Le 50 sfumature di grigio non sono solo quelle dei filmetti piccantini.
Applicate il concetto, ad esempio, anche alla gastronomia. Provate a non vedere solo il bianco o il nero, non catalogate tutto come stellato o bettola, ma usateli tutti questi benedetti toni del grigio. Ci sono posti che forse non brillano di luce propria, ma ai quali siamo affezionati almeno per una ragione, e la nostra ragione (manco a dirlo) si chiama cibo.
Lasciate perdere le sottigliezze, i tovagliati, le luci, i super menu degustazione e dedicatevi alla sostanza. Questi sono 40 indirizzi outsider da visitare almeno una volta e rigorosamente per un solo piatto.
Nessun fronzolo: un consiglio preciso, lapidario, univoco su dove andare per mangiare quel piatto, solo quello, ma che vale il viaggio, la pena, e in alcuni casi anche un vino della casa non propriamente da tre bicchieri.
Buon viaggio.
#1 La Grotta – Acireale (CT) – Santa Maria La Scala, piccolo borgo marinaro di Acireale. Cinque tavoli, conduzione familiare. Primi piatti così così, ma il vero unico motivo per andarci è l’insalata di mare fatta al momento con mazzancolle, occhi di bue, calamari, polpo e un intruglio segreto a base di olio e limone. E’ la migliore insalata di mare in Sicilia e forse anche oltre.
#2 Gran Ristoro, Sottoripa, Genova: un must per i genovesi che pretendono un panino unto e farcito come si deve; varietà incredibile di ingredienti (salumi di qualsiasi tipo, esposti nella vetrina direttamente sulla strada). Le combinazioni sfiziose (salse, pesto, conserve sott’olio, verdure grigliate) sono indicate in un tabellone, ma sono così tante che ci si perde. Un po’ lenti, ma il panino vale l’attesa. Posti a sedere all’interno: pochissimi; qualche tavolo fuori, sotto al portico della via in cui si trova il locale. Birra “commerciale”, qui vale la regola il bicchiere di vino senza pretese.
#3 Tandem, Napoli – Un solo motivo, ma ingombrante, si chiama ragù. Fatto alla vecchia maniera, quella delle ore, ore e ancora ore a sobbollire borbottando con tutta calma. Qui si sceglie il formato di pasta, o si opta per gli gnocchi, o (ancora più basico) si può scegliere anche la ciotola di ragù senza fronzoli. Da mangiare col cucchiaio, come tutti sognamo quando vediamo quel mitico pentolone.
#4 La trippa di Lillo, Terranuova Bracciolini – Sedetevi in uno dei tavolini esterni, non formalizzatevi e soprattutto non dimenticate i tovaglioli che vi salveranno la vita. Questo è il tempio del lampredotto, così, nudo e puro nel panino, come vuole tradizione. Un’istituzione da provare almeno una volta.
#5 Agriturismo Le Sacre Pietre, Sortino (SR) – La pasta coi tenerumi di Vincenzo è letteralmente una bomba. Tutta verdura dell’orto, una manciata di spaghetti spezzati, quattro gesti di polso sicuri, una di quelle ricette che ti lasciano a bocca spalancata, nonostante sia di una semplicità imbarazzante. Provate a rifarla a casa (a chi ha la fortuna di trovare i tenerumi, che al nord non ci arrivano) e poi ditemi se vi viene così. A me no.
#6 Friggitoria Carega, Genova – qui abbiamo un solo consiglio, che poi si declina al plurale: i fritti. Pare che tutto quello che passi di qui, da crudo, subisca un processo mistico di frittura che non dimenticherete. Pesce fritto meraviglioso, cartocci a peso, alici, sarde, baccalà, frittelle di erbette.
#7 Osteria Fratelli Pavesi, Gariga di Podenzano (PC) – Forse già lo sapete, ma qui esiste una cosa meravigliosa chiamata bomba di riso, una sorta di pallottola di riso che racchiude un cuore burroso di piccione. Il viaggio fino a qui vale anche solo per questo piatto che definire unico è un eufemismo. Forse vi basterà per un paio di giorni, ma ne vale la pena.
