Siamo stati all’Antica Pasticceria Carraturo (dal 1837) a Napoli, zona Porta Capuana, indubbiamente una delle più antiche della città, frequentata sia dai napoletani che dai turisti più sgamati. Siamo andati a valutare se i dolci tradizionali mantengono alta la nomea del posto. La nostra recensione.
Pietro Carraturo, fondatore dell’Antica Pasticceria Carraturo 1837, doveva essere un uomo ben fortunato ma anche astuto: ai napoletani piacciono le leggende, e quella della famiglia Carraturo vuole Pietro un uomo umile e fortunato, che ebbe la ciorta – la sorte, intesa qui come buona sorte ndr – di andare a bottega dai migliori pasticcieri napoletani. E non solo: inventò pure la sfogliatella frolla, cioè quella con guscio di pastafrolla e sgravata di ingredienti costosi, adatta al popolino. Fu tra quei bottegai che fece la fortuna di Porta Capuana e che ancora resiste, ma andiamo con ordine.
Porta Capuana
Porta Capuana è uno degli ingressi più antichi della città di Napoli, edificata nel 1484, nonché sede del “Quartiere Latino” napoletano di inizio Novecento. Ad oggi, purtroppo, non è certamente una delle zone meglio tenute della città, ma c’è da dire che si sta facendo molto per la sua riqualificazione.
Innanzitutto, qui ha preso vita Made in Cloister, la versione napoletana del Refettorio ideato da Massimo Bottura, portato in giro per il mondo con la sua associazione Food for Soul; qui ha sede nel bellissimo chiostro di Santa Caterina a Formiello. Dopo una maxi apertura nel segno di pentole e padelle di chef stellati come Gennarino Esposito e di cuochi pescatori come Pasquale Torrente, periodicamente si alternano ai fornelli rappresentanti della cucina campana, per offrire ai senzatetto e bisognosi di Napoli un pasto degno. Oltre questo, la fondazione Made in Cloister ospita eventi Slow Food, proiezioni di documentari, film ed altre attività aggregative.
L’Antica Pasticceria Carraturo fa praticamente da guardia a questo scenario ingiustamente trascurato, col suo negozietto bar/pasticceria/coloniali vari che è una delle attività più antiche di Napoli. Porta Capuana è stato ed è uno snodo fondamentale per chi da fuori si reca a Napoli per restarci o proseguire il viaggio: si dice che il nome della zona derivi dal fatto che da qui passasse l’arteria che andava verso la città di Capua, ma “Porta Capuana” fu anche il nome di una delle municipalità di Napoli; motivazioni a parte, ben presto si diffuse la fama della pasticceria. Qui, i paesani sostavano e ne approfittavano per comprare il pasticciotto crema ed amarena, una specie di Transformer della pasticceria napoletana fatto con ingredienti vari, con guscio di frolla, crema all’uovo ed amarene.
Il nome “Carraturo” spunta un po’ qui e un po’ lì per la città – e pure per la provincia – dove i parenti pure alla lontana hanno cercato di far fortuna sul marchio.
Antica Pasticceria Carraturo: l’ambiente
L’ambiente è a dir poco spartano e non si discosta molto da altre pasticcerie baluardo di Napoli: una vetrina dedicata ai coloniali, bancone classico da bar, vetrina con i dolci classici della tradizione napoletana.
Poche rivisitazioni nel segno delle creme e del cioccolato, come invece si vede in altri angoli della città. Viene proposta la tradizione dura e pura e siamo qui per scoprire se ne tengono alto il nome. Le aspettative promettono bene, tra vetrine con sfogliatelle, babà e qualche altro dolce come il “biscottone”, una versione maxi di biscotto nato per la “colazione” , cioè lo spuntino che i napoletani solevano fare a metà mattina. Presente anche il banco caffetteria, con il caffè proposto leggermente più lungo della media napoletana, in tazza con monogramma del locale. Non bruciato, un classico caffè di servizio del quale però purtroppo non sono riuscita a distinguere aromi particolari.
Ci siamo un po’ persi per il locale, che per essere una pasticceria d’asporto offre davvero tanti spunti per perdere un po’ di tempo in attesa del proprio turno al banco. Una vetrina è interamente dedicata ai ricordi della famiglia Carraturo che, in effetti, in 180 anni e passa di storia devono essere un po’ tanti, compresi volti che si assomigliano di nonno in nipote ed un simpatico signore baffuto con mustacchio prorompente.
