Parlando di pasticceria siciliana l’italica gente si divide, presente le acque del Mar Rosso al passaggio di Mosè? Due fazioni nette: o si ama o si odia. C’è chi non regge la pasta di mandorle e chi venderebbe l’anima per alzarsi ogni mattina con brioche e granita davanti, tuppo incluso (quel cilindretto d’impasto che fa da cappello alla brioscia, non stiamo scrivendo parole a caso). Chi rifugge canditi e ricotta come il male e chi farebbe suffumigi con l’aroma del cioccolato di Modica. Chi la definisce stucchevole e chi sublime.
Per mitigare giudizi e pregiudizi di una parte e dell’altra lasciateci suggerire il nostro dolce-culto della pasticceria sicula. Se lo mangiate può succedervi di tutto: affogare nella ricotta pecoreccia (non in quel senso, sciocchini) fino a non poter più neppure menzionare la parola “cannolo”, oppure convincervi che il piacere ultrazuccherino della cialda sia il nirvana del Mediterraneo, il sacrario dell’impennata glicemica.
Accordiamoci anche su un’altra cosa, dove mangiarli questi benedetti cannoli. Non possiamo accontentarci di un bar purchessia, cerchiamo posti tipo le pasticcerie di Dattilo, vicino Trapani, (Eurobar tra tutte), o quel luogo di perdizione zuccherina che è la Pasticceria Oscar di Palermo.
Ce lo chiede Gente del Fud –il sito che mappa, commenta e tramanda i prodotti tipici nazionali. E voi lettori sgamati di Dissapore che sapete tutto di ricotta setacciata, cialda croccante ma compatta e cannoli farciti al momento segnalate subito i più degni. Come? Vi basta un clic.
I blogger di Gente del Fud ci mettono il carico con la ricetta apposita, un piccolo capolavoro di autoproduzione, ma facciamo anche un regalo, sapete? 12 kg di pasta Garofalo. Per portarsi a casa la pasta non limitatevi a commentare, bisogna segnalare (complimenti a Massimiliano Zilli che grazie a questa segnalazione farà indigestione di pasta).
Bene, possiamo iniziare. La parola passa a Maria Grazia Viscito, foodblogger del sito Cooking Planner.
Per le cialde:
250 di farina 00
125 g di vino rosso
40 g di strutto fuso
18 g di zucchero (ne ho usati 20)
Un pizzico di sale
10 g di caffè macinato
Olio di arachidi o strutto per friggere
Per il ripieno
800 g di ricotta di pecora di ottima qualità
270 di zucchero semolato
120 g di cioccolato fondente
Zucchero a velo q.b.
Setacciate la farina e formata una fontana sul piano di lavoro. Unite il sale, il caffè, lo zucchero e lo strutto fuso; iniziate a lavorare dal centro senza rompere la fontana. Aggiungete poco alla volta il vino e continuate ad impastare fino ad avere un impasto liscio ed omogeneo. Potrete usare anche la planetaria, mantenendo l’ordine degli ingredienti (io l’ho usata e mi son trovata molto bene).
Avvolgetelo nella pellicola alimentare e lasciate riposare almeno 30 minuti (io ho aspettato un’ora).
Stendete la pasta sottile: ho usato l’Imperia, facendo fare tre passaggi e arrivando fino alla penultima tacca.
Tagliate con l’apposito coppa pasta oppure con un coppa pasta tondo e poi passate col mattarello per ottenere un ovale. Avvolgete intorno ai cannoli (alle canne, nel migliore dei casi, oppure sugli stampini) e friggete in abbondante in olio d’arachidi ben caldo.
Scolate bene, fate freddare e togliete i cannoli dagli stampini. Asciugate bene con la carta e fate freddare.
Per la farcia, qualche ora prima (meglio se la sera prima di friggere) tagliate il cioccolato fondente in pezzetti e passatelo in un colino per eliminare la polvere, che sporcherebbe la ricotta; mettete il cioccolato in frigo.
Setacciate la ricotta, aggiungete lo zucchero e sbattete bene fino ad ottenere un composto liscio. Fate riposare la ricotta in frigo per qualche minuto e po aggiungete il cioccolato in pezzi in questo modo non si sporcherà).
Farcite i cannoli poco prima di servirli e spolverate con zucchero a velo.
Un vero spettacolo, Maria Grazia! Ma adesso torniamo a bomba: quali bar e pasticcerie siciliane meritevoli volete segnalare a Gente del Fud? Vi aspettano 12 kg di pasta Garofalo.