C’è una lunga fila, al momento, di persone interessate alla cucina vegan. Senza che questo significhi necessariamente una scelta di campo, la rivendicazione di appartenenza a un genere. Se posso dirlo senza urtare il vegan pride, considerate le polemiche degli ultimi giorni, questa è anche la mia posizione, e preparare una torta senza burro e senza uova, buona come se burro e uova ci fossero, è nutrimento per la mia autostima.
Coincidenza fortunata, in questo periodo il caro editore sta in fissa con le ricette vegane, così i miei tentativi di convincere gli onnivori della bontà di queste pietanze sono diventati appuntamento settimanale. Un inflessibile scadenza che mi spinge a leggere manuali, fare esperimenti dagli esiti spesso inconfessabili, scopiazzare i vegani veri, riesumare vecchie ricette del (sorpresa!) mio periodo vegan.
È il caso di questa torta di mele, ricetta acquisita durante un corso di cucina macrobiotica, senza uova, senza burro, senza zucchero (saccarosio) e, vogliamo esagerare siori, venghino venghino, senza farina.
Le mele sì, quelle ci sono.
Ecco cosa serve:
— 1 lt di succo 100% mela limpido
— 300 gr di fiocchi d’avena piccoli
— 250 gr di frutta secca tra uvetta, fichi, prugne, albicocche
— 100 gr di noci o mandorle o nocciole oppure un mix di tutto
— 3 grosse mele renette
— cannella a piacere.
Procedo così:
— prima di tutto regolo il forno a 180°.
— verso il succo di mela in una pentola abbastanza capiente, accendo i fornelli e, appena il succo raggiunge il bollore, ci tuffo l’avena. Bastano pochi minuti di cottura, quindi spengo, copro e lascio che si gonfi. L’avena è la base della torta e farà da “collante” per gli altri ingredienti.
— metto l’uvetta in poca acqua tiepida per ammorbidirla. Sono tentata sostituire l’acqua con il rum o, date le mie origini bassanesi, nella grappa, ma non sono convinta che il rapporto tra aolcol e vegani sia altrettanto sbarazzino (mi piacerebbe saperne di più). Per il momento evito, e taglio a pezzetti il resto della frutta secca.
— noci, nocciole e mandorle sono importanti per i vegani perché molto proteiche e buone amiche delle arterie. Io manifesto il mio interesse per il sapore, un contributo irrinunciabile. Sguscio le noci, faccio tostare mandorle e nocciole sotto il grill compiacendomi per il profumo che invade la cucina, poi le trito grossolanamente.
— sbuccio tre mele: due le riduco a dadini, la terza a fette sottili, mi serviranno per decorare la superficie del dolce.
— preparati gli ingredienti non mi resta che mescolarli: frutta secca a pezzetti, uvetta ammollata e asciugata, noci tritate e dadini di mela, per fortuna non mi vede Bruno Barbieri altrimenti direbbe… beh, sapete cosa direbbe.
— verso l’impasto in uno stampo a cerniera (ne ho usato uno di 24 cm di diametro) rivestito con carta forno, livello la superficie con una spatola e dispongo a raggiera le fettine di mela. Adorando la cannella, che fa molto “torta di mele”, ne spolvero una cucchiaiata sopra. Vi faccio una confessione ma per favore non declassatemi a cuoca normale, prima di spolverare la cannella l’ho mescolata con un cucchiaio di zucchero di canna, il necessario per caramellare le mele e regalarmi il brivido del proibito.
— 40 minuti di cottura e poi l’attesa: tagliare la torta quando è ancora calda significa ritrovarsi nel piatto una montagnola di briciole. Abbiate pazienza e aspettate che sia completamente freddo per gustarlo.
Per oggi il soccorso curiosi della cucina vegan finisce qui, non era mia intenzione superare un test di ammissione, ma il risultato finale mi ha fatto sentire piena di un grande senso di possibilità, vi invito a provare o a dirmi cosa pensate di questa ricetta.
[Crediti | In precedenza:
— Mousse al cioccolato vegan
— Spezzatino vegan
— Hamburger vegan
Crediti | immagini: Marco Banderne]