Taste of Milano 2012: mi è piaciuto, non mi è piaciuto

Taste of Milano 2012: mi è piaciuto, non mi è piaciuto

L’idea di Taste of Milano è ottima: cucina alta a prezzi bassi. Infatti funziona e piace non solo a me. Sono andata giovedì 17 maggio, serata d’apertura. Piena di speranze mi sono buttata nel bel prato verde dell’ippodromo di San Siro a Milano all’ora del tramonto, inforcando occhiali da sole e voglia di mangiare bene. Ma Taste of Milano, già alla sua terza edizione, si sa col meteo non ha granché fortuna. Quest’anno con un colpo di coda anticipato da settembre a maggio, si è beccato un tempo mai visto così brutto. Freddo giovedì e pioggia quasi tutti gli altri giorni.

In verità, gli esperti dicono che non c’è niente di meglio che visitare il Taste of Milano sotto la pioggia. I coraggiosi armati di galosce, raccontano che si hanno espositori e chef tutti per sé, un po’ arrabbiati, di certo infreddoliti, ma meno indaffarati quindi disposti a scambiare chiacchiere e commenti con chiunque abbia avuto la temerarietà di passare di là.

Mi è piaciuto:
– l’elenco degli chef, che a vederli lì tutti insieme fa sempre un certo effetto, ma soprattutto crea imbarazzo rispetto a quello che si sceglie di mangiare. Alice Ristorante (Viviana Varese), Al Pont de Ferr (Matias Perdomo), Al V Piano (Matteo Torretta), Benares (Atul Kochhar), D’O (Davide Oldani), Finger’s Garden (Roberto Okabe eGustavo Young), il Liberty (Andrea Provenzani), Innocenti Evasioni (Tommaso Arrigoni), La Maniera di Carlo (LorenzoSanti), Ristorante Da Claudio (Filippo Gozzoli), Trattoria Del Nuovo Macello (Marco Tronconi e Giovanni Traversone), Vun (Andrea Aprea).

— i piatti intelligenti e buoni. Tra quelli che ho assaggiato l’AGNELLO DEI PIRENEI CON CAPONATA DI MELANZANE di Matias Perdomo, l’ALOO TIKKI, TORTINI DI PATATE VEGETARIANI, CON CHUTNEY SPEZIATA AL POMODORO di Atul Kochhar, il IL NIDO DI FUNGHI – SHIITAKE FRESCHI, ENOKI, CHIODINI E PLEUTORUS SALTATI ALLA SOYA, BURRO E SAKE di Roberto Okabe e Gustavo Young, la PANCIA DI MAIALINO CROCCANTE, PUREA DI MELE ALLO ZENZERO di Tommaso Errigoni ed Eros Picco e il RABARBARO, BISCOTTO ALL’OLIO D’OLIVA, CIOCCOLATO BIANCO E ARACHIDI di Andrea Aprea.

— una menzione speciale a OMAGGIO A SOFIA: PIZZA FRITTA CON POMODORINI CONFIT, LIMONE CANDITO, MOZZARELLA DI BUFALA E BAVARESE DI POMODORI di Viviana Varese. Di certo il piatto che riscuote maggior successo su di me e su molti a giudicare dalla lunga fila allo stand del Ristorante Alice.

— i produttori, le aziende, gli espositori. Basta aver voglia di fermarsi a chiacchierare e si scoprono persone e mondi nuovi. Conosco gli umbrissimi tartufari di Tartufi Jimmy, con i quali scambio volentieri due parole “in lingua”, il prosciutto cotto dell’azienda piemontese Lenti che per farti provare l’ebbrezza del taglio fresco ti mette in mano una grande affettatrice, il consorzio dei formaggi svizzeri e le degustazioni di Davide Oltolini che racconta come capire e degustare i formaggi.

— gli stoici gruppi musicali della sera che di fronte al gelo continuano il loro show.

— il programma degli eventi, quasi 200 tra showcooking, dibattiti, degustazioni, corsi di cucina.

Non mi è piaciuto:
— il clima autunnale e la sfortuna climatica che incombe sulla testa del Taste.

— ho sentito la mancanza di Andrea Berton, Claudio Sadler, Negrini e Pisani di Aimo e Nadia, Carlo Cracco, Daniel Canzian del Marchesino, Pietro Leeman, anche se alcuni sono apparsi sul palcoscenico del teatro degli chef o al Taste Hub.

— il costo del biglietto d’ingresso (dai 20 ai 75 euro), che forse mette ancora un freno al concetto di “prezzo accessibile a tutti”.

— la fila per ricaricare la scheda (quest’anno niente ducati di carta per fortuna), ma una tessera da ricaricare con lunga fila annessa.

— le micro porzioni. Ho speso 30 euro di ducati per magiare e bere. Sono tornata a casa con tanta fame.

— la mancanza di una segnaletica chiara. A parte gli altoparlanti a forma di roccia che parlano dal prato, non si capisce dove, come e quando.

Detto questo, sono felice che Milano sia una delle tappe del tour mondiale Taste Festivals perché si torna da questo genere di eventi con qualcosa in più: un sapore nuovo sotto il palato, l’assaggio di un piatto che non conoscevi, la curiosità di approfondire un ristorante scoperto al Taste.

[Crediti | Immagini: Cuocaeclettica/Mentelocale Milano]