Alla fine della classifica 2017 la regione con il maggior numero di gelaterie artigianali presenti sarà l’Emilia Romagna con 15. Per la provincia bisogna spostarsi a Roma: sono 9 le botteghe di stanza nella capitale.
Abbiamo già scoperto tutte le nuove entrate, 25, anche stavolta l’Emilia Romagna è in testa con 6, seguita dal Veneto con 5 e il Piemonte con 3. Puglia e Sicilia rappresentano il Sud con due gelaterie. Le province italiane con il maggior numero di nuovi ingressi, 3 a testa, sono Forlì-Cesena e Venezia.
Dati che confermano in parte la tendenza generale: il 52,9% del consumo di gelato è concentrato nelle regioni del Nord Italia. Il Sud ne consuma il 29,4%, mentre il restante 17,6% si compra nel Centro Italia.
Torniamo al piacere di mangiare il gelato. Il gusto migliore dell’anno lo abbiamo trovato nella Gelateria Naturale Scaldaferro, a Dolo, in provincia di Venezia: è il miele di arancio e pepe di Sichuan con granella di torrone. Un piccolo capolavoro di buon gusto che raccoglie intorno a sé chi come noi ama le cose fatte bene.
Dopo aver condiviso le posizioni dal numero 100 al 51, e dal numero 50 all’11, operosi come api carniche che hanno attraversato l’Italia infilando un picco glicemico dietro l’altro, siamo pronti a scoprire la top ten della classifica di Dissapore.
#10 Di Matteo | Torchiara (SA) | -5
Anni fa sarebbe stato inconcepibile trovare un bar di Torchiara nella top ten di una classifica fighetta come questa di Dissapore. Ma adesso la mania del gelato artigianale dilaga, e nonostante sia tutto cominciato in epicentri come la gelateria Neve di latte a Roma o Gelato Giusto a Milano, la classica deriva hipster consiglia di puntare soprattutto su province amene o trascurabili comuni cilentani come, appunto, Torchiara.
Neanche quest’anno Raffaele Dal Verme si è mosso da lì (e chi lo sposta!), ragione per cui armatevi di pazienza e andateci voi da lui, specie voi napoletani e salernitani che lo avete a distanze ragionevoli.
Quando sarete lì chiedendovi perché non sia toccata in sorte a voi tanta eleganza nel fare il gelato, specie nei gusti con i fichi e il cioccolato, voi che l’avreste prontamente sfruttata trasferendo baracca e burattini nel centro di una grande città, Raffaele onorerà l’impegno sottoscritto con i suoi clienti preparando placido gelati genuini, con un bilanciamento degli zuccheri che ve ne farà mangiare due senza faticare. Penserete al terzo, ve lo dico.
Gusto consigliato: cioccolato e fichi
Gelateria Di Matteo – piazza Andrea Torre 13/15, Torchiara (SA)
#9 Otaleg | Roma | -1
Quando ancora la Gelato Valley capitolina non si era ingrandita a dismisura, ché ai romani il concetto di “piccolo è bello” pare la cosa più vicina alla bestemmia, Marco Radicioni già portava a casa il premio per la dedizione costante e totale alla sua bottega “acquario” (con il laboratorio e la magnifica Cattabriga Effe6 verticale in bella vista), cioè il numero uno della classifica di Dissapore.
Da quel 2014 a oggi Mr. Otaleg è diventato una rockstar con collaborazioni parigine, trasferte in Giappone, e tanto di seguaci che pendono dalle sue vaschette: spesso la produzione espressa e continua, almeno quanto le forze del gelatiere e dei suoi lo consentono, non basta ad accontentarli tutti.
Per Radicioni tutto ciò che gira attorno al gelato rappresenta un’occasione, da qualche tempo stupisce con i gusti che esplorano il lato gastronomico: Parmigiano Reggiano fattoria Rossi 46 mesi è una moda nuova e pervasiva, bene anche Castelmagno DOP e gorgonzola, fino ad arrivare a Cacio e pepe che stupirà l’occasionale turista in zona Portuense, non più i romani. Loro ancora si meravigliano per la liquirizia, quando c’è.
