Ricordate Fonzie? La fatica che faceva a dire: “Ho sbagliato”? Farfugliava, balbettava, abbassava la voce fino a un sussurro inintelligibile. Ecco, io sono un po’ nella stessa condizione. Perché ho deciso di confidare a voi lettori che sì, anche io ho commesso errori grossolani in cucina.
Proprio come quelli da cui vi metto in guardia un post dopo l’altro. Perché nessuno è perfetto. E anche se ammetterlo è dura, sono qui, nel confessionale, pronta a denunciare i miei peccati.
Non voglio l’assoluzione, però.
Ciò che desidero è essere ripagata con la stessa moneta. Sicché, eccovi 5 (+ 1) fra i miei sbagli più clamorosi. Ma, una volta finito di leggere, dovete raccontare i vostri.
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LASCIARE LA PASTA FRESCA ALL’ARIA
È successo la prima volta che mi sono cimentata con i ravioli. Eravamo in team: io stendevo le sfoglie, il mio sous chef (leggi: fidanzato) tagliava i dischetti con il coppa pasta.
Ottenute tante belle file di basi pronte da farcire, abbiamo diviso il ripieno a mucchietti.
Solo a questo punto abbiamo ripiegato e cercato di chiudere le mezzelune ma la pasta, ormai troppo asciutta, non ne voleva sapere di aderire. Risolta (ma non tanto bene) inumidendo uno per uno il bordo dei dischetti.
Ora, ho imparato a lavorare molto più rapidamente, una striscia di sfoglia per volta: stesura, taglio, farcitura e chiusura.
CHIUDERE MALE LA PENTOLA A PRESSIONE
Ci avevo fatto un soffritto di sedano, carota e cipolla con olio e alloro. Ci avevo messo un bel pezzo di cappello del prete da far brasato, sfumato con un buon bicchiere di rosso. Poi avevo chiuso, un po’ frettolosamente, lasciando la pentola sulla fiamma vivace e aspettando il fischio prima di abbassarla.
Non fischiava ma io non ci feci caso. Per un po’. E per un altro po’.
Quando infine mi accorsi che qualcosa non andava, controllai: la valvola non era salita, la guarnizione messa male aveva lasciato aperto uno spiraglio, da lì era uscito a filo tutto il vapore, il vino si era prosciugato, la base della carne e il soffritto erano ormai un tutt’uno carbonizzato con il fondo del tegame.
Beh, oltre a gettare via tutto il cibo, ho dovuto comprare anche una pentola nuova.
LIEVITO NELL’ACQUA CALDA
C’è sempre un motivo. Se, per esempio, vi dicono di sciogliere il lievito di birra, fresco o secco, in un liquido tiepido, è perché il caldo eccessivo lo uccide.
Stavo facendo i panini dolci, ho scaldato il latte sul fornello, l’ho dimenticato, ha iniziato a bollire. E invece di attendere che la temperatura calasse, ho avuto fretta.
Risultato: lievito morto stecchito, pasta che non si è gonfiata, panini bassi e duri come pietre.
MIELE SOTTO AL GRILL
Volendo fare una sorta di anatra arrosto laccata, l’ho abbondantemente spennellata di miele prima di infornarla a 200°, pensando si sarebbe formata una bella crosticina croccante.
Invece, si è carbonizzata in meno di 5 minuti. Era il pranzo di Natale di tanti anni fa. E non ho altro da aggiungere.
RISPONDERE AL TELEFONO.
Ho bruciato fondi, fatto attaccare frittate, annerito patate sauté, persino scotto la pasta. Tutto per chiacchierare qualche minuto con Chiara, Filippo, papà o la signorina di un call center.
So che lo farò ancora sebbene adesso, quando sono alle prese con cotture impegnative e in attesa di una telefonata, ho imparato a mettere l’auricolare.
Forse sono matta.
DIRE DI SÌ AL CAPO.
Ho sbagliato a dare retta all’editore quando mi chiese (era l’aprile 2014) di iniziare la serie dei “5 errori”, dandomi l’alibi perfetto per esprimere l’indole da maestrina e sfogare tutta la saccenza, con riscontri alterni da parte di haters e lovers.
Sebbene quel primo post, dedicato al polpo, resti uno dei più letti 😉
E voi? Quali peccati inconfessabili avete commesso? Ditemi, figlioli, ditemi su.
[Fotocrediti: Retro Renovation, Cibotondo, Gold Medal Flour, Daily News, Big Sis Little Dish]