— D: Farinetti, io e le mie intenzioni non c’incontriamo mai, più dico di non voler parlare di Farinetti (e insomma basta, c’è un limite anche ai milionari che con le Disneyland per gastrofanatici si sono presi tutto), più mi tocca parlare di Farinetti. Cos’è ora questa Eataly Media?
— F: Eataly Media è una newco – con amministratore unico mio figlio Francesco – che per iniziare si è comprata il 25% della Holden di Baricco.
— D: Alessandro Baricco, lo scrittore, il grande seduttore, colui che ci ha sempre obbligati ad amarlo (mi pizzico, sì, sono io che sto pronunciando queste parole)?
— F: Sì, abbiamo portato Eataly dentro la Scuola Holden che sta per rinascere con i college, così sono stati ribattezzati i corsi, e una sede tutti nuovi. Oltre a noi ci sarà Feltrinelli (35% ndr), e se permetti mi sembra una combinazione niente male.
— D: Passi Feltrinelli che di mestiere fa l’editore ma cosa c’entra Eataly con una scuola di scrittura?
— F: La prima parola chiave è “Eccellenze”, non c’è dubbio che nei rispettivi settori Eataly, Holden e Feltrinelli lo siano. Un’altra è “Made in Italy”, insieme rafforzeremo l’immagine che Eataly sta creando, un hub che si fa interprete del fascino italiano nel mondo.
— D: Ehm, Farinetti proviamo a essere più pratici.
— F: Per ora posso dirti che ci saranno corner Holden dentro i nostri punti vendita, ma dall’8 ottobre, quando la scuola riaprirà, troveremo il modo per portare Eataly nella nuova sede, 4 mila metri quadri di un’ex caserma ottocentesca in mattoni rossi, la Caserma Cavalli, nell’area di Porta Palazzo, a Torino.
— D: “Eataly Media” suona minaccioso, non sarà solo per mania di grandezza che l’hai chiamata così.
— F: Ignoro le provocazioni e ti rispondo che in effetti è così. Se finora con i nostri corsi abbiamo fatto formazione ora vogliamo fare informazione. Pensa ai programmi di cucina in Tv oggi…
— D: Ti iscrivi al campionato di quelli che basta, non se ne può più di questa Tv nutrizionalpopolare?
— F: Non dico questo, ma nella rappresentazione attuale della cucina il cibo non è al centro, anche quando si cucina ne vediamo poco. Ecco noi rimetteremo il cibo al centro.
— D: In che modo?
— F: Con una rivista che si chiamerà Eataly Magazine, distribuita in tutti le filiali Eataly nel mondo e ovviamente tradotta nelle lingue locali. Pensa che diffusione. Italia, Stati, Uniti, Giappone e…
— D: Okay, non ricominciamo col delirio delle nuove aperture planetarie. Ci sarà altro oltre alla rivista?
— F: Ovvio, ci sarà Eataly Tube.
— D: Eataly Tube?
— F: Un canale multipiattaforma dove racconteremo il cibo alla nostra maniera.
— D: Ottimismo, creatività, investimenti: il solito Farinetti insomma? Chissà Baricco che dice?
— F: Facciamo delle grandi chiacchierate, non siamo sempre d’accordo, ma questa per me è una garanzia. Sentilo, ti piacerà anche questa volta.
— D: Pronto Scuola Holen, è lei Lea Iandiorio, direttrice della scuola, mi ha dato questo numero Farinetti di Eataly?
— H: Sono io, aspettavo la sua chiamata, vuol chiedermi cosa c’entrano Eataly e Holden.
— D: Beh, sì.
— H: Farinetti e Baricco insieme non le sembrano un buon motivo.
— D: Temo di sì, non si meravigli, sfottiamo spesso Farinetti per il suo narcisismo.
— H: Le faccio subito un esempio. “Save the parents” è la collana che la Scuola Holden ha ideato per Feltrinelli, sono storie, di questo hanno bisogno i bambini e anche i genitori, non semplici manuali per far fare la nanna ai pargoli. Ecco, li immagini in una destinazione ideale per le famiglie come i punti vendita Eataly.
— D: Senta Lea, la narrazione contemporanea del cibo passa per diversi mezzi, blog e social media sono tra questi. Chi vuole costruire o perfezionare il suo stile di racconto cosa trova di specifico alla Holden?
— H: La nuova Holden avrà sei college: Scrivere, Filmmaking, Acting, Series, Real World e Crossmedia. In comune hanno la sfida di aprirsi alla crossmedialità, alla narrativa influenzata dai social, al racconto nell’era di Twitter e delle app. Direi che Crossmedia per ovvie ragioni e Real Word per la sua attenzione verso i nuovi mondi del giornalismo, anche gastronomico, sono corsi ideali per i foodie.
— D: Non vi metterete in concorrenza con l’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food a Pollenzo, sarebbe conflitto d’interesse, Farinetti è un generoso sostenitore anche di quella.
— H: Chi vuole specializzarsi nel cibo va a Pollenzo, indubbiamente, da noi potrebbe diventare pioniere di un nuovo format. Bisognerà pur andare oltre la tv, i blog o Instagram, no?
— D: Facciamo una carrellata veloce di Holdeniani che vi hanno resi orgogliosi?
— H: Tutti ovviamente, per fare qualche nome potrei citarle Alice Rohrwacher che ha appena presentato al Festival di Cannes il suo primo lungometraggio, Corpo Celeste, Paolo Giordano (“La solitudine dei numeri primi”), Fabrizio Cestaro (sceneggiatori di grandi successi Tv, da I Cesaroni al Commissario Rex).
— D: Per finire, mi dica Lea: di cosa va pazzo, se c’è una cosa, il divino capobranco Baricco?
— H: Una cosa c’è: i marron glacé.
[Crediti | Link: La Stampa, Scuola Holden. Immagine: Gazzetta di Alba]