#8 Cremeria da Gabriele, Vico Equense – Metti una mattina a Vico. Metti di avere voglia di una colazione ricca e di sostanza. Dubbi non ce ne sono: alla Latteria da Gabriele si va per la brioches con gelato, perché semplicemente è una delle migliori in circolazione.
#9 Tavernetta all’Androna, Grado (GO) – Forse non sarò l’unica ragione per visitare questo ristorante, ma di certo il boreto alla graisana è quello che vi ci farà ritornare. Per chi non lo conoscesse si tratta di una sorta di zuppa di pesce del giorno, servita con polenta bianca. Poi ne riparliamo, eh.
#10 Pizzeria Resilienza, Salerno – Non di sola margherita. Qui ci verrete soprattutto per la sua versione sciantosa e platinata: la margherita bionda. Bandita l’ispirazione garibaldina al tricolore, qui si rimescolano le carte col pomodoro giallo di Paestum. Ci tornerete, e poi ci ritornerete ancora.
#11 Yogurteria Vannulo, Capaccio Paestum (SA) – Della mozzarella di bufala già sapete tutti, vero? In pochi, invece, sanno che una tappa alla yogurteria Vannulo si fa anche per il suo caffè segreto. Non è segreto per strani motivi, ma semplicemente perché ha due cucchiaini di panna di bufala nascosti sul fondo della tazzina. Ve lo siete già immaginato sul palato, vero?
#12 Gelateria Di Matteo, Torchiara (SA) – Non servono tanti fronzoli, basta dire cinque magiche parole: gelato al cioccolato, fichi, arancia. Classico gusto di cui non si può fare altro che innamorarsi.
#13 Ristorante Luna Galante, Nocera Superiore (SA) – Torna l’annosa questione: si può andare fuori a cena e mangiare ‘o scarpariello? La risposta è ovvia, perchè ci sono posti dove il pomodoro viene trattato bene, come merita, da VIP quale è sempre stato. Come qui, dove di pomodori se ne intendono per davvero.
#14 Degusta, Avellino – Solo una cosa: sedetevi tranquilli e ordinate la vostra porzione di la cipolla di Montoro ripiena di fonduta, una specie di soupe d’oignon al contrario, e probabilmente anche più buona della cugina d’oltralpe. Provateci, poi ci fate sapere.
#15 Pasticceria storica Pansa, Amalfi – State certi che, anche se in Costiera di cose buone ce ne sono parecchie, per la delizia al limone potreste anche fare qualche follia. Tra le tante che si possono assaggiare nei dintorni, quella imperdibile è quella di Pansa, un concentrato di sapori locali unico nel suo genere.
#16 Le Vent du Nord, Milano – Nella più cosmopolita delle metropoli italiane, dove si possono assaggiare un po’ tutte le cucine che vi saltano in mente, sappiate che tornerete in questo locale di ispirazione belga soprattutto per le cozze sugli scudi e per le patate fatte bene, cosa rarissima ahinoi.
#17 Pizzeria Re di Roma – Il supplì è sempre il supplì. Se dobbiamo sceglierne uno, scegliamo questo, perché è diventato un mito, perché una volta nella vita va fatto, perché comunque non è solo chiacchiere, ma sostanza. Fritta, per giunta.
#18 Salumeria Roscioli, Roma – Da Roscioli si viene per un solo, unico, totale motivo: la pizza con la mortazza. Pur nella sua “misera” semplicità, questo è uno dei sapori che non si dimenticano
#19 Al Quagliaro, Roma – Non che nel menu ci sia molto altro, ma in questo posto un po’ dimenticato da Dio ci si deve venire almeno una volta per la quaglia, la specialità della casa. Vino e ambiente non sono certo di gran classe, ma il piatto di quaglia, servita con 4 olive di numero e due fette di pane, è un’esperienza da provare almeno una volta.
