Rudi lettori non dite che San Valentino è una cosa per ragazzetti, e che ora come ora vi interessa di più l’appuntamento con l’urologo. Anche voi, ciniche lettrici, quando affermate che l’uomo che ricorda tutto, gli anniversari, i compleanni, persino San Valentino merita le corna mentite sapendo di farlo. Chiunque abbia avuto qualsivoglia contrattempo relazionale vi dirà che si risolve meglio attovagliati al ristorante, possibilmente non il cinese scrauso dove si spendono 30 Euro in due.
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Ebbene sì, anche Dissapore è pronto a buzzfeedeggiare malgrado di liste dei ristoranti dove intrupparsi a San Valentino sia pieno il gastro-web, ma non è obbligatorio andarci quel giorno lì. Sono posti dove flirtare con disinvoltura, ravvivare storie di felicità domestica, soprattutto mangiare benissimo. Conoscete afrodisiaco più potente?
E per una volta non fate i taccagni.
CITTA’
AROMA – ROMA via Labicana 125
Secondo la Guida Michelin la terrazza “offre un panorama mozzafiato su Roma antica, dal Colosseo sino al cupolone”. E’ così, probabilmente il più emozionante, per sovrappiù godibile estate e inverno. Vi basta un giro sulle immagini di Google per verificarlo. Persino la micro cucina dello chef Giuseppe Iorio affaccia direttamente sul Colosseo, sicura ispirazione per una cucina mediterranea “con qualche afflato moderno nel piatto”, puntualizza bacchettando la Michelin.
Ingredienti locali, alcuni piatti riusciti (ostriche Belon “00” con granatina di pompelmo rosa, orecchiette fresche con ragù di coniglio e verdurine) altri meno. Menu degustazione con 7 portate a 125 Euro. Alla carta si spendono 100 Euro.
CERESIO 7 – MILANO, Via Ceresio, 2.
Palazzo di epoca fascista nei pressi della stazione di Piazza Garibaldi, oggi quartier generale Dsquared2, marchio degli stilisti americani Dean e Dan Caten. L’idea era ricavare un ristorante bar, intorno a un giardino e due piscine, prenotabili anche a parte, sui tetti di Milano. Centrata.
Oggi Ceresio 7 marcia al ritmo di un centinaio di coperti al giorno con i clienti che arrivano per l’aperitivo e se ne vanno a notte fonda.
La scelta è ampia, si può stare leggeri o lasciarsi tentare dalla cucina di Elio Sironi, in questo caso i piatti consigliati sono baccalà con i ceci e ombrina alla brace. L’estetica raffinata con richiami Art Deco e il servizio perfetto vi faranno stare bene e superare il problema dei prezzi sostenuti, 70 Euro bevande escluse.
DE PISIS – VENEZIA, campo San Moisè 1459,
E’ il ristorante gourmet di un hotel elegante, il Bauer, con terrazza che affaccia direttamente sul Canal Grande, in un’atmosfera che al netto dell’enfasi tipica di tante guide, è abbastanza unica al mondo. Raffinate anche le due salette all’interno, arredate come se i fasti della Serenissima non fossero mai terminati. Per capirsi: come sfondo potete scegliere tra la Chiesa della Salute e un grande dipinto dell’omonimo pittore.
Cucina con rilettura personale della tradizione veneziana da parte di uno chef giapponese, e le influenze asiatiche si sentono. Alla carta si spendono dai 90 ai 150 Euro.
DEL CAMBIO – TORINO, Piazza Carignano 2.
Il costoso restauro che ha coinvolto anche artisti del calibro di Michelagelo Pistoletto lo ha riportato agli splendori di un tempo, peraltro senza toccare il divanetto di velluto dove si accomodava Cavour per mangiare uovo e finanziera.
Tra ori e stucchi si gusta la cucina piemontese, in primo piano la finanziera in versione ingentilita oppure il salmone con crudo di coniglio e burro di nocciola, con Matteo Baronetto, per anni secondo di Carlo Cracco nel ristorante milanese, che non lesina gli amati piatti di pesce. Menù degustazione a 120 e 140 euro.
A completare l’offerta sul retro del locale un bistrot e il bar Cavour con menù a 70 euro e 15 per l’aperitivo.
BORGO SAN JACOPO – FIRENZE, borgo San Jacopo 14.
Diciamo subito che il terrazzino esclusivo affacciato sull’Arno la cui superficie riflette le luci delle candele è una prerogativa estiva. Ma la vetrata che lascia libero lo sguardo di ammirare il fiume e la città no, quella è disponibile tutto l’anno, al pari delle travi a vista e dei possenti muri in pietra.
