[Avviso: le ultime righe di questo post contengono qualche considerazione su ciò che si mangia al Ricci Milano, se saltate la parte prima nessuno ve ne farà una colpa. Questa non è una recensione – uno, il locale ha appena aperto; due, io c’avrei un conflitto di interessi ingombrante persino per gli standard italiani. Ok? Ok.]
Qualche mese fa, il noto imprenditore della ristorazione, celebrità del piccolo schermo e autore di libri (di cui l’ultimo, Giuseppino, scritto insieme a, beh, me) Joe Bastianich mi ha chiesto un parere. Stava considerando la possibilità di partecipare come socio all’apertura di un nuovo locale a Milano, in cui sarebbe stata coinvolta questa persona, tal Belén Rodriguez, ne avevo forse sentito parlare?
“Non mi sembra una buona idea” ho detto io “Dove, poi?”
“In quel viale che porta alla stazione, via Vittor Pisani…” ha risposto lui.
“Per carità” ho ribadito “Luogo cittadino tra tutti disgraziatissimo, quanto a ristorazione”
“Lì c’era un posto che vorrebbero riaprire” mi dice. “Si chiama Ricci.”
“Che il cielo ce ne scampi!” Ho proclamato. “Allora mettici anche direttamente le poltroncine leopardate come nei night in Valtellina.
Ma poi chi te lo fa fare di aprire un ristorante? Avresti tutti gli occhi addosso. La gente risparmierebbe tutto l’anno solo per per potersi permettere di pagare i danni dopo aver lanciato i piatti dentro al locale e aver messo il video su Instagram con l’hashtag #DilusionediDiludendo”.
Una foto pubblicata da Bar & Ristorante (@riccimilano) in data:
“Può darsi tu abbia ragione” ha replicato lui.
“Puoi sempre contare sul mio consiglio, Joe” ho detto io magnanima, considerando la questione risolta con profitto.
Due settimane dopo, mi imbatto in una foto di gruppo su Instagram dove Belén posa al fianco di un sorridente Joe. “L’accendiamo??? Ma si!!!! #meeting #nuovecose” (sic) dice la didascalia.
Faccio lo screenshot e inoltro a Joe su Whatsapp, senza testo a corredo (modalità passivo-aggressiva, categoria PRO). Doppia spunta blu: lui visualizza ma non risponde (modalità passivo-aggressiva: categoria Master).
Avanti veloce a lunedì scorso, quando il rinnovato Ricci riapre i battenti. Decisa ad ostentare superiorità morale (le vere amicizie si misurano dalla pazienza che si è disposti ad avere) (prima di poter dire “te l’avevo detto”) ci sono andata per cena.
Aperitivo @riccimilano #milano #riccimilano
Una foto pubblicata da Bar & Ristorante (@riccimilano) in data:
Entro e mi siedo al bancone, proprio di fronte al banco bar in marmo onice rosso. Ordino un bicchiere di vino e mi guardo intorno. Joe pattuglia la sala in modalità restaurant man: il locale ha appena aperto e ci sono già un centinaio di persone sedute, reggere l’assalto non è facile. Lui però sorride e accoglie gli ospiti come se non avesse un pensiero al mondo, nel frattempo scruta tutto, mentre di fronte agli occhi gli scorre l’algoritmo di Matrix.
Arrivano i colleghi giudici di MasterChef Bruno Barberi e Antonino Cannavacciuolo. Si distribuiscono pacche sulle spalle. Al bancone mi arrivano Guacamole & Nachos (10€) e Fiori di zucca fritti ripieni di scamorza affumicata (16€). Al tavolo dietro di me, Joe porta un sontuoso astice intero alla catalana (36€) a una ragazza. Lei annuncia che è il suo compleanno e gli chiede una foto insieme.
I ragazzi @riccimilano #milano #riccimilano
Una foto pubblicata da Bar & Ristorante (@riccimilano) in data:
Lui, con il gesto benevolente del papa che bacia i fanciulli, la conduce al tavolo dove siedono Barbieri e Cannavacciuolo, la invita a sedersi, le offre da bere e si fanno un selfie tutti insieme. Lei è contenta. Ma anche lui è autenticamente contento, come disse anche a me quando scrivevamo insieme:
Fare tutto perfettamente a pranzo, e rifare tutto perfettamente un’altra volta a cena. Quando anche l’ultimo cliente se n’è andato è il momento di sedersi al bar con un bicchiere di vino in mano, sapendo di aver nutrito trecento persone che hanno amato il tuo cibo e, per conseguenza diretta, hanno amato te. Per me, questa è una delle esperienze più soddisfacenti che esista al mondo.
Live music @riccimilano with @belenrodriguezreal and @jbastianich #milano #riccimilano
Una foto pubblicata da Bar & Ristorante (@riccimilano) in data:
Dalla cucina mi hanno appena portato un New England clam chowder (16€) quando dall’altro lato della sala appare Belén. In quel fatale momento, la mia convinzione che la sua bellezza soprannaturale dipenda da un uso sapiente del contouring si infrange contro l’ossatura perfetta dei suoi zigomi. La osservo rapita. Come conseguenza, mi verso addosso una modica quantità di Clam chowder.
Nel frattempo loro si fanno un fotone di gruppo: lei assume la posa specifica che ha in tutte le foto che la ritraggono – il viso ruotato di 3/4 per far risaltare la linea della mandibola, una gamba sollevata per metà come una gru nell’acqua. Mi domando interiormente se anche Belén abbia un coach per posare al meglio nelle foto, come Kim Kardashian e Beyonce.
Domando invece al cameriere se posso ordinare un veggie burger (16€): l’impasto della polpetta è ottimo, e anche il pane – fatto in casa – è giusto. Tutte le porzioni sono incredibilmente generose, quindi è solo per un misto tra dovere di cronaca e masochismo che ordino il dolce, un debosciato Crumbled Caramel Banana (9€). Insomma, com’è il Ricci?
Oysters @riccimilano #milano #riccimilano
Una foto pubblicata da Bar & Ristorante (@riccimilano) in data:
Intanto, come non è. Non è un posto per gourmet – anzi non è nemmeno primariamente un ristorante. [related_posts]
È prima di tutto un locale per persone che hanno voglia di uscire di casa vestite eleganti oppure che hanno voglia di guardare altre persone vestite eleganti.
Questo non significa, però, che la cucina sia presa sottogamba: la parte più interessante del menu sono probabilmente i piatti americani, dove è più netta l’impronta dello chef Tony Scotto – che viene da Del Posto, il ristorante ammiraglia di Joe Bastianich e Mario Batali a New York.
La spesa non è certo bassa, ma nemmeno astronomica.
I selfie con le celebrità sono offerti dalla casa.