GUSTO CONSIGLIATO: zabaione
Otaleg! – viale dei Colli Portuensi 594, Roma
#8 Golosi di Natura | Gazzo Padovano (PD) | +13
Nome sconosciuto agli italiani, Antonio Mezzalira. Ma agli sgamatoni, come ai suoi colleghi, piace tanto. Perché pochi altri riescono a prendere in consegna piccoli gelatieri in costruzione accompagnandoli in un vero percorso di crescita. Un formatore coi fiocchi, come si dice oggi.
Peccato per quel progetto di franchising, con diritto di commercializzazione del suo marchio, sciolto come gelato al sole (ops!).
A volte gli riesce di escogitare gusti dall’amalgama in apparenza impossibile e che al contrario, grazie al tocco equilibrato, dosato, ponderato piacciono eccome. Chi altri poteva mettersi in gioco con il gusto uova e bacon su pane mantecato per ricordare un toast imburrato, e uscirne vincitore?
Per provarlo, insieme ai gusti classici e a tutto un fiorire di magiche divagazioni come il Prosecco, dovete spingervi nella remota campagna veneta di Gazzo Padovano, perché un grande gelatiere oggigiorno non è tale se non ha bottega “in culo al mondo” (cit.).
GUSTO CONSIGLIATO: prosecco
Golosi di Natura – via Vittorio Emanuele 22, Gazzo Padovano (PD)
#7 De’ Coltelli | Pisa | -4
Mischiare l’opulenza della Tuscan Valley e dei suoi ingredienti, dai pinoli a ricotta e yogurt di pecora del parco di San Rossore, con il consumo etico del “senza” (senza conservanti, senza aromatizzanti, senza coloranti di sintesi): il colpo di genio di Gianfrancesco Cutelli è stato questo.
Per farlo così bene comunque bisogna diventarci Gianfrancesco Cutelli, un maestro appassionato che con i suoi clienti ha sottoscritto l’impegno di portare in bottega solo il meglio, possibilmente bio, inattaccabile ai mutevoli gusti di quelli che oggi il gelato lo prendono qui, domani lì.
Lavoro permettendo, trovandolo disponibile a scambiare 4 chiacchiere, chiedete all’ex numero uno della classifica di Dissapore perché pensa che la sua sul Lungarno di Pisa sia una delle migliori gelaterie siciliane d’Italia.
Non vi dirà delle sue origini isolane. Non vi risponderà proprio. Vi passerà direttamente una granita alle mandorle che usa crude e non tostate, per farvi apprezzare ancora di più il sapore originale.
GUSTO CONSIGLIATO: A Serena (ricotta di pecora, miele di spiaggia e pinoli del parco di San Rossore)
De’Coltelli – lungarno Pacinotti 23, Pisa | via San Paolino 10, Lucca
#6 Makì | Fano (PU) | +1
Non voglio dire che mangiare porcherie in gelateria sia diventato impossibile, ma la gente esigente, che vuole tutto locale, dal latte in su, trova sempre più facilmente i propri paladini.
Antonio Luzi e sua moglie Paola sono i paladini della gente esigente che frequenta la piccola gelateria nel centro storico di Fano, e dei (pochi) turisti esigenti che in riva all’Adriatico ci passano le vacanze.
Lodevole la scelta di ricorrere a prodotti poco noti e a chilometro zero, dove possibile. Cosa che accade soprattutto con la frutta di stagione, con Makì tappa giornaliera per chi comincia a non poter vivere senza limoni della Costiera Amalfitana, pera Angelica, mela rosa dei Sibillini.
Non solo i sorbetti di frutta più freschi d’Italia, però, talvolta le creme sono anche meglio: cioccolati, stracciatella corretta con Anice Varnelli o crema allo zafferano del Montefeltro.
