Adesso che tutto su TripAdvisor è bellissimo, tutto meraviglioso, adesso che persino Dissapore sembra essersi convinto di una sua qualche utilità, ce le ricorda l’Antitrust le recensioni false della guida generata dagli utenti con un regalo di Natale che supponiamo poco gradito: 500.000 euro di multa e l’obbligo a comunicare entro 90 giorni le iniziative assunte per non ripetere la pratica scorretta.
Chi avesse dimenticato di cosa stiamo parlando può approfittare dei numerosi post che abbiamo dedicato alla vicenda, c’è dentro di tutto, dalle recensioni false con tanto di prova video ai ristoranti inventati, dagli amari sfoghi dei ristoratori alle agenzie che stipendiano falsi utenti per migliorare la reputazione di alberghi e ristoranti, addirittura con le istruzioni per l’uso.
Eppure da TripAdvisor, in particolare da Lorenzo Brufani, portavoce per l’Italia, non c’è mai stata un’ammissione, mai una presa d’atto che il problema esiste e pertanto bisogna fare qualcosa.
Questa la sua laconica risposta: “Se non mettessimo in primo piano l’integrità delle recensioni di TripAdvisor non avremmo la fedeltà dei 50 milioni di visitatori che utilizzano il nostro sito ogni mese”.
Ora però, su segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, di Federalberghi e di alcuni consumatori arriva la sentenza dell’Antitrust, che ha “accertato la scorrettezza della pratica commerciale realizzata a partire da settembre 2011 e tuttora in corso” con questa motivazione: “TripAdvisor enfatizza il carattere autentico e genuino delle recensioni (vai Antitrust, bell’eufemismo, ndr) inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili, espressione di reali esperienze turistiche”.
Cosa succede adesso? Cosa cambia per gli italiani abituati a utilizzare il sito per informarsi su ristoranti, alberghi e strutture turistiche?
Evitare di scegliere, e dunque di prendere decisioni economiche in base a informazioni pubblicitarie non veritiere sarebbe auspicabile
E una volta per tutte, tra 90 giorni, TripAdvisor dovrà dire all’Antitrust, ai consumatori e sì, anche a a noi di Dissapore, cosa intende fare per risolvere il problema.
Maglio tardi che mai.
[Crediti | Link: Repubblica, Dissapore]