La nostra recensione de Il Mercante a Venezia, cocktail bar in Campo dei Frari che si distingue dalla mediocre offerta cittadina in fatto di mixology.
Vi avevamo già raccontato quanto sia difficile trovare un cocktail bar a Venezia, spiegandovi che nella città d’elezione dello spritz, e – per i più duri e puri – dell’ombra di vino, riuscire a trovare un contesto in cui cocktail e spirits non siano un elemento marginale ma abbiano invece un loro spazio dedicato, sia una ricerca che per il momento non riesce a dare la giusta soddisfazione. Chi ama il mondo della mixology, insomma, è costretto a passare dai bar degli hotel di lusso – magari avendo l’accortezza di portare con sé un cambio d’abito, nel caso in cui sia richiesto il dress code – a quelli meno impegnativi in cui, scorrendo la carta, dopo spritz, succhi di frutta, caffè e amari, riesce finalmente a trovare un elenco scarno di cocktail: in entrambi insomma, si è sempre di fronte a spazi in cui i cocktail sono un “anche” rispetto all’offerta principale e non dei protagonisti assoluti.
Ecco perché sapere che esiste un posto in cui l’arte della miscelazione è nata da una volontà specifica di darle il giusto valore, ci ha incuriosito e spinto alla visita. Ovviamente con un carico di aspettative elevato, reso ancor più pesante dalla fama che accompagna il luogo e dai riconoscimenti ricevuti. Il cocktail bar di cui si parla è Il Mercante.
Il cocktail bar
Siamo in Campo dei Frari, accanto alla chiesa omonima e all’archivio di stato di Venezia. Qui, dalle ceneri dello storico Caffè dei Frari – conosciuto sin dal 1870 – nel 2016 Alessandro Zampieri, forte di una lunga esperienza nel settore, ha tentato l’impresa e ha aperto un luogo che fa del passato mercantile di Venezia, delle contaminazioni e del suo ruolo di porta verso l’Oriente, il tratto caratteristico.
Il nome omaggia la città lagunare ma anche i grandi viaggiatori, avventurieri, capitani, esploratori, marinai e condottieri. I cocktail tuttavia rappresentano solo una parte dell’indubbio fascino del luogo: oltre al piano terra, più tradizionale, nel quale sono il bancone durante la preparazione ed i quadri originali ad attirare lo sguardo, è infatti il secondo piano – che si sviluppa attorno ad un ballatoio illuminato a pioggia da lampadine appese a lunghe corde – con pareti dipinte secondo una precisa scelta cromatica che induce ad un consumo più rilassato e raccolto, e arricchito da scelta di arredi e stoffe dai colori intensi e cupi, a riportare immediatamente ad un fascino da speakeasy. Divani di velluto, poltrone di pelle, lanterne e lampade liberty: l’estetica insomma sottolinea ciò che la carta descrive.
I cocktail di Alessandro Zampieri
Preparatevi ad un consultazione della carta piuttosto lunga: più che una drink list un carnet di viaggio, ad un diario letterario dei grandi navigatori. L’attesa viene alleggerita da una piccola accortezza cortese: vengono servite acqua aromatizzata e salatini.
La carta, dicevamo, è costruita attorno a due percorsi, uno fisso con creazioni originali e sempre presenti, uno stagionale le cui proposte si ispirano ai grandi viaggi del passato. Nello specifico, dopo Marco Polo e Ferdinando Magellano, quest’anno è la volta di Francis Drake, corsaro, comandante inglese, pirata. La composizione dei cocktail, oltre alle basi alcoliche, si muove tra spezie, frutta, sciroppi, frutta e verdura con competenza, misura, originalità ed un pizzico di furbizia.
Tuttavia, dobbiamo ammettere che – pur essendo prevenuti ogni volta che un locale viene lodato e celebrato con lustrini e fanfare – un servizio cortese, impeccabile e per nulla autocelebrativo o supponente, unito ad una proposta curata, elaborata, e che accosta ad ogni cocktail un “side” da assaggiare per valorizzare ancor più le miscele, hanno confermato i giudizi positivi di cui avevamo letto.
Nel dettaglio, dopo una lettura della carta che è durata un bel po’, la scelta è caduta su Hispaniola (Mama Juana preparato con sherry dolce e rum Clairin, cordiale di ibisco e zucchero muscovado, Peychaud bitter, grappa al tabacco Capovilla), solare, ma dalla complessità che si apre lentamente, e The Reef (Nikka Coffey Grain whisky, fiori della passione, mango chiarificato, pimiento dram e lavanda) più cupo, aromatico e profondo. I prezzi partono da 10-11 euro, in linea con il contesto.
Amplissima la selezione alcolica che comprende gin, bourbon, whisky, sherry, rum, pisco, mezcal, cognac.
A voler fare i puntigliosi a tutti i costi, l’unica osservazione/consiglio che ci sentiamo di dare è quello di affiancare le proposte originalissime ad una selezione di cocktail più classici, per misurarsi e per consentire a chi inizia ad accostarsi al modo della mixology di poter acquisire un bagaglio culturale e letterario necessario per poter poi comprendere anche le variazioni e la creatività. Non dico di mettere il Bloody Mary in carta, ma qui si parte subito da signature articolatissimi.
Informazioni
Il Mercante
Indirizzo: San Polo, 2564
Numero di telefono: 0414767305
Orari di apertura: dal martedì al sabato dalle 19 alle 2. Chiuso domenica e lunedì
Sito Web: ilmercantevenezia.com
Tipo di cucina: cocktail bar
Ambiente: suggestivo e accogliente
Servizio: professionale e molto cordiale
Voto: 4.3/5
[Foto: Caterina Vianello per Dissapore]
Opinione
Il Mercante è ad oggi, secondo noi di Dissapore, il miglior cocktail bar della città. Esattamente quello che ci si aspetta dalla mixology di qualità, che dati i prezzi non propriamente popolari richiede un locale e un servizio all’altezza, oltre a una buona dose di sperimentazione.
PRO
- Ambiente suggestivo e accogliente
- Servizio professionale e molto cordiale
- Drink list originale e davvero interessante
CONTRO
- Qualche classico sarebbe di conforto anche all'avventore meno preparato