Settembre è il mese del rientro, ma anche il periodo dell’anno in cui è giusto e sacrosanto cominciare a godere delle prime gioie autunnali. Ed ecco che città e paesini si armano con il meglio che possono offrire. Come molte volte succede è il Piemonte a inaugurare la stagione. Le Langhe aprono le danze delle sagre settembrine con un prodotto d’eccellenza. Si sta parlando del peperone, per cui occorre un piccolo flashback.
Il salto indietro è doveroso per due motivi: il primo per il fatto che si tratta di un ortaggio che tutti (e a torto), spesso associamo all’estate. Saranno i colori vivi? O quell’irresistibile odore del peperone verde in padella che non può non accompagnare le 13:15 di un sabato di luglio, o le 21:20 di una cena d’agosto?
Invece il peperone è un frutto dell’orto pienamente settembrino, o meglio, si trova sul mercato da fine luglio alla fine di ottobre, ma è alla fine dell’estate che ogni regione può goderne a pieno della stagionalità.
Quest’anno, causa le alte temperature, questa è stata leggermente anticipata e i prezzi al mercato oscillano tra 1,80 fino ad arrivare ai 2 euro al chilo, come per la qualità “golia”.
Dove abitiate non ha importanza: ciò che conta è che da nord a sud sono due i presidi da tenere d’occhio.
Il primo è la papaccella napoletana, presidio Slow Food, che non potrete non riconoscere. L’identikit è presto fatto: peperoni piccoli (raggiungono al massimo i dieci centimetri di diametro), tondeggianti e molto dolci, protagonisti dei mercati partenopei per tutto il periodo che va da fine luglio ai primi di ottobre.
Qualche ricetta? Le costolette di maiale ad esempio, accompagnate con peperoni fatti marinare qualche ora sott’aceto. Questo metodo di conservazione è quello più utilizzato, visto che, in un secondo momento, possono esser sempre riutilizzati per la sacrosanta insalata “di rinforzo”, insostituibile pranzo dopo ogni cenone o banchetto natalizio che si rispetti.
Al nord e quanto a peperone risponde bene la zona tra Torino e Cuneo e siamo al secondo flashback. A Carmagnola, piccolo centro che si trova a meno di trenta chilometri dal capoluogo, l’ortaggio colorato viene festeggiato con “Peperò”, sagra che cade tra l’ultima settimana di agosto e la prima di settembre e che quest’anno è giunta al suo 66esimo appuntamento.
Ecco un piccolo censimento del peperone piemontese: il primo e inimitabile è il Quadrato di Carmagnola, vero marchio d’esportazione, colore lucido e dimensioni importanti. Segue il Corno di Bue, più piccolo ma affusolato, accompagnato dalla Trottola e dal Tumaticot.
Nel Monferrato invece, viene coltivato il peperone di Capriglio, forma tonda e sapore delicato.
Che in provincia di Cuneo il peperone è una faccenda seria lo dicono i numeri: sono 150 gli espositori coinvolti, tra aperitivi al peperone e show cooking.
Lo avreste mai detto? Noi no.
[Crediti | Link: Dissapore, Fondazione Slow Food, Sagra del peperone, Regione Piemonte. Immagini: Anna De Prosperis]