Diciamolo: ci sentiamo tutti un po’ artisti quando stringiamo tra le mani il piccolo taccuino dalla pastosa copertina nera, immancabilmente chiuso con il bell’elastico in tinta e con le linde pagine color avorio dagli angoli arrotondati.
Moleskine: il solo stringerlo tra le mani, pur non essendo né dei Van Gogh né tantomeno degli Hemingway, ci dà l’impressione di assorbire un po’ della loro personalità bohémien, del loro talento, del loro genio, anche se in realtà siamo solo ricopiando dei semplici numeri di telefono o la lista della spesa.
Se poi, unito al piacere di stringere tra le mani il taccuino cult –il cui nome arriva dallo scrittore girovago Bruce Chatwin che così lo ribattezzò– aggiungiamo quello di sorseggiare un buon caffè accompagnato magari da un fragrante biscottino, in un ambiente confortevole, curato, che concili la calma, la meditazione e i pensieri profondi, allora possiamo dire di aver trovato una piccola porzione di paradiso in terra.
Anzi, più precisamente a Milano. Qui infatti è stato inaugurato alcuni giorni fa, nel quartiere di Brera, il primo cafè Moleskine.
Un tipo particolare di caffetteria tutta nel nome del nero taccuino, oggi in realtà disponibile in svariate tinte di copertina, ispirata ai modelli nord-europei e che si vuole rifare al clima e al mood dei caffè letterari; luoghi dove fermarsi, dove riposare, dove potersi leggere tranquillamente un libro, o anche, ovviamente, fare un veloce bozzetto sulla propria Moleskine, sorseggiando un calice di buon vino da meditazione.
L’ambientazione è raffinato, con pareti nero-mat che ricordano la nota agenda, alternato a tinte avorio che evocano le pagine.
L’obiettivo, come ha spiegato alla rivista americana Slate Arrigo Berni, amministratore delegato di Moleskine, è semplice e ambizioso nello stesso tempo: rifarsi a un lifestyle nel nome della creatività e del buon gusto, indirizzando i clienti verso un’esperienza che vada oltre il semplice shopping, grazie anche al design accurato degli spazi espositivi con lavori e bozzetti degli architetti Cino Zucchi e Kengo Kuma, dell’illustratore John Alcon e dello stilista Salvatore Ferragamo, tra gli altri.
Lo spazio si sviluppa su due livelli: il piano interrato è dedicato al corner Moleskine, con tutti i prodotti del marchio; a piano terra l’ambiente è minimal, se non fosse per la presenza di un imponente bancone dove si possono consumare caffè e prodotti da forno, dolci e salati.
La caffetteria è affidata a Seven Grams, specializzato in creazione di miscele e importazione di caffè monorigine vendute anche in eleganti confezioni da asporto griffate Moleskine.
A completare l’offerta, la cucina vera e propria, composta da cinque giovani chef. La colazione ‘intercontinentale’ spazia dai croissant francesi fino alle “colazioni al vassoio” con abbondanza di pane e prodotti salati. Più leggera invece la proposta per l’ora di pranzo, che comprende, ad esempio, insalate con germogli e verdure di stagione o open sandwich.
Conto medio per un pasto completo su 30/35 euro.
Insomma, un luogo di meditazione e creatività nella spumeggiante Milano, dove riappropriarsi dei propri ritmi e godere in serenità dei piccoli piaceri della vita: un vinello, un piccolo spuntino, e una moleskine tra le mani per appuntarci i nostri pensieri leggeri.
[Crediti | Link e immagini: Slate]