Molti amanti di Venezia preferiscono le atmosfere blasé della Giudecca, un mondo a parte rispetto al turismo forsennato e alla foga commerciale della parte più visitata della città. Se cercate una trattoria che abbia la temperie del luogo, fermatevi a La Palanca, all’omonima fermata del vaporetto.
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Il locale apre alle sette del mattino e chiude dopo l’aperitivo serale, spritz accompagnato da cicchetti, come usa a Venezia. Niente cena, dunque, ma a partire dalla brioche del mattino (buona, friabile, ben lievitata) a La Palanca non smettono un momento di sfamare la multiforme clientela, fatta di veneziani veri e acquisiti (alla Giudecca hanno comprato casa molti forestieri) e di gente di passaggio, tipi con la faccia da artista o da studente Interrail.
Andrea Barina, un laureato in statistica che ha preferito lasciare il suo lavoro alle Generali per gestire questo locale, si occupa dei tavoli con allegria, come se ci fosse sempre una festa in corso. In cucina, Pietro Salmaso prepara antipasti composti da sarde in saor, baccalà mantecato, pesce bianco marinato all’arancia.
I primi sono linguine con seppie e nero di seppia o con capesante e zucchine, con i ganassetti (le guance della pescatrice) o con acciughe, cipolle e uvetta. Tra i secondi, le immancabili le seppie con polenta, i calamari alla plancia, i filetti di San Pietro con verdure.
Piatti semplici ma ben eseguiti.
Dalla cucina, affacciata sulla sala, arriva un gran clangore di piatti, e in breve si finisce per familiarizzare col cuoco.
Il pane è buono e non gommoso come capita di solito a Venezia. I tavoli più ambiti sono, va da sé, quelli all’aperto, sul canale della Giudecca.
Conto medio per tre portate, 30/35 euro.
La Palanca,
Giudecca 448, Venezia.
Tel.: 041 5287719
[Crediti | Dalla rubrica “Cibo e Oltre” di Camilla Baresani su Sette, inserto del Corriere della Sera. Immagini: Flickr/LeWaggis, Una casa in camapgna]