Starbucks apre in Italia e no, non sembra un bufala

Starbucks apre in Italia e no, non sembra un bufala

Stavolta è vero, non è la solita bufala del web: Starbucks apre in Italia. Il paese che durante un viaggio di trent’anni fa ha ispirato il fondatore Howard Schultz, deciso a ricreare negli Stati Uniti lo spirito del bar all’italiana, avrà Frappuccino, Caramel Mocha, Espresso macchiato, Doppio e Americano.

La prima caffetteria a unirsi alle 21.000 già aperte nel mondo con un fatturato che si aggira intorno ai 9 miliardi di dollari sarà a Milano, grazie agli accordi tra Schultz e Antonio Percassi, ex calciatore oggi proprietario di centri commerciali e già responsabile della diffusione di Benetton, oltre che dello sbarco italiano dei negozi di lingerie Victoria’s Secret.

Del resto per imporre il caffè americano nel bicchiere di carta spesso bevuto per strada proprio in Italia, il paese dove i pochi minuti passati al bar ogni mattina a sorseggiare l’espresso sono un rito sacro, serviva un imprenditore esperto, capace di sovrintendere alla mossa più rischiosa mai fatta da Starbucks in un mercato straniero.

Una mossa che gli americani inseguono da oltre 20 anni, nel tentativo di intercettare l’approccio corretto a un mercato che sembra impermeabile alle novità sul consumo del caffè al bar. Per non parlare del prezzo, che nel caso di Starbucks è almeno tre volte più alto di quello della tazzina di casa nostra.

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Al momento le scelte strategiche per l’arrivo della catena di caffetterie in Italia sembrano orientate su aperture nel centro città, che avranno nell’hi-tech e nell’offerta digitale il loro punto di forza.

Come dire: una buona connessione a Internet, wi-fi e intrattenimento con film, serie tv e informazione per una pausa di vero relax. Altro settore ritenuto strategico dai manager che stanno portando avanti le trattative sono le consegne a domicilio di pranzi veloci, una specialità di Starbucks negli Stati Uniti.

Insomma, sembra davvero fatta stavolta, dal 2016 per gustarsi una pausa alla Starbucks gli italiani non dovranno accontentarsi dei tanti cloni (abbiamo fatto anche la classifica dei migliori).

[Crediti | Corriere della Sera]