La presenza di Oscar Farinetti nei talk show è inferiore solo a quella dei due Matteo, Salvini e Renzi; per noi è difficile seguire tutte le sue avventure al di qua e al di là del tubo catodico. Però alcune perle non le possiamo perdere, soprattutto quando si trasformano in epic fail da antologia.
Come sempre andiamo con ordine e lasciamo il meglio per il finale. [related_posts]
Succede così che il buon Oscar sia stato ospite lo scorso 14 aprile a 2Next Economia e futuro, programma su Rai 2 condotto da Annalisa Bruchi, dove ha risposto alle solite domande. Sì, Expo, appalti, Eataly, Mangia con il Pane, sì, dai, le solite cose.
Presentato subito come “l’imprenditore del gusto” da Annalisa Bruchi, dopo aver ipotizzato che gli insetti possano essere il cibo del futuro, Farinetti ha sciorinato i suoi cavalli di battaglia:
ha spiegato le origini del suo ultimo libro Mangia con il pane
ha sostenuto che “E’ impossibile fare soldi all’Expo”
ha preso le difese di se stesso dopo le polemiche del mancato appalto per Expo di Eataly, per cui l’azienda dell’ex Unieuro ha ricevuto molte critiche.
“Molte” no, almeno non secondo lui: “A criticare sono sempre gli stessi – dice – sono due o tre ma urlano tanto”.
Pochi, che fanno la voce grossa contro un marchio come Eataly, che Farinetti definisce “il marchio più conosciuto al mondo e più autorevole”. Voglio sperare che si stesse riferendo al solo settore agro-alimentare.
Ritorna poi sul suo endorsement a McDonald’s e Coca Cola come sponsor di Expo 2015, che definisce “non una brutta notizia” elaborando poi un nuovo pensiero anti-anti-multinazionali:
“Il mondo è fatto di piccole, medie e grandi imprese, e bisogna rispettarle. Tutta questa storia del contro l’imperialismo delle multinazionali è una roba che io non sopporto. Lo urlavo anche io quando avevo 14 anni, ora ho cambiato idea”.
La sua idea di concorrenza a McDonald’s e Coca Cola sono rispettivamente La Granda (la carne dell’hamburger usato per i panini di Eataly) e Lurisia, prodotti e marchi con cui Eataly affronterà (e affronta) i due colossi USA.
Se siete arrivati fino a questo punto, mettetevi comodi e preparate i pop corn: arriva il meglio.
Al minuto 11:20, Annalisa Bruchi presenta a Farinetti un bel vassoio con quattro coppette: due colme di mortadella e due di robiola.
L’imprenditore del gusto dovrà assaggiare le due mortadelle e le due robiole e individuare quale mortadella e quale robiola è stata comprata in uno dei peggiori discount di Caracas e quale invece in uno scintillante e luccicante superstore Eataly.
Farinetti inizia ad annusare il rischio insito in questa roulette russa gastronomica, mettendo mani ed piedi avanti “io amo molto la storia e le tradizioni dei cibi e dei sapori, ma non ho un gran palato…”.
Ecco che arriva la prova del gusto: dopo aver assaggiato le due qualità di mortadella, l’Oscar nazionale decide e indica la coppetta che secondo lui conterrebbe la mortadella made in Eataly.
“Farinetti, ha sbagliato” annuncia Annalisa Bruchi.
Oscar, per te Miss Eatalia finisce qui. No, in realtà non finisce: Farinetti assaggia la robiola e questa volta riesce ad identificare la robiola (di Roccaverano) dalla robiola da discount.
La frittata (alla mortadella) però è fatta: l’imprenditore del gusto forse questa volta ha investito sulla mortadella sbagliata e dopo il fact checking, cade anche sul food checking.
Possiamo scusare l’autogol di Farinetti: McDonald’s ha recentemente mostrato – anche se in maniera differente – come la mancanza di informazioni tipo prezzo e marchio siano complici preziosi nell’ingannare le persone. E anche gli imprenditori del gusto, a quanto pare.
Che dite, Farinetti si presterà ad un nuovo test in cieco? Magari un bel confronto fra Big Mac e un l’hamburger Giotto di Eataly?
Difficile… ma, chissà… forse un giorno vedremo la carne La Granda dentro un Big Mac. Oppure direttamente un McDonald’s dentro uno store Eataly.