Edonismi agricoli al tempo del km 0, ovvero sentirsi fighi di andare a vendemmiare nella meravigliosa tenuta toscana di Sting, ma pagando 262 euro. No, non per lavorare e basta, con l’Ex Police che ti canticchia Roxanne nelle orecchie, come più o meno tutti (grandi e piccini) hanno scritto in questi giorni.
Niente da fare; troppo comodo per essere vero. Quello che Sting ha messo a disposizione, come giustamente ha riportato Giancarlo Gariglio di Slow Food è un un pacchetto “vendemmia” che comprende notte nel suo relais 5 stelle, colazione, lezione di cultura contadina, visita dei filari, raccolta di un cestino di uva, pranzo e poi a casa.
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Ovviamente da queste parti non siamo più scaltri o esenti dal meccanismo del saltare sopra una notizia che fa accessi e commenti, e non sono così disonesto intellettualmente da sciorinare una lezione sul giornalismo al tempo del web, il senso critico e la ricerca delle fonti. Ci ha solo aiutato un po’ di ritardo, e quando ti ci metti sopra scopri che non ci sono fiamme sindacaliste da accendere.
Semplicemente il cantante tantrista più ricco del mondo ha pensato di teorizzare una nuova fase di agricoltura deluxe: quella che fa bene allo spirito e attenta le finanze. Ha sfruttato la solita, abusata “splendida cornice” della sua Tenuta Il Palagio, vicino Figline Valdarno, per un progetto suggestivo, quanto costoso.
E in tempi di fascinazione agricola e culto della terra non è mica un’idea peregrina.
La cosa interessante, infatti, è come Sting, o chi per lui, si sia dimostrato molto abile a cogliere i tempi e darci una bella lezione di turismo mediatico, aggiungendo la didattica e un po’ di pratica al pacchetto. Perché, che sia per la bellezza della Toscana collinare, la quota mondanità/vippume o il desiderio di toccare con mano l’uomo di Walking on the Moon, spendere 262 euro per questo programmino dice parecchie cose di noi.
Se poi a supporto arriva la Coldiretti (morfologicamente inadatta a dire la cosa giusta al momento giusto) con il virgolettato dell’anno: «Le ricerche scientifiche confermano che il contatto con la natura nelle campagne è una ottima cura contro lo stress», il gioco è fatto.
Insomma, bravo Sting, bell’idea. Però almeno la degustazione finale potevi metterla gratis. Niente, a fine serata, abbacinati dalla bellezza, i visitatori potranno sorseggiare un bicchiere dell’indispensabile Sangiovese «Message in a bottle», ma dovranno pagarlo una quindicina di euro. Almeno così pare di capire, non vorrei ci fosse la bufala nella bufala.
Rimane da capire se voi ci state facendo un pensierino. Non è che per caso state mettendo da parte tre mesi di quota Renzi per vendemmiare tra le dolci colline e gridare nel vuoto De do do do, de da da da Is all I want to say to you?
[Crediti | Link: La Nazione, Slow Food, Immagine: Germogli per La Nazione]