Per chi scrive le recensioni dei ristoranti il critico gastronomico della carta stampata? Beati i tempi in cui poteva coltivare la nicchia, ma oggi, con i portafogli che piovono sangue mentre online si trovano –GRATIS– blog attendibilissimi e social network aggiornati, chi è che compra una rivista per leggere recensioni di ristoranti?
Proprio qui interveniamo noi, radunando per i fortunati lettori di Dissapore le grandi firme della carta stampata di questa settimana: paludate, un po’ trombone ma ancora necessarie.
Via Brughiera 49, Villa d’Almè (BG).
Ignorati tanto dai giornali quanto dai blog, cercatori di novità. L’Osteria della Brughiera è il prototipo di questi locali, secondo Enzo Vizzari, che la descrive su L’Espresso, indirizzo evergreen della provincia di Bergamo insieme a Vittorio di Brusaporto. [related_posts]
Stefano Arrigoni, oste esperto che pratica con gioia i vini buoni, accoglie gli ospiti nelle sale interne e nel gradevole dehors, ma all’ingresso è d’obbligo entrare nella grotta che è insieme cantina a vista e irresistibile banco d’esposizione di salumi e formaggi.
La carta è ricca, sempre varia l’ispirazione dietro i piatti dello chef Paolo Benigni come nello “shabu shabu” di filetto di manzo al fumo di rosmarino con melanzane, yogurt e limone, nei sorprendenti cappelletti zucca, zola e zenzero e anche nei più tradizionali piatti di carne.
Prezzi: Cotture e tecniche fantasiose per un pranzo spumeggiante a 80/90 €.
LA BOSCHINA
strada per Tabiano 55, località Cabriolo, Fidenza (Parma)
Aperta da ottobre 2014 fuori città, in una casa di campagna molto curata, La Boschina propone un menu ispirato alla tradizione delle trattorie locali gradito al giornalista Gianni Mura, che sul Venerdì di Repubblica ne elenca i meriti a iniziare dal “primo squillo”, ovvero i salumi: culaccia (non culatello) crudo, salame, spalla cotta e qualche cicciolo tanto per gradire.
Tra i primi si viaggia a tortelli: di zucca oppure ricotta e erbette, tra i secondi i voti più alti vanno alla trippa in bianco e al coniglio disossato in umido.
Essenzialmente è un locale per carnivori ma c’è qualcosa per chi preferisce il mare, salmone marinato e polpo in umido tra tutti. Semplici i dolci fatti in casa, di spessore la carta dei vini con ricarichi corretti, servizio cordiale e veranda a disposizione nella bella stagione.
Prezzi: antipasti 9/12 €, primi 9/10 €, secondi 11/15 €, dolci 6 €.
YOJI TOKUYOSHI
Via San Calocero 3, Milano
Allan Bay presenta ai lettori di ViviMilano, inserto del Corriere della Sera, Yoji Tokuyoshi, lo chef giapponese “che il destino ha fatto lavorare per 10 anni con Massimo Bottura fino a diventarne il sous-chef”.
Poi Yoji ha deciso di volare da solo e ha aperto uno spazio tutto suo, con un format più diffuso all’estero che in Italia: il menu degustazione deciso dallo chef cambia ogni settimana.
I piatti, tutti “creativi, molto auoriali”, non necessariamente legati alla cucina giapponese, “moderni e basta” compongono due tipi di menu, uno da 9 portate (80 €) e uno vegetariano da 6 portate (60 €). Ci sono anche una decina di piatti alla carta, in linea di massima più classici ma sempre con il tocco personale dello chef.
Esemplari i dolci, adeguati vini e ambiente. Giudizio finale di Allan Bay: “diventerà famoso, anzi lo è già”.
Prezzi: spenderete sui 70 €, bevande escluse.
RISTORANTE PERBELLINI
Via Muselle 130, Isola Rizza (Vr)
Ancora Enzo Vizzari, che su L’Espresso riassume le puntate precedenti del ristorante. “Nell’estate 2014 Giancarlo Perbellini decide di lasciare il ristorante da lui stesso creato 25 anni fa per aprire a Verona Casa Perbellini“. L’ex moglie Paola Secchi Perbellini ha ssunto sulle sue spalle la responsabilità completa dell’impresa.
Casa Perbellini ha avuto un avvio “folgorante, superando di slancio il rodaggio”, ma non meno brillante “alla faccia degli scettici”, si sta rivelando la ri-partenza di Isola Rizza, anche grazie a Francesco Baldissarutti e Fabrizio Franzoi, i due perni della cucina rimasti al loro posto.
Altro segreto sono i prezzi “che non hanno uguali altrove” a parità di livello con l’aggiunta di una delle cantine migliori d’Italia.
Per 65 € il menu degustazione regala (“è il caso di dirlo” precisa Vizzari) fritto di calamari e alici con bruscandoli, un “magistrale” risotto alla crema di peperoni allo spiedo, “superbi” tortelli di mascarpone con ristretto di gallina allo zafferano e gamberi rossi, manzo allo spiedo, cubetti di foie gras e “l’epopea” della pasticceria con meringata ghiacciata e “millefoglie strachin” davanti a tutto.
Prezzi: Il menu a pranzo costa 23 €.
[Crediti | Link: immagini: Altissimo Ceto, Il Cucchiaio, Tripadvisor]