Arriva lo Starbucks italiano. Fermi, è presto per esultare. No, Starbucks non arriva in Italia; nemmeno arriva la risposta italiana a Starbucks. Vi abbiamo buggerato. In realtà una novità c’è: il colosso americano ha annunciato l’apertura di un nuovo “Concept Store”, un punto vendita chiamato Espresso Shot.
Così è descritto il nuovo format, che debutterà solo a New York (però al 14 di Wall Street, proprio di fronte al palazzo della Borsa), per tostare il terreno e contenere le perdite: [related_posts]
“Espresso Shot è un progetto pilota su misura per clienti con poco tempo che vogliono i prodotti di alta qualità Starbucks in un ambiente curato, insieme all’efficienza di chi come noi sa già cosa chiedono e come darglielo in fretta”.
Questa descrizione non vi suona familiare? Non vi sembra la tipica formula del bar italiano: rapido, pratico, semplice. La filosofia dell’espresso, appunto.
Del resto sappiamo che Howard Schultz, fondatore della catena americana, ha sviluppato il progetto di portare negli Usa l’autenticità della caffetteria italiana dopo un viaggio a Milano nel 1983. Ora, con Espresso Shot, Starbucks torna sull’idea italiana del bar.
La sola differenza evidente è il servizio take away, da noialtri tutto fuorché un’abitudine, motivo per cui Schultz ha sempre tenuto Starbucks lontana dall’Italia:
“agli italiani non piacciono le tazze di plastica, e l’idea di sorseggiare il caffè fuori dal bar, bevendolo mentre camminano o guidano, non la prendono neanche in considerazione”.
Eppure nelle nostre città è in corso, specie negli ultimi anni, un florilegio di cloni. No, non sono bar all’italiana arredati à la Starbucks, ma caffetterie che riproducono lo stile della catena USA, compresi i famigerati beveroni take away equivalenti del temibile frappuccino.
Sono tanti questi replicanti (e godono di buona salute proprio nel paese dove Starbucks ha gettato la spugna), che possiamo sceglierne 5 e chiedere qual è il vostro preferito?
1. ARNOLD COFFEE – Milano, Firenze
Il clone più popolare di Starbucks è sicuramente Arnold Coffee, presente con alcuni bar a Firenze e soprattutto a Milano, per un totale di quattro locali.
Proprietà di Alfio Bardolla (grande sostenitore del “coaching” all’americana), Arnold Coffee mi è sempre sembrato una vera replica della catena USA, con la differenza evidente del colore (granata invece di verdone) e ovviamente del logo.
Un punto debole? Il nome, tra Starbucks e Arnold Coffee ce ne passa.
2. ITIT Sandwich Cafè – Bologna
Per i bolognesi stanchi della mortadella (impossibile) ITIT Sandwich Cafè, nella zona universitaria, fa le veci di Starbucks.
Ve lo abbiamo già raccontato, Itit, sempre affollato, riprende sì lo stile delle caffetterie americane ma lo riveste con personalità, prodotti italiani e nomi tutti italianissimi.
3. Busters Coffee – Torino, Asti
Altro super clone, che non fa nulla per nasconderlo, Busters Coffee nasce a Torino e arriva rapidamente a quattro locali, tre nel capoluogo piemontese, uno nella più piccola Asti, e prevede di crescere ancora.
Un successo cresciuto anche grazie al merchandising del locale, in pratica la fotocopia di quello di Starbucks.
4. CUP CAP’S COFFE – Napoli
Proprio a Napoli, massima espressione del caffè italiano, nasce e prolifera Cup Cap’s Coffee, altra replica nostrana di Starbucks, interpretata all’italiana anzi alla partenopea visto lo slogan “*stile americano, caffè napoletano”.
Interessante la storiella raccontata sul sito ufficiale, dove – in soldoni – si sostiene che fu proprio Gennaro Apicella, fondatore del Cup Cap’s Coffee, a suggerire ad Howard Schultz, fautore del successo di Starbucks, l’idea imprenditoriale alla base della catena americana, mentre era in viaggio a Milano, dove Apicella viveva negli anni ‘80.
5. Star Best Coffee – Napoli
Ancora a Napoli ecco la riproduzione più recente, forse tra tutti i cloni di Starbucks il più kitsch, con tanto di statua della libertà a vegliare sul locale.
Nonostante il logo somigli tanto a quello di Starbucks, l’interno della caffetteria ricorda di più un robivecchi americano con improbabili memorabilia una accanto all’altra: juke box d’antan, panche rivestite in pelle, bandiere a stelle e strisce e altri cimeli di cultura pop.
Allora, siete ancora convinti che Starbucks non avrebbe successo in Italia?
[Crediti | Link: Dissapore, Starbucks]