È arrivato il momento di sfatare un luogo comune duro a morire quanto falso: a Milano non ci sono più le mezze stagioni, e neanche le trattorie di una volta (un po’ come le piole a Torino).
Abbiamo sentito che ci penserà Eataly Smeraldo a riportare in auge i due grandi piatti della tradizione meneghina, risotto e cotoletta.
Ci siamo chiesti, quindi, come mai si sente così tanto la necessità di tornare alle origini. Davvero non esistono più quei posti dove mangiarsi un bel piatto di riso senza dover aprire un mutuo o fare lo slalom tra un giappo-fusion e un vegano spinto?
La risposta è sì, basta cercare. E infatti eccovi 5 posti che si meritano degnamente il vecchio nome di “trattoria”.
1. Bocciofila Caccialanza, via Padova 91
Spesso i nonni che giocano a bocce sono garanzia di qualità. Quelli che giocano qui sono anche buongustai. Un locale che è anche un bar, una balera e un ristorante, dove sarete immersi nell’atmosfera conviviale e familiare, come in una sagra in cui ci si lascia andare ai piatti rustici e casalinghi. Tagliatelle, affettati, grigliata mista e la tanto amata cotoletta alla milanese. Per una spesa totale di non più di 15-20 euro.
2. Trattoria Da Abele, via Temperanza, 5
Tempio conclamato del risotto alla milanese, si dice che lo chef ne prepari oltre 600 tipologie. Non spaventatevi adesso e non pensate di provarli tutti in un colpo solo in una versione meneghina di ManVsFood. Da Abele il menù cambia costantemente e non troverete che tre proposte di riso al giorno. Buon segno, anche perché è la dimostrazione di una cucina che rispetta la stagionalità. Un po’ più cara, sui 30-35 euro, ma ne vale la pena.
3. Tagiura, via Tagiura, 5
Tradizione lombardo-emiliana per una trattoria presa letteralmente d’assalto nelle pause pranzo lavorative degli impiegati. Quando non sono a dieta, però. Perché qua è tripudio di ravioli e paste ripiene, melanzane alla parmigiana e cappelletti che vi riporteranno indietro nel tempo, direttamente agli anni Settanta. Complice anche l’arredamento, che da allora non è cambiato. Da ricordare che i prezzi la sera salgono, si spendono sui 30-35 euro a persona.
4. Da Giannino l’Angolo d’Abruzzo, via Rosolino Pilo, 20
Famoso, ma indispensabile per il nostro elenco, Da Giannino è il santuario della cucina abruzzese a Milano. Il bello di questa città, del resto, è che le abitudini gastronomiche importate sono diventate nella maggior parte dei casi vere e proprie tradizioni. Via libera allora agli arrosticini, la minestra di cardi e il maialino abruzzese. Ovviamente senza dimenticarsi di innaffiare il tutto con un buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo. I prezzi sui 25 – 30 euro.
5. Alla Grande, via delle Forze Armate, 405
Io l’Italia di Quelli della Notte non l’ho vissuta, purtroppo. L’ho solo sentita raccontare nelle storie nostalgiche di adulti che adesso stanno diventando anziani. Ecco, da Alla Grande è il posto che più si avvicina all’immagine che mi sono fatta di quell’Italia da cabaret. Vino, ossobuco, cassoela. E ancora risotto e cotoletta, per finire con una grappa di Grignolino, senza spendere più di 30 euro. O non più di 9 euro, se capitare a pranzo.
Sempre alla ricerca di posti nuovi ci appelliamo a voi, sperando che non siate tra quelli che hanno gettato la spugna. Fino a prova contraria la trattoria, a Milano, vive ancora.