Mercato Centrale Torino ha inaugurato questa mattina, in un Palafuksas lucido e rinnovato, alla presenza di imprenditori e autorità, su tutti l’ideatore del marchio Mercato Centrale (attualmente a Firenze, Roma e Torino, con una nuova apertura prevista per Milano, entro fine 2019), Umberto Montano, e il sindaco di Torino Chiara Appendino. Ecco com’è, con le nostre foto in anteprima.
Il Mercato Centrale, a Torino, apre ufficialmente al pubblico oggi, alle 18.30, ma per la stampa ha acceso i riflettori questa mattina, con il mercato rionale di Porta Palazzo sullo sfondo, quello solito, del sabato, inaugurando così una delle sfide gastronomico-imprenditoriali più ardite degli ultimi anni, almeno in Italia: riqualificare un’area fino ad ora abbandonata a se stessa e, proprio lì, portare le griffe della ristorazione locale, abituate ai piccoli numeri, a fare la differenza.
Tenete conto che il Palafuksas era impolverato, fino ad oggi, e le decine di etnie che la abitano assumono tutta l’aria di un ghetto, sotto un orologio – quello del mercato rionale, per l’appunto – circondato da scritte che, in mille e mila lingue, recitano “Ama le differenze”. Così non pare, fino ad ora, quando si va a Porta Palazzo.
Di integrazione si è parlato tanto, durante l’inaugurazione del Mercato Centrale di Torino; staremo a vedere se la sfida di Umberto Montano – un investimento di 6 milioni di euro su 4.500 metri quadri – sarà accolta bene da torinesi e non. E’ presto anche per i giudizi sulle singole proposte gastronomiche, tenete conto che fino alla scorsa notte si piantavano chiodi, negli spazi che state per vedere. Nel frattempo, ecco le foto, in anteprima.
Prime impressioni dalle botteghe e novità
Converrete con me: lo spazio è molto suggestivo, complici le vetrate sul quartiere animato e la vista – dal terzo piano particolarmente suggestiva – sulle ghiacciaie del XVIII secolo. Le botteghe sono ventisei, come vi avevamo detto già, e miscelano prêt-à-porter di stellati (Del Cambio, Magorabin e Davide Scabin), in versioni inedite, a street food e negozi per la spesa.
Dunque vedrete una brigata firmata Farmacia del Cambio al lavoro su tonno di coniglio e vitello tonnato da una cucina affacciata sulla grande “piazza” del Mercato Centrale, accanto a un Girarrosto, Trapizzini fumanti, coppette di gelato dell’immancabile Alberto Marchetti.
Dal canto suo Davide Scabin, celebre chef, nonché stella Michelin per il Combal.Zero di Rivoli, si presenta con una proposta alternativa: uova strapazzate, miaccia (risposta saluzzese alla piada romagnola) e frittate, anche take away, perché, parole sue “Ci pensate alla figura che vi fate se vi presentate a cena con una frittata?”.
La bottega più convincente del trio stellato, senza dubbio, al momento sembra quella di Marcello Trentini (aka Magorabin), che con “Fata Verde” scenografa un vivaio di piante e erbe aromatiche, protagonista la cucina regionale popolare a base di verdura. Punto i miei 5 centesimi: sbaraglierà la concorrenza a suon di erbazzone.
Al centro, caffetteria e birreria: si consumano caffè della torrefazione di Franco Mondi disponibili in varie estrazioni (l’espresso costerà un euro, mi dicono), e, birra Ichnusa e Hibu (insomma Heineken), non artigianale, ma va beh. Si recupera con pane – una meravigliosa panetteria con pizza alla romana in teglia, croissant, grissini e pani allettanti, preparati davanti alla clientela – e farina. Viva la Farina mette un piccolo mulino a disposizione dei visitatori: si molisce segale, saragolla, monococco e grano duro, si compra la farina sfusa e, volendo, ci si fa preparare un mi mix di farine ad hoc, in base a ciò che si vuole cucinare.
Il secondo piano al momento è in corso d’opera, con i laboratori in costruzione e “La distilleria” – l’unica bottega che rimane aperta fino alle 2 di notte, mentre gli altri punti del Mercato Centrale chiudono a mezzanotte – chiccosissima, che ruba lo sguardo, con i signature cocktail di Simone Mari fatti in collaborazione con Birra Baladin e un salotto al riparo dal viavai sottostante. Un secondo piano fortemente caratterizzato dai negozi di abiti e calzature, quelli rimasti nel Palafuksas, non particolarmente allettanti.
Grande rilievo ai formaggi, come è nello spirito del Mercato Centrale: il focus sul territorio in cui si insidia e sulle sue priorità gastronomiche. Ed ecco che il comparto caseario ha una doppia anima, due botteghe dedicate, con le selezioni di Beppino Occelli e Beppe Gioviale, una più importata sul burro, sulle Langhe e sugli alpeggi, l’altra franco-piemontese, con tanta capra, parecchi latti crudi e una bellissima scelta di salumi.
Novità assoluta per Cortilia, il mercato agricolo online che per l’occasione si è fatto negozio offline e cucina, alternativa healthy alla cucina piemontese e toscana che domina pesantemente – e in tutti i sensi – il Mercato Centrale Torino. Quindi si consumano bowl in loco, insalate miste preparate al momento con i prodotti dei contadini affiliati a Cortilia, e si può assaggiare, fare la spesa sul posto, ordinare e farsela mandare a casa o viceversa, riempire il carrello digitale e poi ritirare al Palafuksas.