Eppur si muove: anche l’Italia della “gastronomia Farinetti-free” si accorge che far da mangiare bene, al giusto prezzo, offrendo servizi e iniziative di accoglienza per turisti e appassionati può essere un modo redditizio e intelligente per scampare alla crisi. O almeno provarci.
Succede a Bologna, per esempio, città che negli anni scorsi ha tentato in tutti i modi di autosabotarsi gastronomicamente, ma che ora punta ai turisti ricordando loro (ma soprattutto a se stessa) la propria supremazia gastronomica.
“Bologna ce la farà. Bologna ce l’ha sempre fatta. E’ una città che sa reinventarsi, amata dal turista che torna sempre volentieri“, dice Giovanni Tamburini (si, quello della salsamenteria che nel 2012 ha celebrato gli 80 anni di gestione in capo alla famiglia omonima) convinto che tutta la Via Emilia sia il territorio più brulicante, attivo e interessante del mondo.
Non c’è solo il signor Farinetti, per fortuna, che investe in progetti di food store, food concept, e food eccetera eccetera. A Bologna il signor Giovanni Tamburini si è appena lanciato nell’apertura di Casa Emilia-Romagna.
Un concept space dove mangiare i piatti della tradizione emiliano-romagnola e acquistare i prodotti del territorio nella frescura della campagna bolognese, in una villa tutta saloni decorati e cantine a volta profumate di salumi appesi. Casa Emilia-Romagna è composta da tre formule:
– il Desco della Casa, una tavolata unica, come una volta, per favorire la convivialità dove si serve un menu fatto di piatti della tradizione realizzati solo con prodotti locali, che cambia ogni settimana (nella settimana di apertura, cioè questa, si mangiano:
spuma di Mortadella Bologna IGP, vellutata di patate DOP Bologna e porri con crema di Ambra di Talamello, tagliolini al ragù di verdure e prosciutto croccante, rifreddo della tradizione bolognese fasciato di prosciutto, parmigiana di zucchine e melanzane, torta di riso. Pane mezzo sale dei panificatori bolognesi e coppia ferrarese IGP), a un prezzo di 25 euro compreso un bicchiere di vino (Pignoletto, Lambrusco, Albana per questa prima settimana) e l’acqua.
– l’Osteria, dove fare la degustazione di salumi e formaggi, buffet di dolci e un calice di vino a 15 euro.
– La Bottega, in cui è possibile comprare i prodotti del territorio selezionati da Tamburini, dal Sale di Cervia o l’Olio di Brisighella, dagli Asparagi di Altedo all’Aceto Balsamico di Modena e gli altri tradizionali emiliano-romagnoli.
E in futuro l’idea di concentrare a Casa Emilia-Romagna anche attività didattiche, di informazione e diffusione dell’enogastronomia regionale.
Dice Tamburini che da quando si è trovato Oscar Farinetti come dirimpettaio della sua storica salsamenteria (Eataly a Bologna è all’interno dell’edificio Ambasciatori in via degli Orefici), si è dovuto rimboccare le maniche ed è stato uno stimolo per reinventarsi: dopo il wine bar, un negozio a Tokyo, adesso Casa Emilia- Romagna che ha aperto il 25 giugno a Bagnarola, vicino Budrio, negli spazi di Villa Ranuzzi Cospi.
Una formula acchiappaturisti, ma soprattutto la prova generale di un progetto più ampio che Tamburini ha in programma: aprire il concept space di Casa Emilia-Romagna nelle cantine sotterranee del suo negozio in centro, proprio davanti a Eataly.
[Crediti | Le immagini sono di Robin T Photography]