Ciascuna sfoglina manifattrice del cappelletto, come ogni valente piadaiola, fa leva sull’orgoglio identitatrio del romagnolo, perché il genuino integralismo culinario è una componente importante della romagnolitudine. Vi vedo, che noia state pensando, quanta filosofia un tanto al chilo per parlarci ancora una volta di Rimini, “Venghino, signori, venghino”, piadine, cascioni e Citrosodina per digerire.
Non sapete quanto vi sbagliate. Perché Nud&Crud, malgrado poggi sul più diffuso modello di “idea di Romagna”, è in realtà aria fresca per ossigenare stomaco e cervello.
Alla fiera della romagnolitudine, per dire, non va iscritta l’idea del “km vero” (più che km zero), per superare di slancio l’idea di territorio proponendo materie prime uniche per identità e rintracciabilità della produzione quali il mucchino e lo squacquerone di San Patrignano, le farine biologiche del Mulino ad acqua Ronci, il prosciutto cotto Golfera, la coppa di Mora Romagnola (razza bovina suina dalle carni squisite), le acciughe ‘Masculina di Magghia’ o i pecorini bio Su Nuraghe e Buon Pastore.
Romagnoli sì, pianiari anche, eppure –sembra assurdo– gli unici nel centro storico di Rimini a cucinare piade espresse e non precotte, con farine del posto.
Il locale con 35 posti a sedere e un dehor riscaldato all’ingresso, è dominato da una grande cucina a vista. Anche il menu va oltre gli stereotipi con una proposte interessanti, una bella selezione di birre artigianali (Collesi, Andechs, Amarcord, La Cotta in Mercatale, Ducato), vini (Gravner, Vezzoli, Taburno Falanghina, Lagrein più molte etichette locali), dolci e centrifughe di frutta.
I piatti del giorno si scelgono dalla lavagna, noi optiamo per la zuppa di zucca, patate e spinaci con crostini all’olio d’oliva (buona, ma occhio ai prezzi, 8,90€ sono troppi), ma soprattutto l’invenzione che mi ha portato a Rimini: il PidBurger, uno spiazzante connubio tra piada (bassa, come esige la tradizione del posto) e hamburgher. Il risultato inorgoglisce i romagnoli e pure noi, gustosa piada sottile con carne chianina del Montefeltro e Mora Romagnola macinata grossa, cotta alla perfezione (non mi hanno chiesto come la preferivo) cui manca solo un pizzico di sale. Prezzo 6,50€, identico a quello del Piddog (indovinate un po’… addizionato di cane caldo)
Non ci basta ancora, anche perché le piade non sono enormi. Ora che abbiamo riscoperto Rimini andiamo sul classico:
— piada numero uno nell’immancabile (da queste parti) cesto di vimini con spendidi filetti di tonno, scaglie di parmigiano e rucola a 6,50€,
— piada numero due con raffinato prosciutto crudo di Carpegna dop, stagionato 18-20 mesi, non troppo salato, e squacquerone, pulito, fresco e delicato a 5,50€,
— per finire in gloria con un buon cascione cassone in rosso (pomodoro e mozzarella a 4,00€).
Nud & Crud, fin dal nome, è la parte migliore di Rimini, antitesi del locale per incauti turisti (a parte forse qualche prezzo), non a caso aperto nel borgo di San Giuliano, angolo autentico che si scontra con l’idea generale di Rimini.
(Per un’ulteriore conferma date un’occhiata alle bottiglie di olio extravergine sui tavoli, estratto a freddo dalla meritevole cooperativa Arimolio, lassù, sui colli intorno alla città).
[Crediti | Link: Nud&Crud, immagini: Andrea Soban]