stretta che non vi permette di guardare le vetrine per più di due minuti, pena il rischio di essere inghiottiti da un’orda di turisti da crociera al seguito di una guida dotata di ombrellino, la Pasticceria Ballarin è una buona sosta.
Arredi in legno scuro da secolo scorso, personale un po’ rude (diciamo che l’educazione è inversamente proporzionale alla vicinanza al centro e ai luoghi più frequentati).
Non fatevi tentare dalle fette di torrone multicolore: troppo dolci e troppo care. Puntate ai bignè, alle fiamme, alle sfoglie e alle greche. E fate presto, che poi entrano i turisti e al grido di “wonderful, great, lovely” vi fanno andare per traverso il vostro dolce.
PASTICCERIA DIDOVICH
Campo Santa Marina, Sest. Castello
Campo Santa Marina è fortunatamente fuori dai circuiti obbligati del turismo. Nella pasticceria Didovich (presente da 40 anni), il classico convive con il mignon, formato che i veneziani fanno un po’ fatica a digerire.
Qui però oltre alle frolle, alle pastine di riso e a quelle con le mandorle, trovate minibignè alla crema e al cioccolato e microcannoli alla crema.
Il rischio è che, abituati alla dimensione della pasta grande, per andare a pari vi ordiniate 4 o 5 mignon. Accanto ai dolci, all’ora di pranzo è presente anche un assortimento di specialità salate.
Oltre al bancone, potete approfittare della sala interna: il consiglio però è quello di sedersi fuori, ai tavolini che si affacciano sul Campo.
Se siete in periodo di Carnevale, combattete il freddo esterno con un carico di frittelle, che fanno a gara con quelle di Tonolo.
PASTICCERIA CIOCCOLATERIA PETTENO’
Via Vallon e Via Mestrina, Mestre
88 punti nella classifica di “Pasticceri e Pasticcerie 2016” del Gambero Rosso.
Basterebbe solo questo per una deviazione a Mestre: se poi ci aggiungete che da circa un anno è stato aperto, oltre a quello storico di via Vallon, anche un secondo punto vendita più in centro, ecco che la vostra deviazione acquista sostanza.
Dino Pettenò a 18 anni e fino ai 22 se ne va in Belgio. Quando torna, il cioccolato per lui non ha più segreti.
Nel 1976 apre la sua pasticceria e da allora è tutto un susseguirsi di tavolette, praline (con frutta secca, ganache golose, liquori, spezie e fiori: una settantina i tipi), uova pasquali, accanto alla pasticceria classica.
Mignon e monoporzione sono raffinati e la glassa a specchio delle torte è talmente lucida da sembrare ripassata con il Vetril. Tra le torte, da provare il “bacio di Venere” e “Samba”.
LUIGI BIASETTO A MESTRE?
Aspettiamo con trepidazione. Le voci dicono entro Pasqua. Gli accordi sono “in via di perfezionamento“. Insomma pare fatta: entro Pasqua, Luigi Biasetto di Padova, sì luipropriolui, aprirà un punto vendita a Mestre.
Dicono che la pasticceria sarà dotata di un “elegante plateatico, con tavolini e sedie”.
Noi attendiamo fiduciosi: per giocare d’anticipo ce ne stiamo già da un po’ con il naso schiacciato contro la vetrina