Arriva anche in Italia il portale TheFork, sito già conosciuto oltre i confini nazionali per offrire la possibilità di prenotare tavoli nei ristoranti aderenti comodamente online e sfruttare diverse funzionalità utili, sia per gli utenti che per gli esercenti.
TheFork.it non nasce dal nulla ma è un’emanazione di TripAdvisor (il nemico pubblico numero uno di molti ristoratori e critici gastronomici), che ha recentemente acquistato i due servizi similari Restopolis e MyTable, lanciando poi TheFork.it come servizio sostitutivo: cercando di collegarvi a Restopolis sarete già rediretti su TheFork, mentre MyTable continua ad esistere ma probabilmente ancora per poco.
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Il nuovo sito esiste già all’estero, in UK sempre con il brand The Fork, in Francia, Svizzera e Belgio con LaFourchette ed in Spagna con Eltenedor.
Cambia il nome ma la sostanza resta la stessa: TheFork permette agli utenti di prenotare un tavolo in uno dei 5000 ristoranti italiani (7500 entro fine anno promette il fondatore Almir Ambeskovic) comodamente online sul sito o attraverso le app dedicate a iPhone o Android, ma a questo si aggiungono alcuni succulenti servizi.
Innanzitutto molti ristoranti sfruttano ovvie leve di marketing per portare a tavola i potenziali clienti, offrendo ad esempio sconti che possono essere ottenuti solo prenotando attraverso il sito o le app.
TheFork offre anche un programma fedeltà: con ogni prenotazione potrete accumulare punti speciali, chiamati Yums, che una volta accumulati daranno il diritto a ottenere sconti aggiuntivi o a partecipare a serate o iniziative speciali.
I punti fedeltà irrompono anche a tavola.
Tutto ciò non viene fatto per beneficienza ma TripAdvisor richiede in cambio una percentuale sulla prenotazione ai ristoranti che vogliono essere elencati su TheFork. Il sito consente infine solo a chi prenota, consuma e paga di lasciare una recensione e un giudizio sul ristorante.
Questa caratteristica potrebbe aiutare TripAdvisor a placare le polemiche suscitate dalla falsità di alcune delle recensioni pubblicate da persone inesistenti, che raccontano di pasti mai consumati, a volte in ristoranti anch’essi inventati di sana pianta.
Su TheFork non sarà possibile. Al momento il database di recensioni su The Fork non è minimamente paragonabile a quello di TripAdvisor, ma in un futuro potrebbe diventare un punto di riferimento più affidabile (almeno per la veridicità, non necessariamente per la competenza) per le recensioni riguardo ad un locale.
TheFork è piaciuto così tanto che pure la Fipe ha esultato per il suo lancio: curioso il supporto del nuovo sito da parte della Federazione italiana pubblici esercizi, per lungo tempo nemica di TripAdvisor e pronta a puntare il dito contro il colosso web per via dell’inaffidabilità delle recensioni.
Ora invece finisce tutto a tarallucci e vino, la Fipe ha stretto alcuni accordi di collaborazione con il sito, e sembra addirittura dispiaciuta del fatto che TripAdvisor abbia recentemente preso una bella bastonata da 500 mila euro dall’Antitrust italiana.
TripAdvisor non si trova davanti ad una strada in discesa: in Italia servizi come TheFork storicamente non hanno mai riscosso grande successo, servendo una limitatissima porzione di nerd troppo pigri per alzare il telefono per prenotare.
Ora avere la spalle coperte da TripAdvisor potrebbe fare la differenza, ma in realtà la differenza la potranno fare solo gli utenti.
A questo punto dite la vostra: vi interessano i servizi offerti da TheFork?
Non vedete l’ora di mettere a segno la vostra prima prenotazione ed accumulare i vostri primi Yums?
O non ve ne potrebbe fregare di meno e che muoia TripAdvisor con tutti i filistei?
[Crediti | Link: Dissapore, Fipe, La Stampa]