Gente che cucina, gente che assaggia, gente che beve, gente che insegna a cucinare, gente che impara a cucinare, gente che presenzia, gente che fotografa, gente che ha crisi ormonali al passaggio di Chef Rubio. E gente, anzi lettori di Dissapore e Scatti di Gusto che preparano piadine sotto la co-direzione di Gualtiero Villa di Cucina In e della nostra Francesca Romana Mezzadri di Cibotondo, cuoca ma anche motivatrice indefessa che pare essere uscita da un film hollywoodiano.
Tutto questo e molto altro si è visto sabato scorso all’ultimo Taste of Milano: un luna park culinario con gli chef nel ruolo delle star e i loro piatti subissati da una serie di continui scatti fotografici.
Per fortuna qualcuno ha avuto l’ottima idea di accorparli tutti insieme, come potete ben vedere.
Ma torniamo ai 45 minuti di irrecuperabile gastrofanatismo a cui si sono prestati i lettori. Una gara a chi cucinava la migliore piadina, aiutati dalla planetaria di Electrolux, nostro sponsor per l’occasione.
La truppa, insomma si è mossa bene. Non sono mancate scene di ordinario caos, specie nella fase di cottura e condimento della piadina, anche se la sobrietà generale è stata la cifra del Lab, sulla cui durata abbiamo decisamente sgarrato, superando l’ora tra assaggi collettivi e tweet celebrativi o denigratori.
La deriva iperleggera è durata poco però, relegata sullo sfondo da alcune versioni abbastanza opulente, tutte giocate sul tema della giornata: piadine con formaggi (tra cui stracciatella, mini scamorze, mozzarelle fiordilatte caseificio murgella, tête de moine) e spezie (pepe rosa, polvere di barbabietola, aglio orsino, erba cipollina, curry, paprica affumicata), senza affettati. Ecco quest’assenza per me, umile spettatore, sarebbe stato un problema non da poco. Della serie credo fermamente nel crudo dentro la piadina, ma assaggiando mi sono ricreduto.
Ma torniamo a bomba. Pochi sono gli ingredienti necessari alla piadina: olio, acqua, farina, un pizzico di bicarbonato e un po’ di strutto. Sì, lo strutto. Che è vittima di violento e diffuso ostracismo salutista ma che ci deve essere.
Come ci devono essere delle regole, ovvero delle cose da non fare. Eccole qui, prontamente riassunte per voi dalla rubrichista titolare, proprio Francesca Romana Mazzadri.
5 errori da non fare preparando la piadina.
1. Pensare che ci vorrà un sacco di tempo
Da quando tirate fuori la farina dalla dispensa a quando addentate la piada, calda e farcita, passa poco più di mezz’ora: 5-6 minuti di impasto, 20-25 di riposo, un paio per stendere i dischi e 3-4 di cottura.
2. Demonizzare lo strutto
Per la piadina è indispensabile. Visto che già lo mangiate in cracker, grissini, pane industriale e merendine, potete concedervelo anche nella vostra piadina home made. La dose classica sono 20-25 g ogni 100 di farina. Se proprio vi fa paura, potete dimezzarlo e aggiungere 1 cucchiaio di olio.
Tra l’altro, per la presenza di grasso nell’impasto, non occorrerà ungere il testo, o la padella, al momento della cottura.
3. Aggiungere l’acqua tutta in una volta
La quantità di liquido dipende dalla qualità della farina, dall’umidità dell’ambiente, dall’utilizzo o meno di olio. L’ordine di grandezza è di circa 2 a 1, quindi circa 50 ml di acqua per etto di farina, da unire almeno in due volte, fermandosi quando la pasta è compatta ma ancora morbida.
4. Lavorare troppo l’impasto
Come sempre quando si usa un grasso solido (come il burro nella frolla), la lavorazione deve essere rapida per non scaldare e sciogliere lo strutto. Per lo stesso motivo, il riposo è meglio che avvenga in frigo.
5. Stenderla troppo sottile
Lo spessore della piada deve essere di circa 2 mm: più sottile si biscotta, più spessa resta cruda all’interno e si sentirà la farina.
Chiunque di voi abbia qualcosa da aggiungere parli ora o mai più.