Dove eravamo rimasti? Usare le parole di Enzo Tortora può sembrare fuori luogo per la recensione di un pub, ma sono le stesseche ho rivolto allo staff del mio locale del cuore, la Luppoleria di Piacenza, citta’ duramente colpita dal Covid-19, quindi sono certo che mi perdonerete.
Dopo tanto buio è arrivato finalmente il momento di scacciare via i brutti pensieri, di rialzare la testa , di tornare alle vecchie abitudini, e quale miglior modo di riaffacciarsi alla vita di tutti i giorni se non quello di ritornare on the road alla ricerca del pub perfetto.
Pertanto, appena mi è stato concesso, ho deciso di ripartire col botto da un locale che non ha bisogno di presentazioni: l’Arrogant Pub di Reggio Emilia, riferimento italiano per la birra artigianale vuoi per la selezione delle birre, vuoi per le attività parallele nel settore del suo proprietario (nonché publican), vuoi perché di pub con una cucina così nel nostro Paese se ne trovano pochi.
Il locale, le birre
Siamo nella prima periferia della città, i cui abitanti vengono apostrofati col non troppo simpatico appellativo di “testa quedra” , ossia testa quadrata, dai dirimpettai modenesi. Al timone dell’Arrogant c’è Alessandro Belli, “Alle” nell’ambiente birrario, publican e organizzatore di eventi pionieristici quali United Indipubs e il Sour Festival, IL festival delle birre acide.
Situato al piano terra di un complesso ad uso commerciale, il locale si sviluppa in un unico ambiente (senza troppe pretese), con la possibilità nella bella stagione di sfruttare l’ampio spazio esterno.
Ad oggi, nonostante le misure di distanziamento sociale, può contare su circa 90 sedute tra interno ed esterno. Due lavagne a muro riportano l’offerta di cibo e bevande, una lavagnetta portatile di tavolo in tavolo riporta un estratto del menù, su ogni tavolo è possibile con il QR code visionare comodamente da smatphone o tablet tutta l’offerta.
Due team distinti, per sala e cucina, fanno presagire che non ci si trova nel classico pub dove il panino è lasciato al caso, giusto per soddisfare gli sbalzi glicemici di chi beve da quattro ore. La cucina inizia il lavoro al mattino presto; ci si appoggia a fornitori solo per il minimo necessario, tutto il resto è preparato in casa, giornalmente, dalle salse ai dolci, dalla pasta ai lievitati.
L’assenza di caratterizzazione della sala è compensata da un servizio che è un piacere per gli occhi. Almeno per chi, come me, tollera poco ritardi e sbavature (i pub sono una cosa seria, dannazione).
Guardando lavorare la sala e il banco dell’Arrogant ci fa l’idea che non un solo passo, non un solo movimento, venga sprecato: ciò, unito agli snelli temi della cucina, rende l’esperienza del servizio perfetta.
Le birre alla mescita al momento della mia visita erano quattordici, con una selezione varia e di altissimo livello che spaziava tra mostri sacri e nuove leve brassicole. Decido di iniziare con una doppietta di Mönchsambacher lager, bassa fermentazione tedesca ben conosciuta agli appassionati italiani. Chiara, leggermente velata, un naso che ti riporta ad un contesto bucolico collinare passeggiando idealmente tra arnie da miele d’acacia e campi di fiori e di fieno falciato.
Bevo avidamente, assaporando il ritorno delle fresche note mielate ed erbacee al retro-oflatto, e commosso da cotanta perfezione e purezza dimentico per un momento la collina: mi sembra quasi di venire catapultato in un pomeriggio denso di nubi e vento, in una fine estate di tanti anni fa a Forte dei Marmi, dove una ragazza chiese “ ma cosa fai, piangi?” ed ottenne come risposta “ no….è la pioggia”.
Era una citazione.
