“Mi piacerebbe realizzare un bar in cui trascorrerei volentieri i miei pomeriggi extra-lavorativi“.
Dipende.
Chi lo esprime questo desiderio? Un aspirante pensionato con ancora la fortunata prospettiva della liquidazione?
Oppure Wes Anderson, regista cinematografico amato e odiato ma comunque divertito dall’idea di applicare a un bar lo stile dei suoi set geometrici, dalla palette cromatica smagliante?
Nel secondo caso è più facile che il desiderio si trasformi in realtà.
Succede a Milano, tutto in questi giorni succede a Milano, alla Fondazione Prada di Via Orobia (accesso anche da un ingresso indipendente) dove dal 9 maggio è aperto il Bar Luce, orario: 9 – 22.
[related_posts]
La prima impressione è di stare dentro Grand Hotel Budapest The Grand Budapest Hotel.
Un film bellissimo, tra i più famosi di Wes Anderson.
Oppure, voltando lo sguardo verso i due flipper e il jukebox sagomato, dentro una cartolina retrò dell’Italia anni Cinquanta.
Le scenografie che il regista de I Tenenbaum si è più divertito a progettare sono il soffitto a volta, che riproduce la copertura in vetro della Galleria Vittorio Emanuele.
Così come il pavimento, i pannelli di legno impiallacciato che rivestono le pareti sino alle sedute, e i mobili di formica.
Il Bar Luce è solo una parte della ristrutturazione di una grande area da 19 mila metri quadri appartenuti a una distilleria, edificata a Milano nei primi anni del Novecento in largo Isarco.
La trasformazione degli spazi è stata affidata dalla Fondazione Prada all’architetto Rem Koolhas.
[Crediti | Link: Quartz, immagini: Coolhunting, Repubblica Milano, Invasioni.net]