Come i lettori più attenti di Dissapore sanno già, da qualche giorno Autogrill ha aperto in Piazza XXV Aprile a Milano, Bomba, format di cibo da strada italiano –una sfera di pasta lievitata e fritta– rivisitato in chiave contemporanea da Niko Romito.
Lo chef 3 stelle Michelin del Reale di Castel di Sangro (l’Aquila) è già presente con il suo ristorante Spazio all’interno dello store Autogrill nel centro di Milano: Il Mercato del Duomo.
Siamo stati nel nuovo Bomba, prima apertura sulla base della quale Autogrill valuterà i futuri sviluppi, per conoscere da vicino il remake della specialità di Antonio Romito, padre di Niko, nella pasticceria di famiglia aperta all’inizio degli anni 70 a Rivisondoli, sempre in Abruzzo, valorizzata dalle ricerche su tecniche di impasto, lievitazione e frittura dallo chef stellato.
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Un prodotto sulla carta molto invitante ma leggero, da provare —farcito— in versione dolce, salata o gourmet, e da abbinare a una ristretta selezione di vini, birre e bevande calde da colazione al dopocena.
Il locale è diviso in due parti: una destinata al consumo sul posto e l’altra con affaccio sull’esterno, da dove è possibile ordinare per l’asporto.
I 90 scontrini emessi alle 16, poco dopo il nostro arrivo, sembrano promettere bene, nonostante il locale a quell’ora semideserto. Fanno subito buona impressione il personale giovane, accogliente e preparato, insieme all’ordine e alla pulizia che regnano sovrani nel piccolo spazio.
I ripieni delle bombe salate sono per lo più salumi e formaggi, la versione gourmet è per i palati più esigenti, quella dolce alterna il gelato a ripieni classici come la crema o la confettura di albicocche.
Il rapporto qualità – prezzo sembra favorevole, 7 euro per la versione gourmet, malgrado lo spaesamento che segue al primo morso della bomba salata, il cui involucro, com’era facile immaginare, evoca nel sapore un dolce, cosa che in questa versione non è.
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Diciamolo meglio, chi come me sa in anticipo che l’originale della bomba è un dolce (a proposito, dimenticate le bombe imbevute d’olio dalla provenienza misteriosa protagoniste di troppe sagre popolane, stiamo parlando di un’altra cosa) dovrebbe assaggiare senza pregiudizi, ma non è semplice.
Già al secondo morso le cose vanno meglio, la delicatezza del pane e l’ottima farcitura –nel mio caso maiale cotto a dovere e saporito– cancella i dubbi.
Potrebbe andare meglio con la senape (Maille), buona ma non fatta in casa. Alla fine la bomba salata ha uno standard di qualità superiore alla media dello street food acquistabile nel centro di Milano, senza essere questo capolavoro.
Tutte le bombe arrivano già fatte e finite da Castel di Sangro, come il personale spiega correttamente, mentre il gelato del gelatiere Emilio Panzardi proviene da Maratea, in Calabria.
Probabilmente le sorti della bomba sono legate a doppio filo alla versione salata, se funzionerà potrebbe essere il vero volano del format Autogrill/Niko Romito, altrimenti il cibo da strada di Piazza XXV Aprile rischia di restare confinato nel mondo del dolce.
Che comunque non è male.