Lavoro ben fatto, Antonio e Paola, che sta illuminando la piazzetta degli Avveduti, angolo in ombra di Fano (accanto è appena arrivata una discreta enoteca).
GUSTO CONSIGLIATO: tzatziki
Makì – piazza degli Avveduti 1, Fano (PU)
#5 Soban | Valenza | -1
Da anni vi segnaliamo la quota di soddisfazione (per non dire dipendenza) procurata dal gelato che il nostro editor Andrea Soban propone in un numero crescente di negozi, il più recente appena aperto a Trieste.
Sarà il regno di Chiara, la piccola di famiglia, perché con i Soban parliamo di una vera dinastia italiana del gelato, che partita dal Veneto, dopo la parentesi tedesca, si è stabilizzata da decenni in Piemonte.
Genuini, morbidi, rispettosi nei confronti dell’ingrediente d’origine e fedelissimi, anche nel gusto, alla promessa di qualità fatta ai clienti, questi gusti funzionano da auto-terapia nei momenti difficili. A noi, delle gelaterie Soban, piace più di tutto la crema vaniglia. Morbida, dolce quanto occorre, sincera.
Un gelato che orta in dote anche il non trascurabile vantaggio di un perfetto bilanciamento degli zuccheri, risultando fresco e leggero in particolare nei sorbetti di frutta come le fragole di Viguzzolo, le pesche di Volpedo o le ciliege di Rivarone limitrofe alla campagna valenzana.
GUSTO CONSIGLIATO: crema vaniglia
Gelateria Soban – piazza Gramsci 23, Valenza | via S. Lorenzo 99 e corso Borsalino 36, Alessandria | via Cicerone 10, Trieste
#4 Galliera 49 | Bologna | -2
Arrivano sempre buone notizie dal collettivo Galliera 49, la sola gelateria di questa top ten programmaticamente condotta in team, cioè senza gelatiere di riferimento ma con una squadra intercambiabile e un paio di frontman, Jacopo Balerna e Maurizio Bernardini.
Naturalmente tutto è organic e local e sustainable e faitrade nella botteguccia dei portici a Bologna, e come ordina la temperie gourmande gli ingredienti sono la saba del ristorante Amerigo, i biscottoni del Forno Brisa, che sta di fronte, i cioccolati e le composte di Marco Colzani o il brandy di Villa Zarri dalle parti di Castelmaggiore.
Insomma più chilometro zero che cento miglia (secondo il concetto delle cento miglia, caro ai californiani, tutto deve essere prodotto a cento miglia di distanza).
E se non basta, il gelato dei Galliera Boys e anche le granite (sottovalutate), si abbinano alle brioche che il grande pasticciere bolognese Gino Fabbri confeziona con le sua manine. Per finire: panna montata gratis per tutti, come se i portici bolognesi li avessero spostati a Trastevere.
GUSTO CONSIGLIATO: squacquerone artigianale Val Samoggia e composta di lampone della Valtellina di Marco Colzani
Galliera 49 – via Galliera 49, Bologna
#3 Capolinea | Reggio Emilia | -2
Anche la casalinga più retriva che vive in noi va da Capolinea sapendo, grazie al primo posto nella classifica di Dissapore anno 2016, che nonostante i commessi rockettari e la barba a punta da aitante startupper di Simone De Feo, si trova in una delle migliori gelaterie d’Italia, sensibile anche alle esigenze di intolleranti e vegani.
La soluzione architettata da De Feo per ovviare ai lunghi mesi invernali, di solito avari di soddisfazioni per un gelatiere, è produrre in proprio una lunga serie di lievitati, compreso un panettone di cui sentirete parlare.
La collaborazione con piccole comunità di produttori della campagna reggiana, come la latteria Podere Giardino, porta in dote gli “Essenziali”, gusti semplici ma formidabili con soli 4 ingredienti di base: panna, tuorlo d’uovo, zucchero di canna e latte.
