Stamattina mi sono svegliata con una voglia matta di pollo al forno con patate. Sì, sarei potuta andare in rosticceria e prenderne mezzo allo spiedo. Ma già sapete: se c’è qualcosa che posso fare, invece che comprare, scelgo la prima. Anche per me sola. L’ho fatto con la cassoeula, la trippa, il polpo. Perché non con il galletto visto che ho delle interessanti ricette di carne?
Per fortuna, solo qualche giorno fa ne avevo tirato su uno al super, pensando che sarebbe potuto venire buono per fare la mia versione miniaturizzata di roast chicken. Come sempre, con una ricetta che si può applicare pari pari a due o più volatili mignon, come anche a un pollo adulto, cambiando solo un poco i tempi.
1. INGREDIENTI
Il galletto è, in genere, intorno al mezzo chilo di peso. Considerando un 30% abbondante di scarto, direi una porzione di carne più che sufficiente per un ricco pranzo.
E se proprio avanzasse un pezzettino di petto, si può sempre sfilacciare, da freddo, e unire il giorno dopo a un’insalata.
Non c’è pollo al forno senza patate: io ne ho scelte un paio piccoline. Come aromi, rosmarino e aglio: come sempre, nulla vi vieta di scegliere i vostri preferiti fra timo, salvia, alloro e via dicendo. Poi olio (ma anche burro, volendo), sale e pepe.
2 PATATE
Sono praticamente l’unico ingrediente che vi porterà via un po’ di tempo. Sbucciatele e lavatele, oppure fate come me e lavatele soltanto, lasciandole con la buccia che, quando si cucinano al forno, a me piace sempre.
Quindi, mettetele a bagno in una bacinella d’acqua e lasciatele riposare una mezz’oretta: in questo modo, perderanno un po’ di amido e non si incolleranno anche se non le rigirerete in cottura.
Trascorso il piccolo riposo, sbianchitele, ovvero tuffatele 5 minuti in acqua bollente leggermente salata. Scolatele, conditele in una bacinella con olio, sale e pepe e tenetele da parte.
3. CONDIMENTO
Occupatevi ora del galletto salandolo e pepandolo dentro e fuori, poi ungendolo con un velo d’olio: potete usare le mani e massaggiarlo voluttuosamente oppure, per fare un lavoro più “pulito”, prendete un pennello. L’importante è andare bene fra le pieghe, sotto le ali, nell’interno coscia, nella cavità del ventre per insaporire bene ogni futuro boccone.
Se vi piace, prima di tutto potete strofinare la pelle con mezzo limone, che rilascerà una leggera nota agrumata, e infilarne uno spicchio all’interno del galletto.
Così come potreste sostituire l’olio con burro fuso. Non è un grandissimo peccato di gola perché, sia pollo o galletto, basta davvero poco condimento, essendo la pelle già naturalmente grassa.
Preparato il volatile, mettetelo in una teglietta: se la rivestite di carta da forno, bagnata (così non brucia) e strizzata, poi avrete pochissimo da pulire. Contornatelo con le patate e aggiungete un paio di spicchi d’aglio in camicia e le vostre erbe in rametto.
Meglio non sfogliarle né, tantomeno, tritarle: in forno tenderebbero a bruciare e i rametti sono più gestibili, perché potete toglierli quando iniziano ad annerire evitando che rilascino l’amaro a tutto.
4. COTTURA
Il forno deve essere ben caldo: io lo regolo sui 220°, inizialmente statico.
I tempi per il galletto sono abbastanza contenuti. Calcolate circa tre quarti d’ora. Negli ultimi dieci minuti, accendete la funzione ventilata e abbassate la temperatura a 200°.
Se il vostro forno è solo statico, vi potrebbero servire 5 minuti di più; se è solo ventilato, 5 di meno (alla temperatura più bassa). E se state cucinando un pollo intero, aumentate a un’ora e un quarto, un’ora e mezza, mettendo le patate dopo circa 30-40 minuti.
La cottura della carne potete saggiarla pungendo con una forchetta fra coscia e petto, per verificare che sia tenera e si stacchi dagli ossi. Se siete patiti di termometri, nello stesso punto dovete raggiungere i 73-75°.
Non preoccupatevi di rigirare le patate che, ammollate e sbianchite, come si diceva non si incolleranno. Piuttosto, se il vostro forno – come il mio – ventola o non ventola non ha un calore uniforme, girate di tanto in tanto la teglia perché tutto sia ugualmente cotto e dorato.
È arrivato il momento di sfornare, trasferire nel piatto e portare in tavola. E visto che siete soli, e non vi guarda nessuno, un ultimo consiglio: il galletto, si mangia con le mani.
[Fotocrediti: Cibotondo]