Pausa pranzo: come stare lontano dal Bar Rossi (sali, tabacchi e tavola fredda)

Pausa pranzo: come stare lontano dal Bar Rossi (sali, tabacchi e tavola fredda)

Schiscia o schiscietta, da pronunciare con la e aperta, apertissima. Dopo, sacchetto, circonvalla(zione), ape(ritivo) è la parola che si impara più in fretta quando ci si trasferisce a lavorare a Milano. Il protocollo prevede una settimana di panini, non quelli buoni però, perché di solito vicino agli uffici, al tuo in particolare, c’è il peggiore dei bar. I panini ti guardano dallo specchio della vetrina, cugini lontani del Capri, parenti stretti della Luisona, padri illegittimi delle insalatone.

Dopo i primi tentativi di avvelenamento, si diventa furbi, volenterosi, arguti, stop a take away, fast food, sushi bar e kebabbaro, alternative che alternative non sono, ci si butta tra le braccia della schiscia, gavetta, gamella, lunch box o si potrebbe chiamarla anche salvavita.

Se per l’ideazione del pranzo al sacco per esempio ci lasciamo ispirare mentre abbiamo sotto i denti il panino molle con prosciutto cotto, mozzarella e pomodoro del bar, ripetendo “non mi avrai mai più”, il risultato sarà di certo migliore.
Il back to work ci impone scelte e riflessioni. Ma anche tecniche sopraffine anti depressive, perché si sa che un pasto cattivo alle 13 influenzerà la nostra giornata fino a sera. Ripassiamo quindi: cosa occorre per preparare adeguatamente il pranzo al sacco.

ESPERIENZA. Il vero preparatore di schiscette non lascia nulla al caso. Sa che ci sono alimenti adatti e altri che è meglio consumare al caldo della propria casa. Quindi attenzione, mai rischiare. Non tutti i piatti possono essere riscaldati (di solito al microonde) e mantenere la propria dignità.

TECNICA DELL’AVANZO DELLA SERA PRIMA. Ho provato qualche volta ad abbondare nella preparazione della cena per la replica del giorno successivo. La monotonia è nemica anche nel cibo, la soddisfazione si riduce proporzionalmente.

ATTREZZATURA. Il contenitore è fondamentale e non va mai lasciato al caso. Ce ne sono di super professionali, con posate annesse per esempio o che mantengono la temperatura se quell’arido del vostro capo non ha dotato di un frigo il vostro luogo di lavoro.

SUGGERIMENTI CLASSICI. Polpette di ogni geenre, caprese da allestire al momento, frittate, insalata da addizionare con fantasia, coscienza e qualità, quiche o torte salate e sì, anche il panino se preparato con buone cose, può avere un senso una volta al mese. La sempreverde insalata di pollo, parmigiana di melanzane, insalate di pasta, riso, farro (anche se io non amo molto), zuppe di ogni genere, hamburger, pomodori ripieni, pesce poco e frutta in quantità.

Per chi vuole condividere e trovare idee, da poco è stato lanciato www.cheschiscia.com, una sorta di social network del popolo degli schiscettari per trovare ricette e foto, scambiare informazioni e astuzie. In armonia con l’ambiente è la Solar Schiscetta, un contenitore riutilizzabile che scalda il pranzo grazie all’energia solare. Poi c’è la versione dietetica che viene consegnata direttamente in ufficio da Diet to Go .

Voi che vi preparate? Dico a quelli che non hanno la fortuna a pranzo di infilare le gambette sotto al tavolo della propria casa.

[Crediti | Link: Che schiscia, Solar Schiscietta, Diet to go. Immagine: Al Femminile]