Meno essenziali ma esemplari per capire la natura funky e fuori dagli schemi del gelatiere reggiano sono gusti come burro e alici o l’incredibile “Ripieno dei cappelletti”.
GUSTO CONSIGLIATO: una delle varianti sul tema cioccolato fondente
Cremeria Capolinea – via Ettore Simonazzi 14, Reggio Emilia
#2 Albero Dei Gelati | Seregno (MB) | +7
Trasformare il biologico da nicchia in pil con un gelato genuino e tracciato: questo hanno fatto Monia Solighetto, fratello Fabio e il marito Alessandro.
La loro ricetta è stata, oltre alla qualità dei i 500 gusti che propongono ogni anno, mettere su negozi che facessero scuola tra i gelatieri, con tutto quel legno bianco in stile country farm che invita a entrare, combinando consumo etico ed estetico.
Oggi se ne contano 3, tutti in Brianza, e un paio di “Alberi” sono spuntati anche a Brooklyn, New York, segno che l’idea del “gelato contadino”, cioè segnato dal legame inscindibile con i contadini impegnati in un’agricoltura sostenibile, è stata contagiosa.
Sì, okay, ma siete curiosi di sapere quali gusti assaggiare in una delle gelaterie che si è comportata meglio nella top ten del 2017, arrivando alle soglie del primato?
Vi dico il mio preferito: zabaione con Marsala Vecchio Samperi e croccante di sesamo. La linea fiorfrutta, che combina frutti e fiori lasciati in infusione almeno 24 ore. E le versioni salate del gelato, dai gusti all’asparago di Albenga, alla cipolla di Tropea, al radicchio rosso o alla panna acida e salmone affumicato.
GUSTO CONSIGLIATO: zuppa inglese, con alkermes fatto in casa
Albero dei Gelati – via Santa Valeri 93, Seregno (MB) | via G. Sirtori 1, Monza | via A. Volta 1, Cogliate (MB)
#1 Brunelli | Senigallia (AN) | +5
Non abbiamo ancora parlato delle lunghe code comuni a molte di queste gelaterie. So che apprezzate lo sforzo, ma con Brunelli –nuovo numero 1 della classifica di Dissapore– un accenno è inevitabile.
Chiunque sia capitato nella gelateria di via Carducci a Senigallia, con i gusti secretati nei pozzetti, piccola ma senza mancanze, tranne una manciata di metri in più per il laboratorio, si è imbattuto suo malgrado in una corposa fila.
Scontato dire che c’è una spiegazione: Paolo Brunelli controlla il suo gelato fin nelle pieghe più insignificanti.
Sa benissimo cosa ci piace in un gelato al cioccolato: non per niente le tre versioni che propone sono tutte da brivido.
Sa benissimo cosa ci piace in un gelato al fiordilatte: non per niente il suo è così cremoso e saporito, grazie al latte di un piccolo allevatore locale, da non aver bisogno della panna.
Sa benissimo cosa ci piace in una granita: non per niente quella ai gelsi è straordinariamente spumosa e forse irripetibile, fuori dalla Sicilia.
Se siete scettici sul gelato creativo le sue visioni vi smentiranno. L’equilibrio perfetto tra dolcezza, gusto, struttura e profumi rende indimenticabili “Contemporaneo”, con gelatina di Campari e olive candite o “Menodiciotto” al marsala De Bartoli, con zabajone fresco, mandorla di Noto e cioccolatino al tartufo.
Senza dimenticare classici come Crema Brunelli, fior d’alpeggio e CremAMI, la crema di una volta profumata al vino cotto.
Per questo e per altro Paolo Brunelli è la prima risposta che diamo quando qualcuno ci chiede: hai una sola possibilità, in quale gelateria vuoi andare?
GUSTO CONSIGLIATO: crema Brunelli
Gelateria Paolo Brunelli – via Carducci 7, Senigallia | piazza Vittorio Emanuele II 3, Agugliano (AN)