# 20 La Capanna di Eraclio, Codigoro – La provincia di Ferrara parla la lingua degli scampi, dei gambarìn, delle moeche, dei bisàt, dei pesci San Pietro e delle alghe. Il fritto, ma anche il vapore (canocchie, polipetti, mazzancolle e verdurine croccanti con la maionese fatta in casa). L’importante è che si mangi rigorosamente pesce.
#21 Trattoria ai Due Platani, Coloreto di Parma – Qui si viene per la pasta fatta in casa. Su tutto vincono i tortelli di zucca: sfoglia sottilissima e condimento sobrio con Parmigiano e burro. Non serve niente altro perché possiate apprezzare l’erotico tortello. Dai tortelli di magro alla pasta al torchio non sbagliano un colpo. Si racconta che da qui escano 900 tortelli al giorno, e 18 quintali di zucche all’anno (ma solo del tipo Cappello del prete).
#22 Locanda dell’Arco, Cissone (CN)- Una volta seduti e messe le gambe sotto il tavolo, state concentrati e non ordinate piatti inutili e accessori. Qui bisogna assolutamente ordinare il tonno di coniglio longarolo, semplicemente meraviglioso.
#23 Agriturismo Mondragon, Tarzo (TV) – L’oca in onto è il loro cavallo di battaglia, ma da provare assolutamente è l’oca arrosto, mica male quella brasata, per non parlare del patè. Insomma, prendetela come vi pare, ma scegliete l’oca. Quella stessa che qui viene allevata all’aperto, in condizioni che definiremmo da “Geo&Geo”.
#24 Ristorante Impero, Sizzano di Ghemme (NO) – Qui, sappiatelo, si mangia bene. Quello che però in assoluto non dovete perdere è la paniscia novarese (ancora meglio nella versione saltata). Classico esempio del piatto che migliora il giorno dopo. Io non conosco altre panisce di questo livello, ve lo dico.
#25 The Family, circolo cooperativo, Albizzate (VA) – Di giorno potreste incappare in qualche torneo di scopone scientifico, ma di sera si archiviano i bianchini geriatrici e si apre la cucina. In un posto che sa d’altri tempi, nel cuore della provincia, l’hamburger di The Family è un miraggio ammericano DOP, con carne succulenta e pane casereccio: il tutto in salsa italica.
#26 Al Buffet da Pepi, Trieste – Non si vive di solo hamburger. Per questo esistono posti come questo che offrono un solo vero imperdibile panino: quello quasi “mortale” con porcina (coppa di maiale aromatizzata) e cren. Semplice, quasi monacale direi: solo in teoria però. Provare per credere.
#27 Malga Tuff Alm, Fie allo Sciliar (BZ) – Ad una certa altura, si sa, si viene spesso colti da fame assassina, e troppo spesso ci si accontenta di una polenta qualsiasi. Qui, invece, vale la pena venirci per il Kaiserschmarren, merendona dei campioni che prevede la vostra discesa a valle rigorosamente a piedi per smaltire. Ma ne varrà la pena.
#28 U Barba, Milano: Non è facile trovare una buona focaccia. E’ molto difficile, difficilissimo, trovare una buona focaccia genovese geograficamente fuori sede. A Milano, però, accade che ne abbiamo trovata una davvero notevole qui. Menzione per la farinata, per il resto il cibo è trascurabile, ma la focaccia è quello che vi spingerà a tornare.
#29 Caffè Finocchiaro, Avola (SR)- Sedetevi in piazza, rilassatevi al sole e godetevi il viavai del lento struscio siculo. Poi, dalla lista, trascurate pure il caffè ma scegliete la granita alla mandorla, tanto qui siete nel tempio della mandorla e non sbagliate. Di granite in territorio siculo ne abbiamo assaggiate parecchie, ma questa è quella che ci fa tornare la lacrimuccia al solo pensiero.
