Non siete prevedibili turisti e per voi Venezia non è solo bacari e spritz: ecco una fotografia diversa della città, una mappa delle migliori enoteche a Venezia, nella quale le tappe sono segnate da impareggiabili selezioni di vino, imperdibili wine bar con cucina e vinerie con cicchetti.
Ogni oste ha ovviamente il suo stile e le sue etichette di riferimento, tra piccoli produttori indipendenti (qualcuno ha detto vini naturali?) e icone del vino, così come differenti sono anche le proposte gastronomiche che accompagnano calici e bottiglie. A voi la scelta.
I conservatori del cicchetto possono stare tranquilli: troveranno pane per i loro denti. Chi invece pensa di bere solo spritz a Venezia, invece, per una volta, si sbaglia.
Ecco le migliori 7 enoteche a Venezia, che potrebbero cambiare la prospettiva della città.
Cantina Arnaldi
Santa Croce, 35
Aperto nel 2015 ricavandolo da un antico magazzino di Palazzo Arnaldi (dal 1500 dimora di una potente famiglia veneziana), Cantina Arnaldi si trova in una posizione strategica, contemporaneamente vicina a Piazzale Roma ma nascosta al passaggio turistico di massa. Il merito di aver dato vita ad un luogo che non è un bacaro, o almeno che si discosta dal tradizionale stereotipo veneziano per essere invece enoteca con accompagnamento di piccoli assaggi golosi, è di Andrea e Katia, giovani, appassionati e capaci.
Per una volta non partiamo dai cicchetti ma dal vino: una settantina le etichette disponibili, visto che lo spazio di stoccaggio è limitato (ma la rotazione è buona), con molta attenzione dedicata ai prodotti naturali e artigianali, ma senza radicalismi e chiusure. In accompagnamento: polpette, bruschette, crostini, taglieri di affettati e formaggi (con attenzione alle nicchie e ai presidi Slow Food).
Vino Vero
Cannaregio 2497, Fondamenta della Misericordia
A metà strada tra il bacaro, l’enoteca e il wine bar, come vi dicemmo poco tempo fa. Confermiamo tutto e, rimandandovi alla recensione di Vino Vero, vi ricordiamo che qui, tra i molti locali che affollano la Fondamenta della Misericordia, è rigorosamente bandito lo spritz. Del resto, pensiamo che per una volta – e soprattutto dopo aver fatto un giro corposo – possiate farne a meno.
Adriatico Mar
Ponte Vinanti, Calle Crosera, 3771
Aperto da poco tempo, si rifà all’antica tradizione delle malvasie, che al tempo della Serenissima erano luoghi di mescita che prendevano il nome dal vino che vi veniva servito, proveniente prevalentemente da Malvasia (città della Morea). Non si vendeva vino locale ed era proibito pure vendere cibo. Se fortunatamente il divieto di servire assaggi e cicchetti è stato superato, all’Adriatico Mar rimane invece l’impostazione di un tempo, con la volontà offrire una selezione accurata dei prodotti delle sponde dell’Adriatico.
L’accompagnamento è gastronomico – piccoli panini o taglieri di salumi e formaggi particolari – e culturale, con uno spazio dedicato ai libri sulla storia veneziana. Siamo dalle parti di San Pantalon e sappiate che ci si può arrivare anche in barca, visto che c’è un “ingresso” dalla parte del canale. Il consiglio è quindi quello di farvi amico un veneziano nativo e farvi scarrozzare.
La Mascareta
Calle lunga Santa Maria Formosa, 5183
Ci perdonerà Mauro Lorenzon se inseriamo la sua Mascareta nell’elenco delle enoteche. Dovete infatti sapere che è stato lui, l’oste dall’abbigliamento bizzarro, a coniare il termine, ed il concetto, di “enoiteca” proprio per distinguerlo da quello di enoteca. L’idea nasce da un suggerimento di Luigi Veronelli, amico e sodale, che voleva giocare sulla parola greca oinoiché, cioè casa del vino, come a dire che l’osteria deve essere un luogo familiare ed accogliente.
