Poiché ho grandi ambizioni (e grande autolesionismo) ho deciso di prendere a cuore il caso patate fritte di McDonald’s con 17 ingredienti: proverò a fare una frittura il più possibile sana con meno di… 5 ingredienti.
Andiamo con ordine, vi ricordate i 17 di McDo?
Eccoli:
1. patate, 2. olio di colza, 3. olio di soia idrogenato, 4. olio di cartamo, 5. aroma naturale (di origine vegetale), 6. destrosio, 7. sodio pirofosfato acido (mantiene il colore), 8. acido citrico (conservante), 9. dimetilpolisilossano (antischiuma) cotto in 9. olio vegetale (olio di colza, mais olio, olio di soia, olio di soia idrogenato con 10. THBQ (butilidrochinone terziario, è un composto aromatico organico, un tipo di fenolo, 11. antiossidante), 12. acido citrico 13. dimetilpolisilossano) 14. sale (15. silicoalluminato, 16. destrosio, 17. ioduro di potassio).
Rispondo con i miei 5:
— patate a pasta gialla
— sale
— pepe
— olio evo
— aglio (opzionale)
e spiego: patate a pasta gialla perché sono reperibili da chiunque, frittura nell’olio extra vergine per renderla più salutare. Un po’ per l’elevato punto di fumo, un po’ per assecondare il recente studio dell’Università di Napoli Federico II, secondo cui le patatine fritte in olio EVO dopo 6/7 minuti iniziano ad arricchirsi di sostanze antiossidanti.
Della serie: un altro fast food è possibile. E altrettanto mangiabile. (In effetti stamattina mi sento ringiovanita).
Torniamo alle patate fritte, le ho tagliate in due modi diversi: a bastoncino classico e a chips; per queste ultime potevo usare la mandolina ma ho preferito il coltello. Tengo a precisare che non ho usato solo patate perfette e non ho scartato i bastoncini più corti: parte del mio fritto “salutare” sta anche nel non sprecare inutilmente cibo.
(A proposito conosco ricette di bucce di patate fritte, interessa?)
Prima di affettare le patate ho lasciato che rilasciassero amido nell’acqua per almeno mezz’ora; ho cambiato spesso l’acqua, poi le ho tagliate e le ho asciugate bene.
Per friggere ho usato una padella dai bordi alti con abbondante olio EVO, mettendone poche per volta. Sono morta di caldo.
Per capire quando versare le patate nell’olio ho usato un metodo scientifico, il metodo della mia mamma: ho messo una bacchetta di legno (ristorante cinese) nell’olio, quando la base ha sfrigolato facendo delle bolle l’olio era caldo e pronto. Esistono anche metodi meno tecnici, tipo il termometro. Sto giocando.
Pronte in poco tempo, le patatine a chips, sottili e immerse nell’olio, risultano molto croccanti.
Per le patate a bastoncino c’è voluto molto più tempo, erano comunque croccanti anche se non ho fatto la doppia frittura.
Messe a riposare sulla carta fritti, le ho subito spostate su un piatto e spolverizzate con sale e pepe, gli amanti dei sapori forti facciano altrettanto con l’aglio.
Ho fatto raffreddare l’olio fritto che ho poi travasato in una bottiglia di vetro pronta per l’isola ecologica, come credo facciate tutti.
Eccole sul tavolo con la moutarde fatta in casa. Non manca niente, se non i vostri commenti sul fast food salutare.
[Crediti | Link: Dissapore, La Stampa]