Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Per chi scrive le recensioni dei ristoranti il critico gastronomico della carta stampata? Siamo seri, oggi che i portafogli piovono sangue mentre online si trovano –GRATIS– blog attendibilissimi e social network aggiornati, chi comprerebbe una rivista per leggere recensioni di ristoranti?

Proprio qui interviene Dissapore radunando le grandi firme della carta stampata di questa settimana.

Paludate, un po’ trombone ma in fondo, ancora necessarie.

PARIS IN TRASTEVERE

Piazza Callisto 7/A, Roma

Paris in Trastevere

Locale della vecchia Roma aperto nel 1890 che Antonio Scuteri, caposervizio di Repubblica col tic dei ristoranti, descrive come “immutabile” e “affidabile”, attributi che faranno piacere alla quota meno avventurosa dei nostri lettori. Altro che becera movida di Trastevere, che pure è dietro l’angolo, da Paris siamo più “nel salotto domenicale di un’Italia tranquilla e borghese che forse non c’è più”.

Nel menu troverete “solidi piatti di tradizione romana alternati a verdure di stagione e piatti di pesce poco elaborati”, carta dei vini ampia e dai ricarichi corretti, e un servizio di collaudata professionalità. Iniziate da un filetto di baccalà fritto “asciutto e ben cotto” o dei carciofi alla giudea “meno croccanti del solito”.

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Come primi cacio e pepe o un altro classico del posto, tagliolini con gamberi e fiori di zucca, abbacchio alla scottadito “esemplare per cottura e materia prima” tra i secondi e saltimbocca “a dire il vero meno incisivi del previsto”. Delusione al momento del dolce, tradisce un piatto storico del ristorante, le palle di ricotta fritta, “davvero poco convincenti”.

Conto: 50 Euro vini esclusi

IL MAGAZZINO

Piazza della Passera 2, Firenze

Il Magazzino, Firenze

Sempre su Viaggi di Repubblica Carlo Petrini in persona (vabbè, uno tra i ghostwriter del fondatore di Slow Food) descrive Il Magazzino, osteria moderna con 10 anni di attività alle spalle e punto di riferimento per gli amanti delle frattaglie a Firenze. Specie di trippa e lampredotto. Si trova nel rione dei trippai, vale a dire San Frediano di letterarie memorie, ovviamente Oltrarno.

E’ come se un ristorante avesse deciso di mettere in tavola il vecchio mestiere del trippaio ambulante. Non a caso il lampredotto non manca mai, “ma l’abomaso del bovino può diventare anche ripieno per ravioli arricchito da cipolle di Tropea, oppure base per polpette”.

Presenti nel menu anche trippa alla fiorentina, poppa in tegame, ossobuco con fagioli, la guancia di vitello con cipolline in agrodolce, il carpaccio di lingua e il fegato. Leccatevi i baffi! Mentre i sughi delle paste “ci parlano di un quinto quarto che regna sovrano”. Carta dei vini attenta con quadi 200 etichette con ottimi rapporti qualità prezzo.

Prezzi corretti tra i 30 e i 35 Euro.

DIM SUN

via Bixio 29, Milano

Dim Sun, Milano

Un imprenditore coi fiocchi Yike Weng, che dopo il Bon Wei –“il cinese con pretese” (©Sara Porro)– un anno fa ha aperto Dim Sun sempre a Milano. Ci spiega Gianni Mura sul Venerdì di Repubblica che i Dim Sum equivalgono ai cicheti veneziani o alle tapas spagnole, minipoartate che di solito precedono il pasto ma in dosi abbondanti possono anche essere il pasto.

Ambiente elegante non appesantito “dalle solite cineserie”, cucina a vista, ottimo servizio, ricca carta dei vini. Menu incentrato sui Dim Sum, in media una trentina. Ci sono gli Shao Mai (ravioli aperti) di carne e di pesce. Gli Jaozi (ravioli chiusi), e gli Shao Long Bao (tondeggianti e chiusi a sacchettino), con granchio o maiale in salsa di soia. Cotture al vapore, alla piastra o fritti.

Tra i primi, chiamiamoli così per comodità, zuppe, “agropiccante in primis”, il riso e le paste. Pesce: cappesante piccanti con salsa sambal (a base di peperoncini) e rombo croccante. Carne: “l’ottima anitra (croccante, o con salsa di prugne, o con bambù e funghi)” le costine di maiale, pollo e manzo.

Per i vegetariani: verdure in salsa d’ostrica germogli di soia con baccalà, tofu con verdure. Si chiude con frutta esotica, dolci o gelato al tè verde in una polpetta di riso. Conto: antipasti 4/9 Euro, primi 8,50/19 Euro, secondi 10,50/26 Euro, dolci 9 Euro.

MR ZUPPA

via Pirelli 6, Milano

Mr Zuppa, Milano

Su Style, inserto mensile del Corriere, Mauro Remondino riferisce della scelta monotematica di Mr Zuppa, oltre 100 tipi diversi di zuppa, comfort food che “gratifica lo stomaco senza appesantire la digestione”, 8 dei quali compaiono ogni mattina su Facebook.

La scelta è ampia: dalla zuppa di farro alla minestra di lenticchie rosa all’indiana, dalla crema di cavolfiore e cardamomo al minestrone, alla crema di borlotti al cavolo rosso con patate. Si esce dal seminato per piatti curiosi come la la pizza di polenta. “L’impasto è fatto con mais o grano sareceno, la forma resta quella tradizionale e viene cotta nel forno”.

Il giornalista del Corriere si esalta per i prezzi “davvero abbordabili, da 6 Euro per la zuppa con aggiunta di crostini e semi di lino, zucca, sesamo e girasole, agli 8 Euro necessari per aggiungere frutta, yogurt e caffè”.

Comodo, perché a due passi dalla stazione centrale, Mr Zuppa serve “150/200 clienti ogni giorno, mentre di sera il locale fa solo servizio take-away”.

[Crediti | Link: Dissapore, immagini: restalo, diladdarno, newsandfoodies, piccolamilano]