Signori, abbiamo sbagliato. Tutti. Me compreso, naturalmente. Rimaniamo degli ampollosi snob, spocchiosi, livorosi e sempre pronti al giudizio sprezzante. Incapaci di vedere la rivoluzione anche quando ci sbattiamo contro. Cracco rompe una tradizione, mescola, come i più grandi avanguardisti, alto e basso, si sporca le mani nell’olio delle patatine in busta, le nobilita con la grande cucina e noi siamo lì, pigri, noiosi e catastali a fare le pulci. A non cogliere la grandezza del gesto; la nobiltà della scommessa.
[related_posts]
Per fortuna nella notte ho sognato Gasparri nudo, che mi ha aperto gli occhi sul futuro. Una premonizione dal valore abissale: le cinque variazioni più innovative in arrivo.
L’insalata in busta di Enrico Crippa.
Sbarcherà inizialmente solo in alcuni supermercati altamente selezionati (ma non a Eataly) la creazione avveniristica dello chef di Piazza Duomo. Un bustone che rilancia per la GDO la sua vecchia idea di insalata con 51 ingredienti. La versione industriale si fermerà solo a 18 ingredienti, partendo dal lattughino dell’orto di Crippa. Avremo poi: mandorle, uova, cipolle, asparagi, agnello, ricotta, spinaci, dentice, nocciola, stracchino, rapa, salsiccia, acciughe, cipollotto, peperone, cicoria, camomilla. Costo 11 euro.
Tonno in scatola di Moreno Cedroni.
La guerra santa al tonno in scatola è ingiusta, violenta e ingiustificata. Ma il futuro è nella sofisticazione (buona) di quest’ultimo. Guardando con ammirazione ai vari tonni con i piselli o con i fagioli, che una volta saturavano esteticamente i supermercati con molta più fierezza, Cedroni sta lavorando su una scatoletta da 125 grammi di tonno pinne gialle, con caviale, spuma di melanzane, maionese d’asino e le immancabili alici di Cetara. Costo 9 euro.
Wurstel gourmet di Massimo Bottura.
Il futuro per Bottura non si chiama solo hamburger ma anche e soprattutto würstel. Progettata la prima linea composta da carne di quaglia e faraona cotta 16 giorni a 11 gradi e compresa già di salsa e accompagnamento in una speciale confezione combo. Disponibile con salsa di panna acida e mais tostato o con burro chiarificato e ciliegie, entrambi accompagnate da rape e acciughe tritate.
Bastoncini panati di Mauro Uliassi.
Il terrorismo dei nostri tempi ci impedisce di darli a figli inappetenti e diversamente amanti del pesce, ma lo sdoganamento fortunatamente arriva dal talentuoso chef di Senigallia. Abbandonata la tentazione dell’amata triglia, Uliassi ha scelto il bistrattato pangasio in crosta di pistacchi di Bronte e mandorle di Avola. Costo 18 euro, formato famiglia.
Pane in cassetta di Ciro Salvo.
La mania del pane fresco è sempre più snervante. Per porre fine alla vicenda si è pensato di affidare alle mani sapienti di Salvo una linea di pane in cassetta fatto con lievito madre, altissima idratazione e farine macinate a pietra. La conservazione sarà in alcool ma con infuso di Rum Wray and Nephew del 1940 che scongiurerà anche la successiva lievitazione. Promozionalmente verrà abbinato nello speciale “colazione con gusto” alla crema di nocciola e tre cioccolati di Knam, in fase di progettazione. Costo 8 euro.