A volte ritornano e sono più convincenti di prima. No, per fortuna, non si tratta di collegiali USA un po’ inquietanti, ma dei piacevoli ed equilibrati gelati di Pina Molitierno. Dopo alcuni anni di chiusura della sua attività commerciale – che non ha conciso con la fine del suo studio e delle sue forniture per terzi – la Molitierno ha riaperto, lo scorso luglio, una gelateria a Caserta, “La Fenice Gelateria e Yogurteria Artigianale“. I locali sono gli stessi di Vanilla Ice, sua precedente creatura e vecchia conoscenza di Dissapore.
La Fenice Gelateria a Corso Trieste: l’ambiente
Il locale piccolo e rifinito dà l’idea di essere fresco e giovanile, senza essere troppo urban o troppo girly. E, del restro, Molitierno, mastra gelatiera di lungo corso, è proprio così. Rigorosa, un po’ ruvida, essenziale.
Per questo suo rientro, Pina ha voluto puntare la propria attenzione non solo sulla ricerca delle migliori materie prime e di ricette sempre più precise, ma anche su una più corretta preparazione dei suoi gelati. In particolare, due sono i risvolti che stanno guidando il suo studio: l’abbassamento dei valori zuccherini e il miglior utilizzo delle fonti energetiche per la produzione. Limitare l’aggiunta degli zuccheri è uno dei focus dei nutrizionisti per i motivi più noti, pochi purtroppo ancora sono i pasticceri e, in generale, gli operatori artigiani del food che cercano di applicare ai propri prodotti questa regola aurea.
La Fenice Gelateria e Yogurteria Artigianale: prezzi e gelato
Per Molitierno, invece, usare adeguati dosaggi di zuccheri, significa da un lato valorizzare al massimo il gusto delle materie prime che seleziona per i suoi gelati, senza alternarne surrettiziamente la percezione, dall’altro poter utilizzare temperature più elevate per la loro conservazione. Ugualmente, sempre per consentire una migliore degustazione delle sue creazioni, Molitierno usa per il proprio locale una climatizzazione bilanciata che sia piacevole durante le ore più calde del giorno ma che non comprometta lo scioglimento del gelato.
Infine, vengono impegnati macchinari ultramoderni che consentono un elevato risparmio energetico.
Resa felice Greta Thumberg e sorridente Valter Longo, saggiamo questi gelati dall’apparire prodigioso. Non tradiscono le aspettative: il giusto tenore zuccherino si traduce al palato in sentori più rotondi e netti; in retrogustazione la bocca appare pulita, senza patina sulla lingua e non si avverte particolare senso di sete (effetto tipico dell’eccesso di zuccheri).
I pozzetti sono numerosi, senza essere sovrabbondanti; i gusti invitanti – e alcuni molto originali – ma non cadono mai nella tentazione del foodporn. Più preoccupanti le barrette da realizzare e pimpare sul momento con i propri topping e decorazioni preferite: pare siano molto richieste dai ragazzi, Dio li perdoni. Una concessione alla faciloneria che non ci aspettavamo dalla rigorosa Pina. Tutto sommato, almeno sulla carta (visto che ci siamo guardati bene dallo sceglierne uno) possono funzionare. Innegabile il pregio di distogliere i ragazzi da prodotti davvero deteriori e realizzati con materie di larghissimo consumo. Prezzi più che controllati, al kilo il gelato sfuso si attesta sui 22 euro. La coppetta e il cono medi a 2,50 euro. I semifreddi e le torte variano a seconda delle complessità ma restano decisamente equilibrati.
Panna sì o panna no? Panna forse! Personalmente nun ce piace! Quindi mi immolo per la patria con un micro assaggio: buona e realizzata ovviamente in casa. E’ venuto fuori che nell’annosa querelle (di capitale importanza, letteralmente visto che può turbare almeno un romano su due) se la panna si debba pagare o meno, la Moliterno abbia una posizione mediana. Gratis se deve essere solo uno sbuffo, da considerasi un vero e proprio altro gusto se più abbondante. Possiamo dormire sonni sereni, adesso. Ovviamente, a patto di non essere romani.
Menzione speciale per la versione del gelato al pistacchio realizzata con tutte le parti dell’imperdibile seme. Lodare oggi qualcosa che abbia a che fare anche solo alla lontana con questo ingrediente imperversante è un enorme atto di coraggio, voglio sottolinearlo. Ma farvelo provare, cari gastronomi intransigenti, val bene il severo rischio di farci sbertucciare!
Notevole anche la mandorla e la cioccolata scura. Interessante il gusto Buffoncello, inno alla campanità e chissà magari anche al campanilismo (ah, ah gli zuccheri seppur calibrati giocano brutti scherzi!): latte di bufala e limoncello.
Da migliorare i coni, buoni ma non all’altezza dell’ottimo gelato proposto.
Ci si può spostare da Napoli, per mangiare il gelato a Caserta? Forse la sostenibilità non lo consentirebbe, ma se usate macchine elettriche e venite su in più di tre persone. Insomma, sì!
Opinione
Pina Molitierno, mastra gelatiera aversana, è una artigiana solida e tradizionalista che ama attualizzare i propri gelati con ricerca e attenzione all’ambiente e ai valori nutrizionali. La Fenice, risorta durante l’estate 2023 negli stessi luoghi di Vanilla Ice (prima storica attività della Molitierno), si candida a essere un punto di riferimento per l’artigianale. Non solo per Caserta città ma anche per tutta la Campania, visto lo straniante deserto dei gelati napoletani. Gusti orginali ma non piacioni e qualche misurata concessione ai palati più giovani fanno de La Fenice un luogo da non perdere.
PRO
- Pina Molitierno creativa e precisa nella ricerca di ingredienti migliori
- Locale grazioso e curato
- Ottima pulizia
- Ottima gestione delle temperature di servizio
CONTRO
- Concessione al food da ggggiovani che non ci aspettavamo anche se non troppo spinto
- Cialde da migliorare