Voi cosa fate in pausa pranzo? Io, che ora ho preparato in casa i noodles, per anni mi sono arrabattata in bar e affini sotto gli uffici: frequentando una trattoria con forno a legna ho preso quattro chili in sei mesi a forza di pizza bianca e salsiccia con patate mentre il mio borsellino, al contrario, risultava sempre più magro.
La soluzione è stata, come potete immaginare, portare il pranzo da casa preparando (o avanzando dalla cena) piatti unici buoni anche freddi, o con una passata di microonde: riso e carne, insalate di pasta o cus cus, cose così. I colleghi, dapprima sospettosi, hanno cominciato poco a poco a imitarmi, anche se lo hanno fatto soprattutto incrementando le vendite di zuppe pronte, vaschette di insalate da agitare e gustare e barattoli di instant noodles.
Questi certo li conoscete: spaghetti orientali e condimenti disidratati da rigenerare con un paio di bicchieri di acqua bollente.
Nella vita li ho assaggiati anch’io, naturalmente. Non mi sono mai parsi nulla di troppo nutriente o invitante, solo la quantità esagerata di glutammato dava un po’ di sapore a piselli rinsecchiti, vaghi pezzetti carnei, veline di porro. Insomma, buona l’idea, discutibile la realizzazione. Poi, qualche giorno fa, mi è stato segnalato questo post: “fai da te i tuoi instant noodles“. Beh, l’ho trovato geniale, tanto che ho voluto replicarlo. In chiave più mediterranea. Ecco l’esperimento.
1. I miei ingredienti mediterranei
La base, naturalmente, sono gli spaghetti. Quelli di riso, così come quelli di soia, si trovano in tutti i supermercati e si possono usare senza cottura, facendoli rinvenire in acqua, quindi sono perfetti al caso. Chi di voi frequenta negozi orientali li potrà trovare anche di grano (simili a quelli del post di Serious Eats): badate che siano fini, da ammollare e non da lessare.
In cerca di ingredienti secchi che dessero una connotazione nostrana ai noodles, ho optato per pomodorini e porcini: di questi ultimi, scegliete pezzetti sottili e non troppo grandi.
Capitolo condimenti: potreste usare un dado granulare (lo so che lo avete tutti in dispensa!), io ho preferito una punta di estratto di carne e, per un po’ di sapore, un cucchiaino di tahina e una presa di origano.
Infine, la sostanza. Sul blog americano usavano carne secca. Io ho preferito sfruttare un avanzo di pollo, opportunamente insaporito e tenuto separato dal resto, come vedrete.
2. Dare gusto alla carne
La mia, come dicevo, era di pollo, quel che restava da 4 ali messe nel brodo il giorno prima. Spolpate e sfilacciate, le ho passate sulla piastra ben calda, salate e pepate.
Potevo anche lasciarle al naturale, ma il gusto grigliato mi sembrava un’interessante aggiunta. In alternativa, potete usare striscioline di prosciutto cotto, meglio ancora se di Praga tagliato un po’ spesso, oppure un avanzo di arrosto, bollito, pollo allo spiedo.
3. La base
Sul fondo del mio lunch box ho disposto l’origano, la tahina, l’estratto di carne, i pomodori a striscioline e i funghi. Volendo, potreste fare diverse aggiunte: un pizzico di peperoncino, aglio o cipolla disidratati, polvere di olive autoprodotta e simili.
Non mettete ingredienti troppo umidi per non rendere mollicci i noodles prima del tempo.
4. Preparare i noodles
Sopra la base vanno gli spaghetti. Una dose sensata (ricordate che il risultato sarà una zuppa) sono circa 40 grammi, o quanti ve ne stanno nel vostro contenitore. Spezzettateli un po’ per non trovarvi con lunghi fili immersi nel brodo, difficili da gestire quando mangerete la zuppa.
Se, come il mio, il contenitore è dotato di una seconda vaschetta, usatela per gli ingredienti umidi: nel mio caso la carne (mi raccomando, che non sia calda), alla quale potreste abbinare qualche verdura cotta o, se siete amanti dei sapori forti, un cipollotto fresco a rondelle che si intenerirà al calore dell’acqua bollente aggiunta alla fine.
Se non avete la seconda vaschetta, mettete gli ingredienti umidi in un sacchettino ben sigillato e posatelo sui noodles.
5. La chiusura
Sovrapposta la vaschetta (o il sacchetto) con la carne, condita anche con un filino d’olio, chiudete il recipiente e riponetelo in frigo fino al momento di uscire di casa.
Fuori, il contenuto durerà tranquillamente qualche ora, soprattutto se come me avete scelto un recipiente termico, e arriverà in perfette condizioni fino all’ora di pranzo, quando lo rigenererete con l’acqua bollente.
6. Lunch time
All’ora di pranzo, aprite il lunch box, versate gli ingredienti umidi sugli spaghetti e poi circa 2,5 dl acqua bollente. Date una mescolata e richiudete con il tappo, lasciando riposare i canonici 3 minuti, gli stessi stampigliati sui barattoli degli instant noodles.
Mi raccomando che l’acqua sia bollente: se in ufficio non avete un microonde, un bollitore o una macchina del caffè che dà solo acqua, la ricetta non fa per voi perché se il liquido fosse semplicemente caldo (per esempio, acqua del rubinetto) non sarebbe sufficiente ad ammorbidire gli ingredienti secchi.
Passati i 3 minuti, non vi resta che aprire, rigirare e gustare la vostra “noodles soup” mediterranea.
7. Una versione orientale
Eccovi infine qualche spunto per una variante esotica dei noodles fatti in casa: usate pasta di miso al posto dell’estratto di carne; conservate la tahina e rinforzatela con un po’ di semi di sesamo; agli ingredienti secchi aggiungete una manciatina di gamberetti disidratati e qualche alga sbriciolata o a julienne (le mie preferite sono quelle coreane da aperitivo); condite il pollo con un filo di salsa di soia.
Solo qualche esempio per farvi capire che potete davvero sbizzarrirvi con basi, condimenti, aromi secondo gusto e fantasia.
Magari non ve la farete tutti i giorni, ma volete mettere il piacere di aprire davanti ai colleghi, che sbocconcellano un triste francesino cotto e brie, la vostra schiscetta espressa?
[Fotocrediti: Cibotondo]