Abitare la “formula scandinava” deve mettere una certa ansia da prestazione. Eppure, visti con la prospettiva lacunosa del resto del mondo, i nordici entusiasti della perfezione sono i nuovi dei. Hanno cominciato con il design, ma è con la cucina che, da qualche anno, occupano serenamente l’Olimpo.
Non c’è partita di chiacchiere sulle tavole stellate che non finisca sul Noma di René Redzepi, lo chef migliore del mondo secondo la classifica internazionale 50 best.
Ma Redzepi è conosciuto soprattutto come colui che, causando invidia e ammirazione tra noialtri quaggiù, è riuscito a scoprire una biodiversità degna dei giardini di Babilionia su terre lambite dai ghiacci, e per di più, l’ha condivisa con il mondo creando una scuola che oggi vale quanto una griffe di successo.
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Un successo che ha suggerito a Ryanair, per esempio, di sfruttare il momento della cucina nordica che difficilmente costa meno di 200 euro, con un volo low cost da 10,99 euro.
Dopo tutto questo, finalmente, è arrivata la Michelin: da oggi abbiamo una nuova guida dedicata ai ristoranti delle “città del Nord”.
La guida raccoglie 241 ristoranti tra Copenhagen, Helsinki, Oslo, Stoccolma, Gothenburg, molri dei quali presenti in guide precedenti, a cui si aggiungono due nuove città: Aarhus, a 3 ore di strada da Copenhagen con tre nuove stelle (Frederikshøj, Gastromé e Substans), e Malmö, la città oltre il ponte che collega Danimarca e Svezia in 34 minuti di treno, sempre con tre ristoranti monostella (Ambiance à Vindåkra, Bloom in the Park e Vollmers).
Ma la notizia che ha fatto sbroccare uno dopo l’altro i più influenti foodwriter internazionali su Twitter è la mancanza di ristoranti premiati con le tre stelle.
Sì, la Guida Michelin si è sottomessa alla necessità di una guida sulla cucina nordica, ma né il Noma di Redzepi, né il Geranium (da molti ritenuto la nemesi del primo, ma forse anche migliore) sono stati ritenuti all’altezza dagli ispettori della “Rossa”.
Non ci resta allora che scoprire a quali ristoranti della nuova guida “Nordic Cities” sono andate le due stelle Michelin.
COPENHAGEN
L’unico ristorante di Copenhagen a crescere con questa nuova guida, passa infatti da 1 a due stelle. Niente di più ossequioso della nuova cultura nordica in cucina che citare Aristotele per descriversi ” In tutte le realtà naturali v’è qualcosa di meraviglioso”.
Il menu degustazione, di 10 portate , può essere ridotto a 7, e durante la settimana a 5.
Menu degustazione: 188 euro.
Chef: Søren Selin.
Il ristorante di quelli che sono già stati al Noma, ha un piglio decisamente metafisico, citando, nella sua presentazione online, le forze invisibili della natura e le loro influenze.
Menu degustazione: 240 euro o 180 euro.
Chef: Rasmus Kofoed.
La testa d’ariete della ristorazione nordica, di recente partita alla conquista di Tokyo, è ancora saldamente radicata come luogo di culto del gastrofanatico tipo, ha un menu degustazione di 20 portate, e rimane fermo nella straordinaria idea di non avere una pagina su Facebook.
Menu degustazione: 254 euro.
Chef: René Redzepi.
OSLO
Il nome, in finnico, significa madre terra: un modo come un altro per sottolineare che questa cucina più che nordica è eterica, più che glaciale è ancestrale.
In sala otto tavoli, più la table de chef in cucina, il menu degustazione è di 20 portate.
Menu degustazione: 307 euro.
Chef: Esben Holmboe.
STOCCOLMA
Di un’eleganza più cosmopolita degli altri, e quasi francesizzante, il Frantzén di Stoccolma non si nega la necessità finnica di un pizzico di metafisica e afferma che la gastronomia è l’arte di oggigiorno, e in quanto tale dice qualcosa sull’animo umano.
Menu degustazione: 345 euro.
Chef: Björn Frantzén.
In un’atmosfera piuttosto famigliare, Mathias, diciamocela tutta, è il meno belloccio di questi chef nordici che sembrano tutti la fotocopia di Thor.
Definisce la sua cucina con il solo aggettivo naturale, e noi lo ringraziamo della sua normalità.
Menu degustazione: 285 euro.
Chef: Mathias Dahlgren.
Nuova stella per Stoccolma in un panorama post industriale perfettamente recuperato nell’isola di Oaxen.
I menu offerti sono da 10 o da 6 portate, gli ingredienti, manco a dirlo, sono stagionali e foraging-derivati.
Menu degustazione: 292 euro e 247 euro.
Chef: Magnus Ek.
[Crediti | Link: Dissapore, Four Magazine. Immagini: per il Noma Ian Tan su Flickr e Andy Delcambre su Flickr]