De gustibus non est disputandum. Mica tanto, dai. Esistono alcuni alimenti che semplicemente non dovrebbero esistere. Bagagli inauditi e irricevibili. Che fanno male al cuore, alla vista e al palato.
Alcuni ce li siamo lasciati alle spalle, altri tornano tragicamente di moda. Voglio dire, va bene avere avere opinioni discordanti, ma esistono dei paletti. Tipo il mais in scatola, dolciastro e puzzolente, andrebbe abolito per decreto legge. Renzi fai qualcosa, dannazione!
È tempo di elencare i 16 che secondo me (e secondo la redazione di Dissapore) dovrebbero sparire dalla faccia della terra ed essere usati come monito agli alieni.
Questo giochetto è famoso su Kitchenette dove, periodicamente, si elencano i “foods that should not exist”. Volete partecipare anche voi al nostro?
BALUT
Si mangia nelle Filippine e generalmente nel Sudest asiatico. L’aspetto è raccapricciante: sono uova di anatra fecondate e lasciate al sole per nove giorni, al caldo, facendo sviluppare velocemente un feto che assumerà le sembianze di un pulcino, quasi del tutto fatto e finito. Mi pare sadico, macabro, disgustoso e anche poco salubre, no?
BLACK PUDDING
Il sangue rappreso non è il massimo, ammettiamolo. E gli inglesi dovrebbero capirlo. Potrebbe essere una pietanza inventata da Robert Rodriguez per uno degli splatter-personaggi di un suo film, non un cibo mangiato in tutta tranquillità da un’intera popolazione civilizzata.
INSALATA DI RISO
Ecco, potrebbero non essere tutti d’accordo, ma il l’insalata di riso condita con sottaceti (vi prego!), würstel e altri cibi discutibili è al limite del mangiabile. Soprattutto se i sottaceti non vengono ben scolati e il loro unto acido pervade tutto il piatto senza possibilità di scampo.
SOTTACETI DA SUPERMERCATO
Appunto. Non voglio discriminare il sottaceto in sé, talvolta apprezzabile. Ma il suo uso generico e sommario, senza un pensiero, un ragionamento alle spalle, ecco, quello no.
LINGUA DI MANZO
Non è che non sia buona, sia chiaro. Ma la consistenza, l’idea, potrebbe far rabbrividire qualcuno. A me, personalmente, piace, ma devo ammettere che tre quarti delle persone che conoscono schifano solo a sentirla nominare. Pivelli?
MACCHERONI CHEESE
Un colpo al cuore su cui è diventato ormai anche pleonastico fare battaglie. Imitazione quasi derisoria dell’idea che in America hanno della pasta italiana. Non c’è verso di farli desistere, anche perché ha un grande successo.
CARAMELLE INUTILI
Tipo le gommose alla fragola che non sanno di fragola, il tarocco dei marshmallow, le liquirizie che si incollano irrimediabilmente ai denti procurando carie inaudite. Insomma i dolci da chioscetto carnevalesco. Però, mi dicono, che hanno un potenziale da guilty pleasure, specie le coca cole piccole con lo zucchero sopra.
PALLE DI CINGHIALE (O DI QUALSIVOGLIA ANIMALE)
Non so nemmeno se è il caso di commentare. La foto parla da sola e non facciamo gli splendidi del tipo “non mangiare con gli occhi”. Questa roba qui non si può deglutire, dai!
POLLO INTERO IN SCATOLA
E pure qui non si scherza. Per fortuna, in Italia cose così non si trovano facilmente. Forse quando pensiamo che stiamo svendendo la nostra tradizione possiamo stamparci questa foto e vedere il bicchiere mezzo pieno.
ZUPPA DI OPOSSUM
Potrebbe sembrare divertente, ma non lo è. Purtroppo esiste davvero, non è l’incubo causato dalla dozzina di peperoni ripieni che vi siete mangiati all’alba. Rientra tra le cose che non ho mai provato e nemmeno proverò.
PASTA SCOTTA
Perché? Perché lo fate? Perché scuocere la pasta? Dovete punirvi? Vi mancano i denti? Compratevi una dentiera o fatevi un purè!
VELLUTATE E ZUPPE PRONTE
Comode, dai. Ma che senso hanno? Quale sia l’ingrediente principale hanno tutte un retrogusto inaccettabilmente chimico. Ci si impiega lo stesso tempo a prepararne una fresca e senza chili di conservanti e buttarla in congelatore.
ISTECCHE DI SOIA
Da eliminare dalla faccia della terra come tutti “i cibi vegani che scimmiottano la carne: hamburger vegetariani, salsicce di seitan and all that jazz”. Perché se non mangi la carne ne cerchi degli ignobili surrogati.
TONNO IN SCATOLA
Personalissima opinione (condivisa da qualcuno anche in redazione, ma qui ci siamo spaccati e sono volati insulti a base di “gastrofighetto”): il tonno in scatola non dovrebbe esistere. Perché non sa di nulla, perché chissà cosa ci mettono davvero dentro, perché è diversamente digeribile e perché volete mettere il tonno fresco?
SURIMI
È come mangiare un cartonato di pesce. Una suo imitazione di plastica, anche mal riuscita. Sembra finto (forse perché lo è?) e ha un sapore pessimo. Ancora non capisco se chi lo ama ha una mutazione genetica al palato..
PANE IN CASSETTA CON ALCOOL
Per sbronzarvi, bevetevi un Negroni. Anzi due. Forse tre. Non mi sembra abbia senso farlo con un pan-bauletto qualunque. O no? E poi quell’odore…
[Crediti | Link: Kitchenette Jezbel, Cluster Magazine | Immagini: Lettera43.it, Flickr/Oioimolloy, seanpeltier, Maggie Emm, Arianna, Florian Siepert, Steve, Alder Ahlvin, Valentina Sironi, orangebrompton, Steven Depolo, Mondo Del Gusto, /rada, Vù Elle, Maciej Łukasz Wojszkun, fugzu]