Il giro del mondo in 30 pancake l’abbiamo fatto e a me gira ancora la testa. Siccome non reputo giusto né rispettoso lasciarvi soli in preda ad attacchi di salivazione incontrollata, vengo in soccorso brandendo tra le mani la ricetta perfetta del pancake.
Quello americano per esser precisi, figlio di reminiscenze disneyane e colazioni che assomigliano più a pranzi domenicali.
Fondamentale per questa ricetta è il buttermilk, o latticello, ingrediente difficilmente reperibile tra i banchi del supermercato, ma agevolmente taroccabile miscelando latte fresco con yogurt o aceto.
Sì, avete letto bene.
Il risultato? pancake leggerissimi e perfettamente lievitati, con un piacevole aroma di vaniglia. Non di aceto, lo giuro.
La ricetta perfetta.
Dose per 16 pancake medi
Per il latticello:
1 + ½ cup di latte 375 ml
¼ cup di aceto 60 ml
2 cup di farina 240 g
¼ cup di zucchero semolato 50 g
2 cucchiaini di lievito per dolci 10 g
1 cucchiaino di bicarbonato 5 g
1 cucchiaino di sale
2 uova intere
¼ cup di burro fuso 60 ml
1 cucchiaino e ½ di estratto di vaniglia 8 ml
Inizio mescolando il latte leggermente tiepido con l’aceto. Rabbrividisco come una famosa bulgara di nome Natàlia.
Metto da parte per 5 minuti e mi dedico al resto della preparazione.
Separo gli ingredienti secchi e quelli fluidi in due ciotole. Nella prima setaccio la farina con il lievito ed il bicarbonato e aggiungo lo zucchero ed il sale.
Nella seconda mescolo il finto latticello, trasformatosi in uno strano liquido a tratti coagulato, con le uova ed il burro fuso.
Unisco i due composti lavorando per pochi secondi con una forchetta. Il risultato è una pappetta leggermente grumosa e poco densa.
Il segreto sta nel rimanere stoici e ignorare i piccoli agglomerati di farina che affiorano in superficie.
Faccio scaldare una padella a fiamma moderata e ungo con un velo di burro. Verso poco composto aiutandomi con un misurino e giro il pancake con una spatola quando si formano i buchini in superficie. Un minuto e mezzo circa per lato, più o meno.
Cuocio fino a doratura, l’interno è particolarmente soffice e asciutto, e servo ancora caldi.
Faccio due torri perfettamente allineate e innaffio con litri di sciroppo d’acero.
Una è per me, l’altra per Donald Duck.