Riconsidera l’aragosta: il più lussuoso crostaceo del mondo come non l’avete mai letto

Riconsidera l’aragosta: il più lussuoso crostaceo del mondo come non l’avete mai letto

La notizia è ghiotta: l’effetto serra nell’Atlantico ha dimezzato il prezzo delle aragoste. Da cinque dollari la libbra (circa mezzo chilo) di pochi anni fa ai 2,5 di oggi.

Surriscaldamento globale. Acque sempre più tiepide. Pescherecci ricolmi. Costi abbattuti. Risultato: aragoste al supermercato o a gonfiare l’agognato McLobster, una specie di involtino all’aragosta venduto nei McDonald’s di Maine e Oregon.

Una bolla sgonfiata che non interessa il Mediterraneo, dove nascite e prezzi restano inversamente proporzionali: sobrie le prime, sfrenati gli altri. Da noi chiedere aragoste al ristorante resta un gesto meravigliosamente sfarzoso.

Ma il crollo verticale dei prezzi è una suggestione, l’occasione che aspettavamo per conoscere le differenze tra l’aragosta nordamericana e quella del Mediterraneo,  o Palinuro, e scoprire perché il crostaceo è uno dei cibi più pregiati del mondo.

[Sì, certo, anche come smettere di confonderlo con l’astice]

aragoste

#1: l’aragosta del Mediterraneo si trova, guarda un po’, nelle acque del Mediterraneo. Ed è grossa, davvero grossa.
Non vuole essere una banalità, ma una precisazione. Il crostaceo nuota infatti nel nostro mare, soprattutto in quello delle isole. Immersa dai quindici fino ai centocinquanta metri di profondità, predilige i fondali rocciosi, per meglio nascondersi dai suoi predatori. Ama talvolta anche i bassi fondali, dove si riscalda in estate. Può raggiungere i 50 centimetri di lunghezza e gli 8 chilogrammi di peso.

#2: l’aragosta del Mediterraneo non ha chele.
Zampe sì, anche con unghioni taglienti, e due lunghissime antenne, organo di senso e di difesa. Dimentichiamoci quindi le chele (una delle nostre ossessioni a tavola, lo so): non c’entrano con la tenera aragostella.

#3: l’aragosta del Mediterraneo non è rossa.
Il colore originale non è il rossastro che tutti conosciamo e al quale l’associamo: il Palinuro è in realtà violaceo, talvolta con macchie bianche e gialle. Rari esemplari possono addirittura essere blu: se ne trova uno ogni 4 milioni.

#4: l’aragosta del Mediterraneo è carnivora.
Accusata qualche anno fa di cannibalismo, l’aragosta è in realtà ghiotta di ricci di mare, ostriche, cozze e granchi (chi non lo è?). Ha un apparato olfattivo estremamente sviluppato, riesce ad annusare la preda a diversi centimetri di distanza e a pregustare il pasto. Forse anche perché il suo organo del gusto risiede, oltre che in bocca, sulle zampe.

#5: l’aragosta del Mediterraneo non urla.
Non avendo un sistema nervoso centralizzato (non ha cervello, solo gangli) e non possedendo corde vocali, possiamo affermare che la Gustosa non urli quando immersa in acqua bollente. Il suono che tutti sentiamo e che ci fa rabbrividire ogni volta è il fischio del vapore che fuoriesce dalla corazza. Ecco, questo è un vero sollievo!

McLobster

#6: l’aragosta del Mediterraneo cammina all’indietro.
Come i gamberi, ama viaggiare a ritroso poggiando sulla coda a ventaglio. E’ in perenne movimento, instancabile nuotatrice negli abissi e camminatrice tra le rocce. Inesauribile anche il movimento del suo apparato masticatore: mascelle e mandibole contribuiscono a renderla rappresentante del moto perpetuo.

#7: le uova dell’aragosta del Mediterraneo sono deliziose.
Protette sotto l’addome degli esemplari femmina, le uova, di colore rosso, vengono spesso scartate perché ritenute non commestibili: grave errore. Buttarle significherebbe sprecare una delle parti più prelibate: mescolate con poca maionese, danno vita a una squisita salsina d’accompagnamento.

#8: l’aragosta del Mediterraneo è un animale longevo.
E’ considerata “l’animale immortale” poiché i suoi organi non degenerano. Il solo limite all’indistruttibilità rimane l’essere una preda succulenta, sia per gli altri animali marini che per l’uomo. Nel corso della vita continua a crescere, mutando anche 10 volte in un anno. Nel momento della muta, la corazza del Palinuro diventa estremamente molle. Per questo non è consigliato pescare aragoste nel loro periodo di “crescita”: avranno assorbito troppa acqua e non saranno carnose e saporite come quelle più anziane.

#9: l’aragosta del Mediterraneo è molto nutriente.
Ricca di proteine e sali minerali, la polpa dell’aragosta è molto sostanziosa. Quelle con la corazza dura sono meno grasse e contengono meno colesterolo rispetto alle parti magre delle carni di maiale e di manzo o alle carni bianche. Da inserire senza sensi di colpa in ogni dieta.

#10: l’aragosta del Mediterraneo ha il fegato.
L’organo di colore verde che si vede pulendo il carapace non è una schifezza! È in realtà il fegato dell’animale, parte saporita di strepitosa bontà, utilissima per dare quel sapore completo e appagante, per esempio, all’aragosta alla catalana.

PS. Malgrado una superficiale somiglianza, astice e aragosta non sono maschio e femmina della stessa specie. Anzi, sono crostacei molto diversi. Per dire: l’astice ha le chele, l’aragosta del Mediterraneo no. La forma delle antenne cambia. Sul carapace dell’aragosta ci sono le spine, assenti nel guscio dell’astice.

[Crediti | Link: Repubblica, immagini: Flickr/mary_pl, Scatti di Gusto]