Antica Pasticceria Carraturo: sfogliatella frolla, riccia, babà classico
Sotto il segno dell’antenato Pietro Carraturo, il nostro assaggio non può che seguire la linea dettata dai suoi classici. Approfittiamo dei tavolini alti in un angolo, a dire il vero non particolarmente agevoli, ma c’è un clima di discreto relax nel locale, quindi la scomodità pesa un po’ di meno.
Partiamo con la sfogliatella frolla: all’apparenza sembra molto rocciosa ed anche lievemente brunita, coperta sapientemente con spolverate generose di zucchero a velo. Temperatura di servizio, tiepida/calda (anche grazie al forno dietro il banco, dove le sfogliatelle vengono rinvigorite giusto un po’ prima di servirle). Prezzo sostanzioso, 1,50 euro, grandezza nella media del palmo di una mano.
Se all’apparenza sembrava abbastanza granitica, già al tatto rivela calore e morbidezza sapiente, apriamo in due il guscio. La pastafrolla presenta chiare note vanigliate: delicata, non c’è un eccesso di strutto spesso presente. Ottimo il ripieno nelle sue proporzioni di ricotta e semolina, con un accento di scorza di limoni che dà molto la sensazione di estate e di costiera.
Nota di merito, il ripieno non si stacca dal guscio, cosa che personalmente ho in odio, visto che 3/4 delle volte rischi di restare con della fessa pastafrolla in mano mentre il ripieno ce l’hai sulla t-shirt. Pietro Carraturo: sarai felice di sapere che i tuoi discendenti continuano a fare un’ottima sfogliatella frolla.
Piacevolmente stupita dalla frolla, sosta tecnica con sorso d’acqua fresca e passo all’assaggio della sfogliatella riccia. Temperatura di servizio simile alla frolla, quindi tiepida andante al caldo, stesso prezzo di 1,50 euro. Meno zucchero a velo qui: molto bella a vedersi, ben chiusa e senza difetti di forma evidenti, compresa l’assenza di bruciature e/o fuoriuscite di ripieno.
Questo significa che si può comunque fare un buon prodotto essendo attenti ai dettagli, nonostante la richiesta continui ad essere sostanziosa. Quindi, locali storici, non trinceratevi dietro scuse: se ci riesce un 180enne, potete riuscirci anche voi.
Buona la fattura della sfoglia, che ha un crunch consistente e preciso: sapore complessivo buono, con la nota di limone che tende a sgrassare un po’ di sugna in eccesso presente nella riccia.
Concludo il trittico di assaggi con il babà napoletano, servito in piattino con monogramma del locale. Babà di dimensioni medie, leggermente più aggraziato di altri che incontreremo ed abbiamo già incontrato lungo la strada, prezzo di cartello il solito 1,50 euro.
Sul fondo del piattino, presente anche tovaglioli per trattenere la bagna in eccesso: cosa che sinceramente non riscontriamo. La pasta è elastica, ma non troppo, facile da tagliare. Il sapore è equilibrato, tendente però a far prevalere la bagna sulla pasta, con un prevalente retrogusto alcolico.
L’Antica Pasticceria Carraturo 1837 vale assolutamente la visita, visto che nel momento in cui scrivo è di sicuro tra le pasticcerie da visitare per assaggiare sfogliatella frolla e riccia. Bene non confondersi, però, con le altre sedi sparse in giro: visitate quella di Via Casanova, sullo sfondo c’è Porta Capuana, nelle immediate vicinanze c’è la meravigliosa chiesa di San Giovanni a Carbonara con il monumento a Ladislao I e relativo parco dedicato al re.
Dieci minuti di camminata e sarete nel centro storico. Non fatevi intimorire dalla rotta “poco” battuta dai turisti.
Informazioni
Antica Pasticceria Carraturo a Porta Capuana dal 1837
Indirizzo: Via Casanova 97, Angolo Corso Garibaldi 113 (Napoli)
Numero di telefono: 081 554 5364
Orari di apertura: Tutti i giorni orario continuato 7.00-21.30
Sito Web: https://www.carraturo.it
Tipo di cucina: Pasticceria e caffetteria napoletana
Ambiente: Informale
Servizio: Cordiale