#30 L’Angolino di Via Matteotti, Lecce – Una bella puccia defaticante, dopo i bagordi natalizi, è quello che ci vuole. D’altra parte, qui nel cuore del centro di Lecce, si fa in fretta a farsene preparare una tutta verdure, visto che ce ne sono tante. Buona, bella, economica, e (non guasta) col giusto grado di “porcaggine” anche in versione green. Sì, ci tornerete.
#31 Osteria al Mascaron, Venezia – La mia prima volta al Mascaron aspettai più di un’ora per strada, ma si sa che Venezia durante il Festival del cinema è sempre imballata. Solitamente, dopo attese impegnative come queste mi aspetto grandi, grandissime cose e sono più critica che mai. Ma poi ‘sti veneziani mi hanno portato l’antipasto misto. Ed è stato amore. Non ricordo cosa venisse dopo, mi è rimasto in mente per lungo tempo solo l’antipasto (sarde in saor su tutto). Notevolissimo.
#32 Oasi del riccio, Savelletri di Fasano (BR) – Non fate gli schizzinosi, e voi ragazze non vi mettete i tacchi. Questo è un chioschetto dozzinale con bicchieri di plastica, piatti di plastica (spero nella raccolta differenziata, ma non ne sono certa) e nulla di elegante, fatta eccezione per i ricci di mare. Profumo di mare… nel piatto e fuori!
#33 La fraschetta dello Sceriffo di Ariccia – La porchetta è un’istituzione e non è facile sceglierne una sola in zona, ma noi optiamo per farvi fare un viaggetto di sola andata per l’unico piatto che qui valga davvero la pena. Porchetta e poi muori, non si dice così?
#34 La Gioiosa, Finale Ligure (SV) – Non so dire se oggettivamente questo sia il miglior pesto del mondo, ma nella mia classifica lo è di certo. Se tutto il resto è buono, ma dimenticabile, il pesto è una cosa che ho sperimentato più volte e che non mi ha mai deluso: dicesi ardita sicurezza al profumo d’aglio.
#35 Trattoria del Sole, Trebisacce (CS) – A questo indirizzo col pesce non si sbaglia, ma se volete scegliere il piatto della vita, allora optate per i moscardini con i fagioli che non vi deluderanno. Mai.
#36 Pasticceria della Nonna, Pejo Terme (TN) – Ma sì vabbè lo strudel, ma sì vabbè i bomboloni. Quello che davvero si deve assaggiare alla piccola, calda, famigliare pasticceria della Nonna è la Sacher. In molti casi l’ho trovata stucchevole e stancante, ma non qui, dove torno e non posso che ordinare sempre la stessa cosa, come un serial killer del cacao.
#37 Kamastra, Civita (CS) – Se non sapete chi sono gli arbresh questo è il momento di approfondire, anche e soprattutto a livello culinario. La shtridhla è una pasta casereccia che qui viene servita con sugo di cinghiale: ‘na sciccheria sconosciuta.
#38 Taverna di Arlecchino, San Giovanni Bianco (BG) – Quello che non potete proprio perdervi una volta arrivati in questo paesello sperduto, sono i casoncelli. Sodi, carnosi e soprattutto inondati di burro come è inciso nelle sacre scritture. Non vi azzardate a prendere altro primo all’infuori del santo casoncello.
#39 Friggitoria Nolese, Noli (SV) – La vera chicca per cui vale la pena di far visita alla friggitoria più frequentata di Noli sono di certo le verdure ripiene: il ripieno carnivoro non soffre della classica secchezza e, soprattutto, è saporito e godereccio.
#40 Bar Pizzeria Pozzo, Arcisate (VA) – Nel cuore della Padania, dove mai lo credereste possibile, c’è una pizza fritta con salame e pepe che potrà di certo svoltarvi la giornata. Non fate caso all’ambiente: questo è un bar a tutti gli effetti, ma il forno funziona benissimo, il pizzaiolo sa il fatto suo e la pizza fritta vi farà tornare ad esplorare più volte i meandri del varesotto.
[Crediti | Link: Dissapore]