La notizia probabilmente l’avrete già letta: Rocco Siffredi inaugura a Budapest, città che ha eletto a quartier generale, Rocco World, il suo primo ristorante. L’idea è di farne una catena con prossime aperture a Roma, Milano, Praga. Sappiamo che è coinvolta anche la moglie Rosa Caracciolo, ma nulla ci è dato sapere sulla cucina, sulla fascia di prezzo e su eventuali consulenze. Sappiamo però che l’arredamento sarà a tema, verranno proiettati video del backstage dei film di Rocco e sarà possibile acquistare oggettistica di, ehm, vario genere.
Se state volando ai commenti per tirare fuori tutta la vostra verve di giovani umoristi, devo darvi una brutta notizia: ci hanno già pensato quelli di Spinoza, partorendo battute tipo queste:
— Apre Rocco World, il primo ristorante di Rocco Siffredi.
“Cosa ordina?” “Quello che ha preso la signorina.”
— Rocco Siffredi ha aperto un ristorante. E non vi dico come.
— Rocco Siffredi ha aperto un ristorante. Per lui non sarà dura sfondare.
— Apre Rocco World, il primo ristorante di Rocco Siffredi. Pare si tratti di un grosso affare.
— Non ci andate: mi han detto che al momento del conto arriva l’ in**lata!
— Io non ci torno, la carne è dura!
— Rocco Siffredi apre il suo primo ristorante. Oh, e non c’è un buco libero!
— Apre il ristorante di Rocco Siffredi. Nessuno si lamenta delle porzioni.
Personalmente, mi piacerebbe molto vedere Rocco emergere come il nuovo Joe Bastianich, e immaginarlo giudice di MasterChef che minaccia di in**lare chi esegue piatti non degni.
Ma a parte le facili ironie, bisogna riconoscere che il buon Rocco, che come nessun altro ha segnato la storia dell’intrattenimento per adulti, sia splendidamente riuscito nell’impresa più difficile, ossia costruirsi una solida carriera terminata quella da performer. Pochi calciatori hanno successo come allenatori, poche modelle riescono poi a fare le stiliste, ma lui si è rapidamente imposto come produttore di riferimento, dimostrando che intelligenza e capacità non gli difettano. Rocco Siffredi è ormai un brand di successo, una franchigia che va ben al di là del suo ambito originario. Gradito sia alla critica che al pubblico, le sue apparizioni nel mainstream sono un sapiente mix di garbo e autoironia, e la lettura dell’autobiografia “Io, Rocco” (Mondadori) ci restituisce l’immagine di un uomo il cui cervello non è meno reattivo dei muscoli – ok, forse non proprio di tutti i muscoli, ma ci siamo capiti.
Dimenticavo quasi: lunedì 8 aprile, nel padiglione Abruzzo del Vinitaly, verrà presentato anche il vino “Rocco, non solo magnum”, una joint venture con l’amico e conterraneo Jarno Trulli che già da anni si cimenta in materia con discreti risultati. Si tratta di un Colline Pescaresi Igt da uve Montepulciano.
E insomma, da grande ammiratore di Rocco non posso che fargli i miei auguri per questa nuova duplice avventura: in culo alla balena!
[Crediti | Link: Fanpage, Spinoza, immagine: Il Giornale]