Napoli non ha molta simpatia per il gelato naturale, o ancora per il gelato totalmente artigianale: sebbene il claim “gelato naturale” sia usato ed abusato, in realtà la nostra ricerca di gelaterie artigianali, su Dissapore è ogni anno molto complicata, e “scendendo” a Napoli la situazione non migliora di certo. Per questo Landolfo Gelato Artigianale, a Grumo Nevano (NA), paesone di 19 mila anime a ridosso con la provincia di Caserta, è una bella scoperta.
In una casbah di strade e traffico non ben definita e – gli abitanti mi perdoneranno di sicuro – non ci sono grandi attrattive da permettere ad una gelateria alternativa alla solita solfa a base di semilavorati di attecchire senza rischiare troppo.
E invece la gelateria dei fratelli Landolfo – Vittorio e Davide – da più di due anni pare faccia un discreto lavoro, affermandosi bene sul territorio. Siamo andati a provarla, così da stabilire una volta e per tutte cosa significhi fare un gelato “diverso” a Napoli e il risultato sia all’altezza delle nostre aspettative.
L’ambiente
Landolfo – Gelato artigianale si trova in una delle piazze centrali di Grumo Nevano, facilmente raggiungibile a piedi lasciando l’auto poco distante. La gelateria si affaccia su strada ma è in un bel palazzo antico con corte interna, con un piccolo dehors davanti ottenuto sfruttando il porticato.
Il laboratorio per la lavorazione del gelato è a vista, con vetrina su strada e sul negozio. L’ambiente è quello tipico di una gelateria costiera, un po’ marittimo ma senza eccedere. C’è giusto un tavolino con qualche posto a sedere anche all’interno. Niente di eccessivo. Il banco con i gelati è a vista, quindi niente pozzetti ma le vaschette ben in vista per andare incontro a quelli che il gelato hanno bisogno di vederlo (e da queste parti sono in parecchi).
Grazie ad un sistema di pannelli fotovoltaici, la gelateria utilizza parte della propria energia proveniente da fonti sostenibili; all’interno del palazzo storico è presente un vasto giardino con alberi da frutto ed orto: parte della frutta per i sorbetti e le granite proviene proprio da lì.
Il gelato
Il banco si apre con una decisa virata sui gusti classici. Sorbetto al cioccolato monorigine, cioccolato al latte, stracciatella, altre creme e i sorbetti invece dall’altro lato. Separate, invece, le granite con frutta di stagione. Non manca qualche piccola deriva golosa per chi proprio non resiste, come il cioccolato fuso opzionabile per il cono.
La prima coppetta d’assaggio (piccola, ma generosa) è Torta Sacher (cioccolato, confettura di albicocche e crumble di pastafrolla) insieme ad un classicone, ricotta e pere. Siamo ancora un po’ altini di zuccheri rispetto ai gelati artigianali che vanno da Roma in su, certo. Ma è un ottimo inizio, tecnica ce n’è ed anche una certa inventiva in fatto di gusti. La pera semicandita è di varietà pennata e mantiene la sua consistenza grazie ad una lavorazione accorta, che prevede anche il frutto in infusione nel suo stesso decotto. Buono anche il gusto Malaga, un po’ d’antan ma fatto con criterio: l’uvetta è lasciata macerare per circa quindici giorni in rum ed il gusto intero acquista una rotondità alcolica interessante.
Altri assaggi sparsi e degni di nota: Foresta nera, gusto arricchito da pan di Spagna fatto in casa bagnato nel liquore Sangue Morlacco. Riso allo zafferano, fatto da una crema con alla base riso Acquerello invecchiato sette anni. Ananas e foglie di basilico, un fine pasto freschissimo per gli irriducibili della frutta.
Buona la panna, naturalmente ottenuta da latte fresco intero ed arricchita con una infusione di baccelli di vaniglia. Una coccola golosa. L’offerta è completata da una serie di torte semifreddo e gelati piccoli su stecco.
Prezzi
I prezzi della Gelateria Landolfo sono leggermente contratti verso il basso, considerando quelli delle attuali gelaterie artigianali: 18,00 euro al chilo è pochino. Le coppette vanno dai 2,50 euro a salire, con quantità generose.
Opinione
La gelateria Landolfo riesce a trovare una quadra giusta nella non proprio rosea situazione delle gelaterie napoletane: proporre un prodotto diverso, di buona qualità, con uno studio solido sullo spalle e in evoluzione, senza deludere il palato più zuccherino che abita questi luoghi. Non manca sicuramente una certa voglia di sperimentare, come notato negli assaggi di riso allo zafferano e gorgonzola pera e noci (sopra Roma sarà la normalità, ma fidatevi, da queste parti è rivoluzione).
PRO
- Location caratteristica
- Sperimentazione rara sul territorio
CONTRO
- Un grado zuccherino leggermente alto