Sono una consumatrice avida di anguria, attendo l’estate per poterne godere a ogni ora. La preferisco di notte, prima di andare a dormire, la desidero ancora più ardentemente quando i pochi cocomerai di Milano hanno chiuso i battenti, alle 4 di notte alla stregua di una donna incinta.
Fresca, succosa, l’unico antidoto alla calura estiva. Mi piace absolut e no, non scarto i semi. È faticoso, quasi inutile, ma l’ho visto fare con precisione certosina e con rari gesti perlopiù antiestetici. Per chi proprio i semini non li vuole e non desidera sputacchiare cosini neri qua e là esistono le angurie senza semi, io sono antica e le guardo con sospetto.
Come in molti altri casi, anche il consumo del cocomero è cambiato nelle nostre abitudini, dalle spiagge anni ’70 dove il maschio scavava un’eroica buca per mettere al sicuro il frutto nella sabbia fresca, al cocomeraio su strada che per convincere all’acquisto l’italiano accostato con le quattro frecce ne ricavava un tassello dimostrativo, fino a giungere a noi.
Ormai lo ricettiamo il cocomero, che non ci basta più addentarlo alla buona, pretendiamo persino di farne graziose sculture da esporre alle feste, non solo scavini ovali per ricavare uniformi palline con spreco inaudito, ma anche sculture degne di un cake designer in pausa estiva e ricette sfiziose.
Anzitutto partiamo dai cari e vecchi metodi per riconoscere un buon cocomero: il picciolo non deve essere secco, inoltre sottoponendo il frutto a schiaffeggiamento ingiustificato, esso dovrà rispondere col classico suono di vuoto, infine messi alle strette, senza farvi vedere dal responsabile frutta e verdura del supermercato di fiducia, potete graffiarlo e se la buccia si staccherà facilmente, il cocomero avrà superato l’esame finale e potrà considerarsi maturo. Per finire, alcune chiazze gialle (non troppe) potranno anche loro indicare che il vostro cocomero sarà meno scenico, ma pronto al consumo.
Chiarito l’ABC, se proprio lo dobbiamo ricettare, vediamo come.
INSALATE
Ecco che vi torna utile lo scavino comprato all’IKEA solo perché vi sembrava carino. Ricavate le vostre palline e unitele a pomodoro, cipolla, olive e feta a mo’ di insalata greca rivista. Oppure con anice stellato, erbe e pomodoro (l’acidità dei pomodori ne smorza la dolcezza), con le arance Sanguinello (a polpa rossa), cipolla di Tropea, sedano e basilico, con il sale, la menta e il limone, alla messicana, con il pane (specie i cornetti ferraresi) inzuppato nel succo.
BEVERONI O GIU’ DI LI’
Nel gazpacho in aggiunta agli altri ingredienti, oppure tagliato a pezzetti e aggiunto allo spumante, o ancora sempre a pezzetti macerato nel rum con pesche gialle, melone, uvetta e mandorle tritate come in Nicaragua. Ma anche frullato e aggiunto a qualsiasi diavoleria vi venga in mente. Per esempio un buon Daiquiri, o un Bloody Mary dissacrato.
DESSERT
Gelu i muluni come fanno i siciliani, frullato con aggiunta di zucchero, amido di mais e succo di limone, congelato e prima di servire cosparso con cioccolato e pistacchi.
Oppure per granite, sorbetti e quei simpatici ghiaccioli fai da te che tanto piacciono. Li metto tra i dessert per praticità, ma quando in una recente cena ho dovuto accettare il ghiaccioletto fatto in casa come dolce, non sono stata molto felice.
COCOMERO DA CHEF
Mauro Uliassi lo propone con gamberi rossi crudi, buccia di limone, polvere di semi di zucca e cardamomo.
Davide Oldani lo taglia a cubetti, lo arrostisce e lo accompagna con pomodoro cuore di bue e sardine sfilettate, condito con un filo d’olio e una spolverata di cannella.
Fulvio Pierangelini propone cocomero frullato con ostriche, in aggiunta un filo d’olio, pepe nero macinato e acqua delle ostriche a salare.
Sono un’integralista, continuo a pensare che il cocomero basti a se stesso. Voi che dite? Vi piace il cocomero ricettato e in quali ricette l’avete assaggiato o cucinato?
[Crediti | Immagini: Luxirare, New York Times]