La sottile differenza tra un evento figherrimo e un’emerita buffonata spesso passa da un buon ufficio stampa. Non ci credete? Poniamo il caso che voi siate giornalista, blogger o gastrofissato e riceviate l’ennesimo invito a partecipare ad una “cena particolare”, in una location sensazionale, con la cucina dello chef tal-dei-tali e un tema che è una vera e propria food-perfmormance, anzi un’exhibition, preceduta da un importante tam tam su Facebook, abbondanti immagini teasing su Twitter, qualche articolo ben piazzato sulle tendenze più strane, guarda caso proprio simili a quelle della “cena particolare”.
Che fate? Vi ci fiondate senza esitare…
E’ capitato ai vostri colleghi ammerigani che, invitati all’ennesimo happening per food snob di Manhattan, si son trovati a mangiare topi cucinati in diverse maniere all’Allegra La Viola Gallery in una esibizione gastronomica molto fashionable e stylish dell’artista Laura Ginn.
Non ridete e non schifatevi, perché se questa cosa fosse successa per esempio a Milano, se l’invito fosse giunto da uno dei soliti noti uffici stampa, se alla serata avessero partecipato una manciata di blogger nostrani, se qualche giornalista avesse twittato l’immagine di un topo arrostito commentando “amazing”, non solo li avreste mangiati, ma vi sareste fatti fotografare con la zampetta del topino in bocca, un sorriso soddisfatto e sornione (io c’ero!) e avreste postato tutto immediatamente su ogni social network del globo. E l’esercito di foodie senza tesserino, che a questi eventi per pochi eletti deve pagare e sperare di trovare posto, avrebbe speso senza batter ciglio l’equivalente di 100 dollari per gustare un menu dello chef Yuri Hart interamente a base di topi. Sì, topi: grigliati, bolliti, affumicati e serviti in diverse combinazioni. Non male, eh?
Cosa passa tra un evento snob e un bluff? Da quando il foodie ha iniziato a contemplare tra i suoi doveri anche quello di ingurgitare le cose più strane, a proprio rischio e pericolo? Noi che abbiamo mangiato formiche vive, lische di pesce, alci, sangue di maiale, sappiamo ancora distinguere il gusto dal disgusto?
Se passate a New York fino al 3 agosto, potete anche voi partecipare all’esibizione di Laura Ginn. Altrimenti qui trovate la ricetta del topo brasato di Yuri Hart, chef della serata, da sposare ad un corposo Cabernet Sauvignon (il topo, non lo chef).
[Crediti | Link: Allegra Viola, New York Times. Immagini: Allegr Viola]