Venezia è la città più bella del mondo. Ma nessuno è perfetto. E’ una città piena di contraddizioni con due o tre posti che provano a fare cucina contemporanea, mentre resistono (anche troppo) le osterie tipiche o, più spesso, sedicenti tipiche.
I combattenti più assidui di questa disciplina storico-filologica sono i veneziani stessi, quelli che abitano l’isola a forma di pesce e che sconfinano al di là del Ponte della Libertà solo se sono davvero costretti.
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Nemesi del veneziano è il turista, amato e odiato, nutrito e rapinato, che non capisce, che arriva persino a dire che a Venezia si mangia male. Solo perché non sei veneziano, gli rispondono. E non si capisce bene se sia una costatazione o una minaccia.
Ecco, nel tentativo di capirci qualche cosa di più, ci siamo avventurati nei difetti gastronomici della città. Ne è venuta fuori la lista qui sotto. E chi può dire se c’è una città là fuori che ne conti anche di più.
1. A San Marco: o spendi almeno 100 euro a testa, o mangi maschere.
2. Un trancio di pizza dell’altro ieri può costare anche 5 euro.
3. Gli stuzzichini si chiamano cicchetti.
4. Tutti i turisti pensano che i cicchetti siano piccole porzioni di alcolici.
5. Un cicchetto tipico è l’intestino di mucca lesso.
6. Le osterie si chiamano bacari.
7. Un bacaro tour può prevedere anche la sosta (con consumazione) in 10 bacari.
8. E’ l’unico posto dove il bacaro tour (giro di bevute) provoca l’annegamento.
9. Se parli veneziano puoi avere un trattamento di favore.
10. Il retro di alcuni ristoranti puzza di più dei canali durante l’afa d’agosto.
11. La stagione delle moeche è troppo breve.
12. Il pesce fresco durante il fermo pesca è un’utopia venduta cara ai turisti.
13. Nelle vetrine di molti ristoranti ci sono pesci del 1988.
14. Le sarde in saor sono causa di alitosi collettiva.
15. Un’ombra è un’ombra, anche di Tavernello.
16. Una delle specialità della città sono le polpette.
17. Tutti fanno finta di ignorare cosa si dice in giro sulle polpette delle osterie.
18. Non si trovano più i cicchetti di una volta.
19. Ci sono più ristoranti “spaghetti bolognese” qui che in tutta NYC.
20. E’ tutto troppo caro.
21. Il gianduiotto della gelateria da Nico alle Zattere è ancora troppo poco famoso.
22. Il gianduiotto della gelateria da Nico non è un pasto completo senza uno spritz.
23. Venezia è responsabile della moda dello spritz.
24. A Venezia chiamano canoce le cicale di mare, e non vogliono sentire ragioni.
25. Pochi sanno cucinare le canoce come si deve.
26. La stagione delle canoce è troppo breve.
27. Il fegato alla veneziana si mangia anche d’agosto.
28. La bassa stagione non arriva mai.
29. Non ci sono mai abbastanza mozzarelle in carrozza.
30. Mi capita sempre la mozzarella con l’acciuga.
31. Hanno aperto Grom anche qui.
32. I ristoratori si lamentano dei turisti.
33. I ristoratori si lamentano che ci sono troppo pochi turisti.
34. I ristoratori si lamentano che la materia prima che si trova sull’isola è troppo cara.
35. Ci sono troppo pochi ristoranti stellati.
36. Il tiramisù a volte è immangiabile.
37. Gli zaeti serviti senza il vino dolce.
38. La gente crede che il plurale di bussolà sia bussolai.
39. Se non sei del posto, per trovare un ristorante che cerchi ci vuole il gps.
40. Il pane non è mai fresco.
41. I bussolai sono troppo buoni.
42. Ti senti in colpa se ordini una carbonara.
43. Non è mai una buona idea ordinare una carbonara.
44. A carnevale i prezzi sono maggiorati del 50%.
45. Il baccalà mantecato troppo secco.
46. Per ordinare e consumare un pasto completo ci vogliono tre ore (“a Venexia se speta” – a Venezia si aspetta n.d.r.).
47. Durante la mostra del cinema tutti i ristoranti dicono di avere le star.
48. Durante la mostra del cinema non si incontrano mai le star.
49. Il Bellini con le pesche fresche a carnevale.
50. Il prosecco caldo.
51. I posti dove non accettano il bancomat.
52. Sono troppo pochi i locali che fanno i nervetti.
53. Le sarde fritte chiuse e con la spina.
54. Sedersi per un caffè a meno di 5 euro in Piazza San Marco è impossibile.
55. Nessuno si è ancora inventato la cena sulle gondole.
56. La cena del redentore in un grande ristorante può costare anche 600 euro a testa.
57. Un brunch in un grande albergo costa 150 euro.
58. Non si bevono superalcolici.
59. Troppi barman non sanno fare un buon Bellini.
60. Per il santo patrono si mangia castrato in salmì con le verze.
61. Tutti i piatti tipici sono ricoperti da una montagna di cipolla stufata.
62. Se sei astemio ti tolgono la cittadinanza.
63. Gli anelli di calamari surgelati spacciati per freschi.
64. Il tempo che ci vuole a mangiare una scodella di “bovoetti”.
65. La salsa per il carpaccio di Cipriani.
66. Il risotto fatto con qualsiasi cosa.
67. La polenta in mattonella del supermercato.
68. I posti dove si mangia bene nascosti ai turisti.
69. I tranci di pizza in vetrina dal 1970.
70. Tutti sono pronti a consigliarti l’osteria migliore.
71. In città ci sono almeno 82 osterie che sono la migliore della città.
72. In certe zone non si mangia (San Marco).
73. In certe zone si mangia troppo (Rialto).
74. Tutti si dimenticano di Castello.
75. Le frittelle di carnevale sono troppo buone.
76. Le frittelle di carnevale tipiche non prevedono la crema.
77. Le mezze uova con l’acciuga non sono mai abbastanza.
78. I cicchetti mettono troppa sete.
79. Se non ti piace il pesce ti tolgono la cittadinanza.
80. La cucina tipica della città è fatta di regole per preservare la carne e il pesce dall’imputridimento.
81. I tramezzini senza pane nero.
82.L’innovazione dei tramezzini arrotolati.
83. I tramezzini coi gamberi in salamoia.
84. Un pranzo veloce dura almeno un’ora.
85. La vista dal ristorante incide per l’80% sul prezzo.
86. Trovare un toast è un’impresa.
87. La probabilità di mangiare una pizza surgelata cotta nel forno elettrico è altissima.
88. La probabilità di pagare troppo una pizza è altissima.
89. Gli spaghetti allo scoglio.
90. Troppo pochi conoscono le telline.
91. Molti non sanno il nome dei vari pesci in italiano.
92. I folpi e i folpetti non sono la stessa cosa.
93. La stagione del gransoporo è troppo breve.
94. Il nero di seppia liofilizzato.
95. Non si può far musica dopo le 22.
96. Certi panini imbottiti risalgono alla Serenissima.
97. La pasta e fagioli senza rosmarino.
98. Il fatto che sia la città più bella del mondo prevede una maggiorazione dei prezzi del 70%.
99. I ristoratori sono snob e ancora antinapoleonici.
[foto crediti: iristorante, twicsy, formine e mattarello, the salt and tomato diaries, milano non è cara]