Aperta nel 2002, la sua Mascareta è un luogo imperdibile per gli amanti del vino, oltre che riferimento per il Movimento delle Enoiteche, associazione che si è data un decalogo rigido: sono enoiteche solo quelle mescite che hanno una rappresentanza di almeno 100 vini prodotti da vitigni a vocazione diversa, di almeno 10 regioni italiane, 5 regioni francesi e di 2 tipi di vino dall’estero (Francia esclusa), inoltre una selezione e mescita di 5 tipi di grappa e uno di brandy. Il 70% dei vini deve essere di produttori diretti (vitivinicoltori). Il servizio deve avvenire con calici a stelo trasparenti e la mescita di almeno 24 tipi di vino delle diverse categorie (spumanti metodo Charmat, metodo classico, Champagne, bianchi, rosati e rossi tranquilli, vini dolci e liquorosi) deve avere una rotazione quindicinale.
Se le regole vi piacciono, sappiate che qui troverete oltre 1000 etichette e che si aprono e si stappano bottiglie anche per un solo calice.
Vineria all’Amarone
Calle Sbianchesini, 1131
Siamo in zona Rialto e, come suggerisce il nome, qui l’attenzione per il territorio veronese, ed in particolare al Valpolicella, è notevole. Non a caso una delle proposte di assaggio più gettonate è quella di una selezione di 5 calici di Amarone da diverse cantine. Tuttavia c’è anche la possibilità di spostarsi dal veronese con degustazioni che conducono, tra le altre regioni, in Piemonte, Toscana, Abruzzo, sempre con i 5 assaggi.
Ovviamente si può scegliere anche al bicchiere o alla bottiglia (ed acquistare anche, nel negozio a lato): qualsiasi sia la scelta, il consiglio è comunque quello di accompagnare l’assaggio con una selezione di affettati, formaggi, cicchetti o piatti dalla cucina, sui quali vincono, neanche a dirlo, gli gnocchi all’amarone.
Osteria I Rusteghi
Corte del Tentor, 5513 Campiello del Tentor
Una dozzina i coperti per questo minuscolo gioiello nascosto in un piccolo campo vicino al Ponte di Rialto. Enoteca di alto livello con accurata offerta gastronomica, è gestita da Giovanni D’Este, che ha ereditato dai genitori e prima ancora dal nonno la passione per il buon vino e il cibo di qualità. Il nonno fu il primo ad importare a Venezia i vini del Meridione, mentre si deve ai genitori l’idea di dar vita ad un locale in cui la dimensione dell’osteria non rimanesse confinata nelle strette maglie del bacaro ma diventasse un luogo di eccellenze.
Originariamente aperto in calle della Bissa nel 1990, I Rusteghi sotto la guida di Giovanni è diventato un’enoteca raffinata che accosta ai vini sia taglieri di salumi e formaggi, sia una cucina con pochi ma curati piatti. Ricordatevi di prenotare: lo spazio è minuscolo e anche se c’è la possibilità trovare posto all’aperto, nel piccolo campiello, il rischio di rimanere a bocca asciutta è alto.
Mezzopieno
Fondamenta dei Ormesini, 2831
Vi abbiamo portato diverse volte in Fondamenta degli Ormesini. Non solo per un giro turistico (è obiettivamente affascinante, sistemata dietro al Ghetto di Venezia, inducendo alle passeggiate lunghe e agli aperitivi ancor più lunghi), ma anche per i bacari. Ora ci torniamo di nuovo per un posto che è minuscolo, tanto per cambiare, ma che è capace di farsi scrigno di selezioni accurate.
L’ottimismo è nel nome, la cordialità sta dietro al bancone e i vini, tra naturali e convenzionali, belli ordinati alle pareti. Tra tavoli mignon e sedie dei licei di un tempo (quelle che segavano le gambe a metà coscia, insomma), è accurata anche l’offerta di cicchetti, pochi ma di estrema qualità: paninetti e tramezzini vincono sul resto.
[Immagine di copertina: Banksy / Adriatico Mar]