Proseguo con una esplosiva Tipopils del Birrificio Italiano, estremamente erbacea, direi quasi illegale per facilità di bevuta, ma soprattutto per le sensazioni olfattive che rimandano alla marijuana.
Difficile da trovare, e quindi ordinata a scatola chiusa, senza indugio, la Fantome Saison, la roulette russa delle birre belghe: esecrabile per la maggior parte delle volte, in questo caso l’ho trovata da decollo verticale. Roba che Elon Musk levati proprio.
Disclaimer: se è vero che la cura delle vie e il servizio incidono effettivamente sulla birra servita, dalla pulizia alla temperatura, sia chiaro che questa lotteria vinta (un Fantome trovato in forma, intendo) non ha nulla a che vedere con il pub che me l’ha servita: semplicemente è uno di quei produttori tutto genio e sregolatezza. Ebbene, a questo giro il genio si è palesato trionfalmente con il suo tratto distintivo, il rimando olfattivo alla fragolina di bosco, un sentore donato esclusivamente dal particolare lievito utilizzato che ti accarezza con il fruttato ma ti consegna una birra dal gusto leggermente mandorlato e una acidità spiazzante, che in questo contesto è sacrosanta e impeccabile. Applausi a scena aperta.
La cucina, il menu, i piatti
L’offerta si compone di alcuni frittini, per proseguire con una carrozzata scelta di svariati hamburger, primi piatti, taglieri e dolci.
Per iniziare niente di meglio di qualche fritto, quindi apro le danze con lingua di manzo fritta e crocchette di ortica e scamorza. Ecco, vedete, se esiste un girone all’inferno per chi non riutilizza il grasso del guanciale, certamente ne esiste anche uno per chi non apprezza la lingua.
La lingua dell’Arrogant è fritta alla perfezione ed è tremendamente buona, servita in accompagnamento con le salse home-made tra cui la menzione d’onore va attribuita ad una monumentale maionese al Parmigiano Reggiano.
Assaggio questi piccoli bon bon e automaticamente il sorriso aumenta, aumenta, aumenta, fino ad oscurare le pur buone crocchette di ortica e scamorza che si ritrovano ad essere comprimarie ma tant’è , anche nella nostra storia sportiva recente abbiamo avuto un solo Roberto Baggio, ed il resto seppur ottimo ha sempre e comunque fatto solo volume.
A stomaco già rodato e predisposto arriva il momento di scegliere il piatto forte, l’hamburger.
Faccio scorrere la lista, interessante e libidinosa, ma io voglio Er Vignola; 180 grammi di burger da vacca rossa reggiana, vignarola alla romana, pecorino grattuggiato e maio alla mentuccia. Quando arriva il piatto al tavolo rimango pero’ spiazzato dall’eccessiva dose di maio e di pecorino, e con l’incedere del morso mi ritrovo a gestire un panino il cui motore da De Tomaso Pantera è stato montato su una carrozzeria Garelli.
I succhi della carne e l’acqua rilasciata dalla vignarola hanno totalmente compromesso la tenuta del pane nella parte inferiore, sfaldandolo completamente e andando a comprometterne la riuscita finale.
Pur buono che possa essere un burger e la sua amalgama, se il pane non tiene è come tornare all’inizio del Monopoli, ed è questo che ancora la pressochè totalita’ degli attori della ristorazione da pub ancora non ha compreso.
Prezzi
Tutte le birre, in formati variabili, costano 5 euro. Fritti a 6 euro, dolci 5 euro, burger da 9.50 a 10 euro, contorni da 4.50 euro a 6 euro, piatti e taglieri da 10 euro a 14 euro.
Informazioni
Arrogant Pub
Indirizzo: Via Luca della Robbia
Numero di telefono: 338 1314307
Orari di apertura: Merc-Dom 19/2.00
Ambiente: Semplice
Servizio: Curato e veloce
Impianto: 15 vie disponibili tra spine, cask e bag in box