Se non avete trascorso gli ultimi giorni nascosti sotto una roccia come un anfibio per sfuggire al sole implacabile, sapete chi è Fulvio Bressan.
Friuliano, produttore di vini. La scorsa settimana ha postato sul suo profilo Facebook un link a un provvedimento del ministro Kyenge, infarcito da una serie di insulti biecamente razzisti che possiamo serenamente risparmiarci, tanto li vedete nell’immagine lì sopra.
Oggi sulla penosa vicenda Slow Food ha preso una posizione ufficiale:
“Slow Food è portatrice di valori che sono agli antipodi dal pensiero di Fulvio Bressan; non si può accettare che appaia all’interno di una qualsiasi nostra pubblicazione un produttore che si macchia di offese tanto gravi verso altri individui esclusivamente per ragioni di razza”
Un comunicato breve e secco per dire che l’azienda vinicola di Fulvio Bressan, il quale, per il bene della sua azienda, andrebbe interdetto a vita dal ruolo di comunicatore, sarà esclusa dall’edizione 2014 della guida Slow Wine. Una delle più rilevanti del settore.
Le storie personali del produttore, dello chef, del ristoratore, del mastro birraio, hanno sempre rivestito una grande importanza per Slow Food: il fattore umano gioca un ruolo fondamentale per un’associazione che, oltre al buono, ha anche il pulito e il giusto come valori fondanti. Slow Wine però non è nata per giudicare le persone, bensì i vini.
E questa posizione non è la stessa del privato che decide di boicottare Bressan non comprando più i suoi prodotti.
La mia opinione, del tutto personale, è che prese di posizione come questa siano non solo utili ma doverose.
Allo stesso tempo, credo che la vicenda meriti un’appendice.
D’accordo, nel mondo del vino non è mai accaduto nulla di simile, ma in assoluto, non è certo il primo caso controverso.
Dal filonazismo del regista Lars Von Trier al Festival di Cannes allo stupro di una tredicenne imputato a Roman Polanski.
Giusto privarci di ciò che hanno fatto dopo?
Giusto privarci dei vini di Bressan?
Opera e artista. Prodotto e produttore. Vino e vignaiolo. Non andrebbero separati e giudicati in modo indipendente?
[Crediti | Link: Intravino, Slow Food]