Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Per chi scrive le recensioni dei ristoranti il critico gastronomico della carta stampata? Beati i tempi in cui poteva coltivare la nicchia, ma oggi, con i portafogli che piovono sangue mentre online si trovano –GRATIS– blog attendibilissimi e social network aggiornati, chi è che compra una rivista per leggere recensioni di ristoranti?

Proprio qui interveniamo noi, radunando per i fortunati lettori di Dissapore le grandi firme della carta stampata di questa settimana: paludate, un po’ trombone ma ancora necessarie.

Del Cambio, Torino

RISTORANTE DEL CAMBIO

Piazza Carignano 2, Torino

Dal Cambio a Torino

Problema: una cornice troppo bella rischia di far passare in secondo piano l’abilità dello chef. Lo scrive Enzo Vizzari sul settimanale L’Espresso aprendo la recensione del “Cambio” di Torino, ristorante dall’estetica incomparabile che “congiunge marmi, specchi e fregi risorgimentali alla contemporaneità delle opere di Pistoletto e Martino Gamper”.

Ma Matteo Baronetto, un lungo passato come braccio destro di Cracco, è un “fuoriclasse” i cui piatti vanno oltre il piacere di mangiare agnolotti e finanziera crogiolandosi nello sfarzo, specie con l’inedito menu da 15 portate a 115 € presentate da lui stesso.

“Una roulette di sapori”, possono capitare cappelletti in brodo con ceci, nocciole e ostrica, oppure un merluzzo affumicato al rosmarino con nervetti di vitello. In carta invece non mancano i classici piemontesi, “ma anche guizzi più estrosi come coniglio, salmone e burro nocciola o spaghetti al pane, salsa al capitone e zenzero. Da notare i ricarichi “bassissimi” sui vini che compongono una cantina “ampia e internazionale”.

Prezzi: dai 35 € del pranzo leggero ai 270 per la cena in cucina, “esperienza dispendiosa ma magica”.

Blue Ginger, Milano

BLUE GINGER

Viale Carlo Troya 22, Milano

Piatto Blue Ginger, Milano

Andato in crisi il modello del ristorante cinese a basso costo, molti patron hanno trasformato i loro locali in cino-giapponesi, alcuni hanno investito nell’ambiente, altri hanno puntato su piatti fusion con contributi di altre cucine.

Tra questi, spiega lo scrittore Allan Bay su ViviMilano, inserto del Corriere della Sera, il Blue Ginger “è andato più avanti”. Grazie a uno chef “innovativo” voluto dalla “patronne Elena Shang”.

In un ambiente “moderno e molto alla moda”, sushi a parte, sono molti i piatti da provare: dai dim sum di gamberi con frutti di bosco alle cappesante con pistacchio, dal rombo con carciofi all’anatra cotta lentamente con le spezie sino ai gnocchi di riso freschi con verdure croccanti.

Prezzi: si spendono in media 35 €, bevande escluse.

Trattoria dei Tacconotti

TRATTORIA DEI TACCONOTTI

Frazione Tacconotti, Frascaro (Alessandria)

Agnolotti al vino, trattoria dei tacconotti

Nelle due salette di rustica eleganza in aperta campagna, ma a poca distanza dal casello di Alessandria sud, che Carlo Ricci e sua moglie Anna gestiscono dal 1997 si respira aria ligure con la torta alle erbe, i ravioli erba porcellana e amaranto (Anna è appassionata di erbe spontanee), i mandilli (fazzoletti) con pesto di basilico e da luglio, con le acciughe ripiene fritte.

 

Ma anche il Piemonte, come racconta Gianni Mura sul Venerdì di Repubblica, reclama la sua parte. E allora spazio a finanziera e (su ri chiesta) fritto misto da 18 pezzi.

Meritevoli di menzione i primi, gli agnolotti in 3 versioni: burro e formaggio, con sugo d’arrosto oppure “come piacevano ai nostri nonni”, cioè senza condimento ma serviti in una scodella in cui si versa un po’ di Barbera giovane. Altro piatto della memoria è la perbureira, dal nome della pentola che serve per la cottura, “una robusta minestra di lasagne e fagioli, più una certa dose di aglio, che ha la sua culla a Rocca Grimalda, nell’Ovadese.

Buoni i secondi, spiccano il manzo arrosto e il vitello tonnato caldo all’antica, anche se Muta continua a “preferire la versione non calda”.

Prezzi: antipasti 12 €, primi 9/13 €, secondi 10/19 €, dolci 6/7,50 €.

Ristorante Shiva, Milano

SHIVA

Viale Gian Galeazzo 7, Milano

Ristorante Shiva, Milano, piatto

Ambiente diviso in salette intime e gradevoli, e se si cerca una sistemazione ancora più raccolta, precisa Valerio M. Visintin, critico gastronomico del Corriere della Sera, si può scegliere il soppalco che ospita una dozzina di posti al massimo (ma prenotatelo con buon anticipo).

Superati i problemi di parcheggio (ma il ristorante è convenzionato con un garage vicinissimo), vi aspettano piatti interessanti cotti nel forno tandoori, come gamberoni e salmone, il curry inevitabile e comunque molto appetitoso, di agnello o verdure, funghi speziati, verdure miste in salsa a base di yogurt, tutti serviti con una cortesia “da concorso”.

Prezzi: conto sui 25/30 €, bere a parte.

[Crediti | L’Espresso, Venerdì di Repubblica, Corriere ViviMilano. Link: Dissapore]