In cucina non c’è più Beatrice Segoni, brava a combinare le esigenze del ristorante di un hotel (Lungarno) con i sapori della regione alleggeriti nella preparazione. Ma il nuovo chef Peter Brunel si muove sullo stesso solco. Impossibile non restare colpiti dalla carta dei vini con oltre 600 etichette.
Alla carta si spendono dai 35 ai 90 Euro.
L’IMBUTO – LUCCA, via della Fratta 36.
Basta un estratto per capire la vocazione creativa e fantasiosa del menu: Italian fish & chips, Linguine all’olio e ricci di mare, Insalata di finocchi e arancia marinata nel Campari, Tiramisu al peperoncino.
La vocazione avanguardista dello chef, Cristiano Tomei, visto anche in tivù su dMax ne I Re della griglia, è rafforzata dal posto insolito che ospita L’Imbuto, non più la turistica Viareggio, dove Tomei è nato e ha lavorato per molti anni, ma il museo d’arte contemporanea di Lucca.
Una volta seduti si sceglie solo il numero delle portate, 4 (40 Euro), 6 (60 Euro), 9 (90 Euro), da lì inizia un percorso pieno di sorprese che lo chef decide a suo estro guardando in faccia i clienti, magari chiedendo chi indovina l’ingrediente nascosto nel ripieno dei tortellini.
LAGO
VILLA CRESPI – ORTA SAN GIULIO, Via Fava 18.
Antonino Cannavacciuolo lo conosciamo per l’estensione generosa. Oppure per la portata energica delle pacche che molla in tivù ai malcapitati delle Cucine da Incubo.
Dimenticando spesso il comfort e lo charme del suo ristorante sul lago d’Orta, i meravigliosi ingredienti che lo chef campano usa per il menu, la tecnica e la precisione chirurgica nella presentazione dei piatti. Per non parlare dei sapori dalla sensualità quasi imbarazzante come la Triglia e melanzana con guazzetto di provola affumicata o il Riso Carnaroli all’olio con vongole veraci, timo e limone che valorizzano il Sud e il mare.
Un ristorante che prima o poi merita di essere provato malgrado i prezzi non proprio abbordabili, dai 95 ai 195 Euro.
PICCOLO LAGO – VERBANIA, via Turati 87.
La rappresentazione ideale della cena “da cartolina”, effetto dovuto alla vista panoramica sull’elegante bacino di Margozzo, tranquillo specchio d’acqua che non fa rimpiangere il brulicante lago Maggiore. I pesci d’acqua dolce sono protagonisti dei piatti creati dal fantasioso chef Marco Sacco, vedi la Trota marmorata di lago e classica bernese, che non disdegna di spingersi sino ai prodotti delle valli alpine come nei Risi e Bisi dall’Ossola o di divagare con la carne.
Il confortevole locale due stelle Michelin, con carta dei vini molto attraente, prevede tre menù degustazione e, per i più curiosi, la possibilità di cenare nell’unico tavolo all’interno della cucina a vista. Spesa media da 71 a 180 Euro.
MISTRAL – BELLAGIO, Via Roma 1.
Nel caso del Mistral la prevedibile aggettivazione della Guida Michelin diventa all’improvviso roboante: superba terrazza… vista impareggiabile.
Non aspettatevi che a tanto romanticismo corrisponda una cucina rassicurante, nel menu i piatti tradizionali convivono con ricette inusuali e cotture innovative. I nomi dei piatti parlano da soli: Tortellini ripieni di pavone con brodetto di volatili, Degustazione di pesci con abbinamento di patate, Ananas al forno con spicchi d’arancia e gelato alla crema raffreddato all’azoto.
L’esperienza da una volta nella vita costa tra gli 80 e i 185 Euro.
MONTAGNA
LOCANDA MARGON – TRENTO, Via Margone, 15.
Su un terrazzamento a mezza costa affacciato su Trento, a pochi minuti dal casello dell’autostrada, La Locanda Margon si sdoppia in due sezioni, la Veranda, una teca di vetro panoramica con cucina light dove i menu costano meno (30/35 Euro) e il Salotto Gourmet, dove la cucina dello chef Alfio Ghezzi, ambiziosa e creativa con ragionevolezza, esprime invenzioni fantasiose, tecniche innovative e le possibilità del territorio.
Pensate a Insolito Trentino: spaghetti, grana, oliva e spumante, al virtuosistico salmerino al timo o la bavarese di mais tostato con un biscotto di meliga, il gelato e una nuvola di polenta.
Ma per San Valentino potreste concedervi anche il meraviglioso pollo ruspante farcito, cucinato intero in una casseruola a cono ideata da Ghezzi che lo arrostisce in modo perfettamente uniforme (80 euro). Si spendono in media dai 59 ai 120 Euro.